14

1K 80 14
                                    

Questa mattina però, nota Mario, Claudio è diverso, forse più teso del solito. Che sia una festa così in grande? Gli ha detto che non desiderava altro che stare con lui, possibile non gli abbia creduto? Lo osserva che si aggira per la casa di fretta, distratto, concedendogli poche attenzioni. Eppure quello nervoso dovrebbe essere lui, è una giornata a dir poco importante, chi se ne fotte del compleanno.

Ma, conoscendo Claudio, Mario sa che c'è qualcosa che non va, e dopo settimane di mistero inizia davvero a non capirlo più.

"Claudio"

"Mm, sì?"

"Mi puoi aiutare a scegliere la giacca? O è chiedere troppo?"

"Ah... sì, scusa, certo. Arrivo subito"

Mario si aspetta di vederlo cedere da un momento all'altro, lo scherzo è bello quando dura poco. Ora torna ad essere precisino lamentino soldatino forza della natura, con il programma di tutta la giornata organizzata, e le attenzioni solo e soltanto per me, vero?

"Sei distratto, che c'hai?"

"Scusami... hai ragione... troppe cose per la testa".

"Si può sapere quali? Non mi importa niente del compleanno, mi importa di te, sono stufo della tua assenza. Questa o questa?"

Claudio fa destra sinistra con gli occhi sulle giacche.

"Questa. Non sono assente, ho soltanto la mente occupata".

"Sì, che in pratica è la stessa cosa... Questa giornata è già difficile di per sé, Claudio, senza il tuo aiuto non la supero. Lo sai che hai il monopolio sulle mie emozioni, perché mi fai questo?"

"Cosa ti sto facendo?"
Claudio è sinceramente perplesso.

Mario ride sarcastico.

"Sono settimane che mi sto fidando di te nonostante tu mi abbia messo molto alla prova tra bugie, sparizioni, telefonate. Per non parlare che la sera sei sempre stanco, non mi tocchi da giorni. Cosa dovrei pensare? E oggi che mi danno il premio ed è il mio stramaledetto compleanno avrei proprio bisogno dell'altro Claudio, quello mio, quello concentrato, che mi dà certezze invece di togliermele".

Claudio ha il panico negli occhi.

"Forse ho sbagliato..." sussurra.

"Cosa?"

"No, niente"

"Appunto".

Mario lo sorpassa andando ad infilarsi le scarpe. Mentre è alle prese con l'ultima, si sforza di trovare quel briciolo di pazienza che gli è rimasta.

"Non ti sto chiedendo molto, Claudio, qualsiasi cosa tu abbia nella testa, anche se non me ne vuoi parlare, ti chiedo solo una mezza giornata di attenzione, di focus. Non dovrebbe riuscirti così difficile visto che sono..."

Ma la sua frase viene interrotta dal telefono di Claudio che squilla. Teso come una corda di violino, Claudio sobbalza al primo squillo.

"Scusami... davvero... ma devo rispondere... è troppo importante".

Si avvia verso il telefono.

Mario a questo punto si arrende. Ha provato confusione, rabbia, gelosia in questi giorni. L'ultimo tentativo era la comprensione, solo per amore. Ma adesso ha solo delusione e rassegnazione. Forse, per la prima volta da quando lo ha incontrato, ha la sensazione di non conoscere Claudio, proprio oggi, che non gli sarebbe servito nient'altro.

Lo vede rispondere al telefono e sparire nel suo segreto, prende le chiavi ed esce.

Decide di prendere la moto e raggiungere da solo il teatro in cui si tiene la premiazione. Prima di partire con la moto può vedere riflesso nello specchietto lo sguardo di Claudio dietro la finestra. Non si lascia il tempo di leggergli negli occhi, basta, mette in moto e se ne va.

La velocità e il vento in faccia lo fanno entrare in un tunnel di pensieri. Come se stesse ripercorrendo i passaggi per capire dove, come, perché, ritrovandosi a fare uno strano collegamento. L'unica altra volta in cui si era sentito simile a come si sente in questo momento, era stata proprio la giornata della sua prima importante premiazione da che lo conosceva, quando Claudio ricevette la notizia di Alice. C'era stato lo stesso tipo di distacco a pelle; si era sentito abbandonato, ignorato, scavalcato, svincolato. Nonostante la motivazione fosse stata poi il dolore enorme per la perdita di Alice, quella risulta comunque essere l'unica volta in cui Mario si è sentito lasciato, in tutti i sensi.

Buffo il destino, pensa, le uniche due giornate in cui si sarebbe dovuto sentire al centro dell'attenzione come non mai, sono invece le uniche due giornate in era successo l'opposto.
Lo fa a posta? Con Alice non può averlo fatto a posta, ma questa volta? Una cosa doveva fare: regalargli serenità in questa stupida ricorrenza; esserci; dargli la sensazione di avere tutto avendo semplicemente lui e la soddisfazione lavorativa.

Nessun compleanno, nessuna festa eccessiva, nessun trofeo da sventolare. Può essere che, per il resto del mondo, Mario l'artista sia poco credibile quando sostiene di volere la banalità coniugale in una tale occasione, ma Mario sa perfettamente di cosa ha bisogno, conosce il suo cambiamento e la sua vulnerabilità. E sicuramente, se tutto il mondo può permettersi di dubitarne, Claudio assolutamente no.

Claudio arriva al teatro tre quarti d'ora dopo. Il tempo di riattaccare, di rendersi conto che Mario e moto mancavano all'appello, di chiudere una busta da lettere leccando la colla e premendo con i polpastrelli, di scriverci una dedica sopra, di sistemarsi allo specchio, prendere un'ultima cosa, e montare in macchina.

Appena entra vede Mario in lontananza già impegnato nell'intrattenimento di alcuni invitati e quelli che riconosce come suoi amici pittori. Presto si imbatte in Paolo per fortuna.

"Lo sai che ora sono? Sei diventato tu il divo adesso?"

Claudio ridacchia sereno.

"Dovevo finire una cosa".

"Hai poco da ridere, quello là sta preparando i fogli del divorzio, la percepisco da qua la sua voglia di menarti".

Claudio guarda ancora Mario dietro le spalle di Paolo, effettivamente non ha tutti i torti, pensa mettendosi le mani in tasca. Fa spallucce.

"Troverà il modo di perdonarmi".

Paolo lo scruta mentre sorseggia il Cosmopolitan.

"Lui, forse... Io non saprei... Ti ricordo che stai mentendo anche a me da settimane e stai facendo mentire me, molto più grave".

Claudio annuisce.

"Lo so, lo so, non importa che me lo ripeti ogni volta che mi vedi. Oggi finisce tutto, promesso. Quando capirai il motivo smetterai di assillarmi".

"Se lo dici tu...", dice Paolo mordendo la ciliegia candita.

Nel frattempo ecco che si avvicinano i primi invitati che riconoscono Claudio. È tanto tempo, ormai, che accompagna Mario alle sue mostre, ai suoi eventi. E se all'inizio passava completamente inosservato nonostante le presentazioni di Mario, da quando lo stesso Mario, stufo della trasparenza di ciò che per lui è l'opera d'arte più perfetta mai stata creata, ovvero Claudio, e stufo delle continue avances che continuava a ricevere, non solo lui, ma anche Claudio, lo aveva trascinato sul palco della Galleria Frida e aveva annunciato al microfono che quello era suo marito e che l'era delle bottarelle nel suo studio era finita, da quel giorno intorno a Claudio si era creato un certo clamore e un'ammirazione curiosa e rispettosa.

"Eccoti Claudio, ti stavano cercando tutti!"

"Claudio, amore, tuo marito è proprio bono oggi!"

"Eccola la vera star"

"Cla, ma che gli hai fatto a Mario, pare a un funerale"

"Claudio quando passi dal ristorante? Anche senza Mario, ci penso io a te"

Paolo, che si è perso gli ultimi eventi di Mario, guarda scioccato il suo amico e poi scoppia in una risata.

"Ti prego dammi un pizzicotto! Non ci posso credere, quando ti ho portato alla sua mostra, la prima volta, sembravi uno sbirro in borghese, guardati oggi. Non solo te lo sei sposato proprio tu tra tutti, ma sembri pure uscito da una copertina di Vogue. Come cambiano le cose, eh?"

E Claudio, con un bagliore nello sguardo che va oltre Paolo e raggiunge Mario, con la testa alta, le spalle dritte, l'orgoglio e l'amore nel volto, la mano che tasta la tasca della giacca, e un sorriso emozionato, risponde

"Non immagini quanto".

Come balinesi nei giorni di festaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora