Prologo

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Matteo era incazzato. 
Già da un po' si trovava a dondolarsi sul bordo del basso muretto su cui stava seduto. Di tanto in tanto rivolgeva sguardi furtivi verso la sua destra, guardando di sottecchi in direzione di un gruppo di ragazzi seduti intorno a uno dei tavolini del bar.
La piccola piazza del loro paesino in provincia di Roma era anche l'unico centro nevralgico che possedevano: un paio di stradine si dipartivano da lì verso diverse direzioni, aprendo l'accesso a palazzine che contavano non più di tre, quattro piani. Il paese consisteva in quello: niente più che una cinquantina di casette, una piazza dove si affacciavano un bar e una chiesa, una caserma con due carabinieri e tante piccole attività familiari che venivano svolte direttamente dentro le proprie abitazioni. 

I giovani che vivevano da quelle parti erano davvero pochi e molti non vedevano l'ora di raggiungere la maggiore età per potere prendere la patente e fuggire via da lì. 
Vi erano tra di loro pochissimi che come Matteo decidevano di rimanere e così finivano per diventavare amici.
Qualcuno poteva avere l'alito che puzzava, un altro essere stupido, un altro ancora stronzo. Non aveva importanza quanti difetti e incompatibilità di carattere ci fossero tra gli uni e gli altri: se si desiderava non restare soli e rimanere lì lo stesso, bisognava accontentarsi.

Matteo era stato fortunato: dei giovani della sua generazione il paese poteva vantare di avere tra i suoi abitanti circa sei persone, tutte abbastanza gradevoli nei modi di fare e ragionare. A eccezione di lui, ad avere giù di lì trent'anni, c'erano anche Diego, Paolo, Claudio, Alice e... Omar, ovviamente.
Proprio su di lui, su Omar, Matteo aveva preso a rivolgere quegli sguardi furtivi: era incazzato con il giovane. Il loro litigio, che aveva preso vita per una stupidaggine la sera prima, si era protratto sino a quel momento, senza che nessuno dei due avesse tentato di avvicinare l'altro per chiedergli scusa.

Matteo aspettava che fosse Omar a farsi avanti.
Omar, dal canto suo, che di ragione ne aveva da vendere, diversamente dalle altre volte, aveva deciso di attendere con pazienza che fosse il suo compagno a compiere il primo passo: aveva fiducia in lui, nonostante fosse consapevole del caratteraccio che si trovava ad avere.
Il giovane sbuffò infastidito, vedendo come i suoi amici stavano lì a chiacchierare, a divertirsi senza di lui.

C'erano tanti motivi per cui gli altri lo stavano ignorando, prediligendo la compagnia di Omar e lasciando lui isolato su quel muretto. Non gli andava di stare lì a indagarsi su i perché.
Compì un piccolo balzo, alzandosi da lì. Un'automobile uscì da una delle stradine che si aprivano alla sua sinistra, fermandosi a pochi metri di distanza da lui. Matteo aggrottò la fronte non riconoscendola e notò subito come quella avesse attirato lo sguardo della maggior parte dei presenti.

Era tardi pomeriggio: il sole aveva iniziato a scendere presto oltre le montagne che circondavano la valle che ospitava il paesino: quelle si aprivano come grandi braccia intorno al piccolo centro abitato, quasi a volerlo celare al suo interno. In piazza erano presenti perlopiù uomini: molti erano anziani intenti a chiacchierare tra di loro, occupando le due panchine che si trovavano ai fianchi di un grande albero, davanti il quale era stato posto tanti anni prima un tavolino che ospitava i loro tornei di briscola e scopone scientifico.
La signora Anna entrava e usciva dal bar, scostando la tendina che celava parzialmente l'ingresso, inveendo spesso contro i giovani seduti intorno al tavolino, sbraitando infastidita dalle loro ordinazioni frammentarie che la obbligavano ad andare avanti e indietro continuamente dal suo locale, interrompendo le altre sue faccende. Era abbastanza divertente vederla arrivare con l'ennesimo vassaio con sopra uno, due bicchieri, urlare parole appena comprensibili pronunciate velocemente in un dialetto molto stretto. Si batteva la mano libera su di un fianco, scuotendo la testa, facendo sì che alcune ciocche di capelli, di un naturale colore rosso, le finissero davanti gli occhi chiari, sempre pronti a fulminare chiunque avesse l'ardire di contraddirla.

UNSETTLED ~ Storia di amori e gelosieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora