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La situazione in paese, per Matteo, era divenuta quasi terribile: sua madre gli rivolgeva a stento dei monosillabi e soltanto quando le era strettamente necessario comunicare con lui. Gli amici lo ignoravano del tutto, allontanandosi velocemente dalla zona quando lo incontravano.
Il giovane, tuttavia, più passava il tempo dal giorno in cui aveva lasciato Omar, maggiore era il sollievo che provava per la fine della loro relazione.

Comprendeva il comportamento di coloro che lo circondavano e, nonostante provasse dispiacere per l'atteggiamento che gli altri avevano assunto nei suoi confronti, non si pentiva della propria decisione. Era arrivato alla conclusione di avere agito nel migliore dei modi, non soltanto per se stesso, ma soprattutto per Omar, perché continuare a stare con lui senza provare gli stessi sentimenti che l'altro nutriva nei suoi confronti, gli sarebbe parsa una cattiveria ben peggiore.

Lo rispettava, gli voleva bene e non pensava fosse giusto prenderlo in giro, non credeva fosse sensato stare con qualcuno soltanto per evitare le conseguenze di ciò che lui stava vivendo in quel periodo: anche gli altri, si augurava, prima o poi avrebbero capito e accettato la sua scelta.

Uscì di casa nel tardo pomeriggio, nel tentativo di allontanarsi dall'aria cupa e irosa che sembrava emanare sua madre, concedendosi qualche passo in piazza, stando bene attento, però, di non farsi coinvolgere dalle chiacchiere degli onnipresenti nonnetti che stanziano da quelle parti.
Prese posto, come al solito, in un angolino del basso muretto che costeggiava il parapetto del belvedere, godendosi la leggera brezza primaverile che gli solleticava il viso, muovendogli appena alcune ciocche di capelli.

Vide arrivare nella piazza i genitori di Alice: captò subito il loro imbarazzo nell'incontrare il suo sguardo. Gli rivolsero dei brevi sorrisi tesi, salutandolo appena con un cenno della mano, senza avvicinarsi a lui.
Matteo sospirò profondamente, iniziando a pensare che, forse, sarebbe stato meglio non uscire di casa.

Sfilò il cellulare dalla giacca, prendendo a scorrere la rubrica, leggendo i pochi nomi che conteneva, senza trovarne almeno uno da potere chiamare sperando in una risposta.
Sbuffò e aprì il file dell'ultimo romanzo che aveva preso a correggere quella stessa mattina: si era lasciato trascinare dalla lettura del testo senza riuscire a iniziare il suo lavoro. Era ben scritto per essere opera di un emergente e si compiaceva di averlo ricevuto in carico. Cercò di sopprimere il suo trasporto di lettore e prese a cercare eventuali errori all'interno del testo.

Stava ancora lì, concentrato, quando sentì delle voci concitate avvicinarsi alla piazza. Alzò gli occhi dallo schermo, vedendo arrivare Omar e Paolo. Subito sentì il cuore balzargli in gola, immaginò di essere impallidito, mentre uno strano formicolio prendeva a solleticargli le mani. Avvertì l'impulso di alzarsi dal suo posto e correre incontro a Omar, toccarlo, abbracciarlo e scosse la testa stupito da se stesso. Era parecchio che non lo vedeva: quello strano turbamento che provava era evidentemente dovuto proprio a quel motivo.

-Sei impazzito?- urlò Paolo, attirando su di sé gli sguardi incuriositi dei presenti. Omar si batté le mani sulla fronte, prima di precipitarsi a raggiungere l'amico, strattonandolo per un braccio. A causa della lontananza, Matteo non fu in grado di udire le parole che disse, riuscendo a scorgere soltanto le sue labbra muoversi e l'espressione di Paolo farsi sempre più furiosa.
-Sei un cretino!- urlò il giovane, spingendo l'altro ad allontanarsi da sé.

Omar non demorse e continuò a seguirlo e Paolo continuò a insultarlo, senza risparmiarsi la voce, rendendo partecipi tutti coloro che affollavano la piazza.
Matteo non aveva idea per quale motivo stessero litigando, né del perché Paolo fosse tanto furioso con il suo migliore amico, però iniziò a sentirsi a disagio nel trovarsi testimone di quella situazione, soprattutto perché, il comportamento di Paolo prese a infastidirlo.

UNSETTLED ~ Storia di amori e gelosieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora