Il giorno tanto atteso è arrivato. Claudio, tutto preciso com'è, è una di quelle persone che arriva quasi a soffrire le ricorrenze tanto ci tiene che sia tutto perfetto. Al contrario, a Mario, passionale e creativo di natura, basta pochissimo per rendere tutto magico senza il minimo sforzo. Proprio per questo, Claudio vive il compleanno di Mario come la sfida delle sfide, alla soglia della soggezione; come sorprendere l'uomo dalle mille sorprese? Come lasciare a bocca aperta chi lo fa con tutti, ogni giorno, con un semplice sguardo? Come rendere speciale un giorno che lui odia?
L'anno precedente erano talmente offuscati dall'innamoramento che le differenze tra i due risultavano essere meno marcate e al contempo fonte continua di ispirazione. Senza una definizione nitida, quello che era uno entrava nell'altro e viceversa, come se l'intero mondo avesse solo aspettato che ying e yang collidessero. Con il tempo, è normale, ciò che rende unica ciascuna persona diventa più palese e riconoscibile all'altra. Di fatti, già per Natale, i due modi di viversi la prima festività importante nella loro casa, erano usciti fuori come i sapori di un piatto da stella Michelin.
Claudio aveva preparato la casa nel minimo dettaglio convenzionale: albero, stelle di Natale per beneficenza, addobbi alla porta, luci, cucina piena di pandori, panforte, biscotti, creme, dvd di tutti i film di Natale, pantofole calde, le ricette della mamma giorno e notte. Mario, col suo fare non curante, lo aveva ucciso con due semplici mosse, le uniche due volte che si era alzato dal divano a quanto dice Claudio.
La prima quando se ne era uscito fuori con un regalo per ogni bambino del reparto di Claudio, ciascuno impacchettato e regola d'arte, nemmeno a dirlo, con dentro dei fumetti disegnati a mano con ciascuno di loro come personaggio, protagonista, eroe, dell'avvincente storia Il Reparto Fantastico: i Super Bimbi VS il malefico Hospitalandrik. Ma quando li faceva?!
La seconda volta, incommensurabile, era stata la mattina di Natale.
Aveva svegliato Claudio con la colazione a letto, anticipandolo, portandolo giù ancora tutto assonnato, arruffato, pigiamoso, uggioso e sconfitto, per farlo sedere sul divano. "Tieni, questo è per te".
"Mario ma non potevi aspettare? C'era un programma da seguire, possibile che devi fare sempre di testa tua?"
Mario lo aveva guardato sorridendo
"Non voglio aspettare, voglio che lo apri ora, questo è il momento".Claudio sbuffando e borbottando aveva iniziato a scartare, rimanendo poi improvvisamente senza parole e visibilmente commosso. "Mario...", un soffio di voce.
Mario tossendo per buttare giù il groppo in gola, con la voce rotta e le braccia conserte, ancora appoggiato allo scorrimano delle scale aveva detto
"Gliel'ho promesso. La mattina di Natale, appena svegli, nel castello in cui sicuramente avremmo vissuto insieme...", si era interrotto per ridere e tirare su col naso, mentre le mani di Claudio avevano iniziato a tremare."...dovevo dartelo come prima cosa e poi dirti le seguenti parole:
Cla, sei la ranocchia del mio cuore, ti amo come la Bestia ama la Bella, come Il principe ama Cenerentola, come Quasimodo ama Esmeralda. Non devi essere mai triste perché io ti amo all'infinito del mio cuore e non ti lascerò mai solo anche se sei un precisino lamentino, Mario.
E pensa...",
aveva detto Mario inginocchiandosi di fronte a Claudio, perso nella sua valle di lacrime,
"che quella peste come sempre aveva ragione", gli aveva baciato il ginocchio, poi la fronte, e poi era tornato su lasciandolo solo lì, sul divano, nel suo momento, con in mano un disegno incorniciato da una delle cornici di Mario. Il disegno era di una mano inconfondibile per Claudio, ritraeva lui in divisa da infermiere con le spille colorate, Mario vestito da motociclista con il mantello rosso da principe o eroe, e tra loro una bimba allegra e sana con i capelli lunghi lunghi, un sorriso che usciva dalla faccia, e dei cuori dappertutto. Sotto una scritta
Buon Natale Cla!!!!!❤️ Ti voglio tantissimo bene per sempre sei il mio eroe preferito non lo dire a Mario
Lo scricciolo AliceSul retro della cornice, Mario aveva inciso la data, risalente a mesi prima, e una scritta
Disegno di Alice da consegnare a Natale al suo e mio unico eroe che merita tutto l'amore che ho.E dopo aver ripreso fiato e aver dondolato avanti e indietro col disegno stretto tra le braccia per un tempo sufficiente, Claudio aveva baciato il vetro e aveva appoggiato il disegno sul divano dirigendosi verso le scale. Mario era sotto le coperte, col viso nascosto sotto il cuscino, Claudio sapeva che lo aveva lasciato da solo per dargli un momento con Alice, ma anche per la sua difficoltà nel mostrarsi evidentemente commosso. Claudio invece era migliorato tantissimo nell'ultimo anno, aveva lavorato mese dopo mese ad esprimere il dolore, a farlo uscire, a incanalarlo e focalizzarsi sui ricordi belli, come in quel momento, tra le lacrime non riusciva a fare altro che sorridere per Alice.
E quindi si era intrufolato sotto il piumone alzandolo dalla parte dei piedi, strisciando sopra il corpo di Mario, mettendosi a cavalcioni sul suo fondoschiena e tirando su con la testa tutto il piumone formando una capanna. Mario sempre con la testa sotto il cuscino.
Claudio lo aveva baciato dietro al collo,
"Il regalo più bello della mia vita, grazie".Mario aveva fatto spallucce, Claudio aveva sorriso e aveva dato un altro bacio delicato
"Sono così fortunato a ricevere così tanto amore. Lo sai il potere che hai?"
Mario aveva fatto ancora spallucce. Claudio allora aveva provato a spostare di poco il cuscino ma Mario lo aveva subito afferrato saldamente con la mano per coprirsi nuovamente. Claudio aveva sorriso
"Ti vergogni di me?"
Mario aveva fatto sì con la testa.
"Lo sai che va bene piangere Mario? Con me non ti devi vergognare di niente, mai".
Mario aveva fatto di no con la testa.
Claudio aveva soffocato una risata.
"Cosa direbbe Alice se ti vedesse?"
Mario aveva mugugnato qualcosa di incomprensibile.
"Come dici? Non capisco"
"È tutta colpa di quella lì", aveva detto con una voce piagnucolosa.
E Claudio aveva fatto uscire una risatina.
"Ti prenderebbe in giro fino allo sfinimento".
"Lo so, smettila, non sei d'aiuto"
Claudio aveva tolto il cuscino nonostante la resistenza e Mario aveva messo il viso sul braccio per coprirsi ma Claudio a quel punto lo aveva già girato e finalmente aveva visto i suoi occhi gonfi di lacrime, le sue labbra arrossate.
"Ehi"
Lo aveva baciato su quelle labbra. Mario lo aveva guardato col broncio.
"Manca tanto anche a me"
Mario aveva mandato gli occhi al cielo mordendosi il labbro per bloccare la nuova ondata di pianto.
Un altro bacio di Claudio.
"È davvero un bellissimo regalo, lo dobbiamo appendere".
Mario aveva fatto segno di sì e col mento aveva indicato un punto sulle travi di legno del soppalco. Claudio aveva girato la testa e strizzando gli occhi aveva visto un chiodo appeso. Ridacchiando era tornato sullo sguardo di Mario.
"Siamo sicuri che precisino lamentino sia io?! Non saprei ..."
A Mario era finalmente uscita una risata.
"Sicurissimi".
Claudio allora si era buttato sulle sue labbra baciandolo con più passione e Mario lo aveva afferrato per la nuca stringendolo a sé per permettere al suo pianto di fuoriuscire in questo modo. Si stavano dicendo tante così in quel modo, ma Claudio ci teneva a dirne una esplicitamente, mentre lo calmava accarezzandogli i capelli.
"Anche io ti amo all'infinito del mio cuore, lo sai, vero?"
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Come balinesi nei giorni di festa
FanficSequel di Come zingari nel deserto. COPYRIGHT TUTTI I DIRITTI RISERVATI