1

743 57 3
                                    

Nel piccolo appartamento che si trovava appena sopra il bar della piazza, lo stesso dove Matteo viveva con sua madre, nonostante l'orologio appeso al muro della cucina, di fianco al frigorifero, puntasse le ore due e dieci minuti, la luce della stanza era ancora accesa e, madre e figlio, stavano lì a discutere, cercando di non urlare durante quel loro litigio per non disturbare i vicini.

Era difficile essere incazzati e dimostrarlo parlando a bassa voce, almeno, lo era per Matteo; Anna, invece, che della sua rabbia silenziosa ne aveva fatto nel tempo una specie di vanto, dirigeva egregiamente quella loro conversazione, riuscendo a zittire il figlio spesso e volentieri limitandosi a spalancare appena gli occhi: allora Matteo tremava, distogliendo lo sguardo dalla madre.

-Perché hai deciso di mettere in affitto l'appartamento a quello?- le chiese, per l'ennesima volta e sua madre sbuffò.
-Come ti ho già detto, non ti riguarda- ribatté la donna.
-Ma in quella casa vivono già Omar con la sua famiglia!- protestò il giovane.
-Abbassa la voce, ragazzino!- lo zittì sua madre, puntandogli contro un dito. -Il terzo piano è chiuso da anni. È lì che andrà a vivere il nuovo arrivato-
-Ma mi avevi promesso...- borbottò Matteo.
-Cosa?- lo interruppe ancora. -Credi che non me ne sia accorta?- gli domandò, prima di continuare a parlare senza attendere una risposta da parte del figlio. -Siete al capolinea, Mattè, rassegnati. Avevo pensato di dare a voi due quell'appartamento, è vero. Sai quanto godo nell'indispettire quel cretino di tuo suocero: vi avrei messi lì apposta. Ma io ti conosco e ti consiglio di lasciare quel povero Cristo, che non si merita quello che gli stai facendo passare-

Matteo impallidì a quelle parole e abbassò gli occhi sulle mani che teneva sulle cosce. Sua madre gli si fece vicino, gli poggiò una mano su di una spalla, stringendola appena un po', prima di dargli la buonanotte, interrompendo quella loro discussione e sparendo in direzione della sua camera da letto. Il giovane scosse la testa e incrociò le braccia sulla superficie del tavolo, poggiandovi la fronte contro. Sentiva la testa sovraccarica di pensieri e non riusciva a comprendersi.

Da qualche mese si era reso conto di guardare Paolo in modo diverso: gli piaceva, lo affascinava... lo aveva sempre fatto; ma nell'ultimo periodo sembrava che quell'interesse fosse mutato. Sapeva che si trattava di qualcosa perso in partenza: a Paolo piacevano le donne.
Tuttavia, non era quello a farlo disperare: la consapevolezza di provare qualcosa del genere per qualcun altro lo spaventava, gli faceva temere di non amare più Omar. Era quello il punto.

Non aveva sonno e un principio di mal di testa iniziò a corteggiargli una tempia. Si alzò e si diresse con passo malfermo verso l'ingresso: afferrò il giubbino e uscì di casa, chiudendosi la porta alle spalle con estrema delicatezza.
Dove diavolo poteva recarsi a quell'ora di notte?
Scese al bar e una strana inquietudine lo spinse a dirigersi verso il retro del locale: superò il laboratorio, uscendo sulla strada.

Spalancò la porta antincendio e rimase come pietrificato nello scorgere una figura nell'oscurità della notte.
Omar stava in piedi poco più in là rispetto l'uscita secondaria del bar: si confondeva bene con le ombre lunghe che sembravano avvolgere ogni cosa intorno a loro, ma il volto era illuminato dallo schermo del cellulare e quella spietata e fredda luce artificiale gli rendeva il volto quasi spettrale.
Lo vide digitare con un pollice qualcosa sullo schermo, mentre teneva l'altra mano in tasca e sembrava che non si fosse accorto del rumore che aveva accompagnato Matteo mentre apriva la porta.

Quando smise di trafficare con il cellulare, lo ripose velocemente mentre quello dell'altro prendeva a vibrare: al giovane non servì recuperarlo per sapere che era stato proprio il suo compagno a scrivergli, anche perché Omar aveva alzato gli occhi su di lui, tolto gli auricolari dalle orecchie, interrotto la riproduzione musicale dal cellulare, notando la sua presenza e iniziando a muoversi verso di lui.

UNSETTLED ~ Storia di amori e gelosieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora