Le sorrise dolcemente, quella notizia gli aveva scaldato il cuore.
Voleva essere il primo e l'ultimo, era vero, ma non voleva farle affrettare i tempi se non era pronta. Infondo avevano sedici anni.
Le accarezzò la schiena delicatamente.
<< Voglio che sia tu, Chat.>> Sussurrò tenendo gli occhi bassi per l'imbarazzo.
<< Non si può. Che dirai a Luka domani?>>
Odiava essere lui quello con il buonsenso. Lui che non avrebbe esitato un secondo a farla sua.
Lei annuì dandogli ragione.
Sembrava davvero delusa dall'inconclusione.
<< Però una cosa si può fare...>> Sorrise malizioso.
Capovolse la situazione portandosela sotto di se e lei sorrise a sua volta.
<< Che vuoi fare?>>
<< Mi prendo una tua prima volta, principessa.>>
Si alzò con la schiena e si sfilò solo la parte superiore della tuta. Il campanello suonava incessante. Lei lo guardava curiosa e affascinata.
Era davvero bellissimo.
Si chinò di nuovo per baciarla e con una mano le sbottonò i pantaloni.
Lei arrossì violentemente nel sentire le sue dita.Erano sdraiati vicini e abbracciati, lui non avrebbe potuto chiedere di meglio, ma sentiva che qualcosa turbava la ragazza.
<< Cos'hai Marì?>> Chiese stringendola involontariamente di più.
<< Ho paura dei prossimi giorni. Tu scomparirai di nuovo?>> Disse con sincerità.
ChatNoir sorrise e le lasciò un bacio sulla tempia.
<< Non vado da nessuna parte senza di te.>>
<< Anche se non possiamo stare insieme?>>
<< Possiamo non riaprire questo discorso? Non voglio pensarci adesso.>> disse lamentandosi e nascondendo il volto addosso a lei.
Marinette abbassò la testa e, nel vederlo così indifeso, sorrise teneramente.
Gli accarezzò la testa pensando a quanto lui le facesse bene al cuore.
In quel mondo pieno di guai lui era il rifugio perfetto, i suoi occhi la tranquillizavano, la sua strafottenza contro paure che lui non aveva la tranquillizava. Era il compagno di squadra perfetto.
Lo percepiva camminare nei suoi silenzi tristi per riportarle il buon umore, la proteggeva come fosse un angelo. Si fidava di lui, nella vita come nella battaglia e avrebbe tanto voluto dirglielo.
Con lui riusciva ad accordare cuore e testa e a non sentire più tutto quel disordine che stava rallentando la sua vita.
Che bene le faceva quando la chiamava, quando pronunciava il suo nome, quando rideva senza riuscire a fermarsi, quando discutevano allegramente, quando la sfiorava involontariamente e quando faceva il furbo infastidendola e prendendola in giro. Solo con lui aveva provato tutta questa beatitudine.
C'era un modo per rimanere così in eterno?
Avrebbe rinunciato ai Miraculous. Ma a quel punto avrebbe perso la memoria riguardo ChatNoir e non voleva rinunciare ai suoi ricordi con lui.
Era tutto tremendamente complicato.
<< Mi scoppia il cuore, principessa.>> Sospirò rilassato mentre lei, presa alla sprovvista da quella dichiarazione, arrossì.
Se lo strinse al petto. Non avrebbe mai voluto lasciarlo andare via da lei, ma che altra scelta aveva? Il sole stava sorgendo e le loro vite dovevano andare avanti come sempre.
<< Si sta facendo giorno, Chat.>> Lo avvisò abbacchiata.
<< Io che puntavo al per sempre mi sono dovuto accontentare di una notte.>> Sbuffò cercando di ironizzare per non farla più pesante di ciò che era.
Si alzò di malavoglia dal divano e, una volta in piedi, iniziò ad adoperarsi per rimettersi la parte sopra della divisa da eroe. Lei lo guardava incantata.
Non riusciva a lasciarlo andare, già le mancava.
Si alzò e mise le mani sul suo petto nudo per impedirgli di rivestirsi. Infondo anche lei addosso aveva solo una maglietta. Una mano la portò all'altezza del cuore per sentirlo battere e l'altra gli accarezzava gli addominali. Nascondeva il viso tra l'incavo del suo collo e cercava di respirare regolarmente. Lo sentì deglutire a fatica.
<< Marì...>> Era in evidente difficoltà.
Lei gli baciò il collo, fino a sotto il mento e poi il petto, ma solo fin dove poteva arrivare senza piegare la testa.
<< Non credevo che avrei mai pensato a quanto tu fossi sexy.>> Disse scherzando ed allontanandosi per lasciarlo vestire.
<< Ah io di te l'ho sempre pensato, in continuazione.>> Si riprese da quel momento e tirò di nuovo fuori il suo tono simpatico.
<< Sei incorreggibile.>> Disse divertita.
<< Ora devo andare, ma ci rivedremo.>> Si avvicinò a lei per salutarla ma la vide persa nel guardare qualcosa sul telefonino.
<< Che succede?>> La strinse da dietro e si sporse per guardare l'oggetto.
C'era una chat con un messaggio chilometrico, cercò di leggerlo di sfuggita ma la cosa che gli saltò subito all'occhio era quel "ti amo, Marinette".
Le prese il telefono dalle mani, bloccò lo schermo e lo lanciò sulla chaise longue.
<< È così difficile cercare di non ricordarmi costantemente che esiste quel tipo?>> Si mise le braccia incrociate al petto vedendola girare allibita dalla sua reazione.
<< Avevo una dozzina di messaggi non letti e non credevo che...>> Cercò di giustificarsi. Ma poi perché? Luka effettivamente esisteva nella sua vita.
E avrebbe anche aggiunto "fortunatamente".
<< Ti sto salutando, non sappiamo se e quando ci rivedremo e a te la cosa migliore che ti viene in mente è leggere la sua stupida dichiarazione d'amore.>> disse ormai innervosito.
<< Ma non pensavo mi avesse scritto quelle cose, volevo solo vedere di chi erano i messaggi e mi dispiace ma lui esiste ed è inutile che tu voglia fare finta di niente!>> Gli urlò contro a sua volta.
<<Non mi sembra tu ti sia ricordata della sua esistenza ieri notte.>> Disse in tono provocatorio e sfacciato.
Guardò la sua faccia farsi rossa. Sapeva di aver toccato un punto debole, era stato meschino.
<< Vattene.>> Gli intimò duramente.
<< Marinette, mi dispiace, non dovevo dirlo.>> Le si avvicinò afferrandole le spalle e cercando di guardarla negli occhi.
<< Vattene ChatNoir.>>
Perfetto, aveva di nuovo rovinato tutto. Lui e la sua boccaccia.
Si allontanò da lei, salì le scalette sempre guardandola, mentre chiudeva la porticina sentì la ragazza iniziare a singhiozzare. Chiuse gli occhi rassegnato. Non riusciva proprio a tenersela incollata al cuore.
Marinette si mise seduta sul divanetto e si coprì il volto rigato di lacrime. Perché non riuscivano a trovare un equilibrio? Perché si innervosiva tanto con lui?
Era stupido. Non rifletteva mai quando parlava e lei era anche peggiore di lui. Non doveva lasciarsi andare così quella notte, non doveva cercarlo, non doveva volerlo. Era tutto sbagliato.
Se sapeva di voler stare con una persona perché metterne un'altra in mezzo?
Doveva riprendersi e fare finalmente la cosa giusta. Se non poteva avere ChatNoir non avrebbe neanche continuato a prendere in giro Luka.Mentre si riveste:
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La Dea Bendata
أدب الهواة"Era ormai da un anno che Parigi veniva difesa da LadyBug e ChatNoir, era da un anno che la sua vita era una giostra spericolata di emozioni, un anno da quando aveva scoperto l'amore dentro due bellissimi occhi verdi e la complicità in uno sguardo d...