Non permetto la stampa delle mie storie sotto forma di libro su siti che lucrano sul mio lavoro né per uso personale né per rivenderle, altrimenti procederò per vie legali visto che hanno il copyright.
Inoltre, vi prego di non lasciare commenti che fanno cenno alla sessualità dei protagonisti in modo maleducato; commenti con bestemmie, troppe parolacce e insulti; commenti che fanno riferimento a cospirazioni o ad altre fan-fiction perché non è rispettoso nei confronti dell'autore, dei lettori, della storia e dei suoi personaggi.
Altrimenti, sarò costretta a bloccarvi o a togliere la storia da questa piattaforma. Mi dispiace scrivere questo avviso all'inizio di ogni capitolo, ma sono arrivata al limite.
Grazie e buona lettura 🌻Alle otto del mattino, soprattutto d'estate, Holmes Chapel sembrava una cittadina fantasma.
Gemma Styles a quell'ora s'incamminava verso il suo studio medico, situato in una traversa della piazza principale, tra il panificio dei Palvin e l'ufficio delle poste. Dopo aver avuto una nottata difficile con il piccolo Tom che aveva tenuto svegli sia lei che Michael fino all'alba, fu felice di non trovare pazienti ad aspettarla fuori la porta dello studio: in quel modo, avrebbe potuto bere il suo caffè in santa pace e sistemare alcune scartoffie che aveva lasciato in disordine dal venerdì precedente. Lo studio si trovava al piano terra di un edificio a mattoncini e, per quanto piccolo, bastava a svolgere la sua attività da medico di famiglia. Sistemò l'orchidea bianca disposta sul bancone dell'accettazione, lì dove la signora Bell organizzava visite e appuntamenti, e superò in fretta la sala d'attesa. Le piaceva quel luogo in quel modo, immerso in una calma quasi surreale, dal momento che solitamente c'era un caotico via vai di persone e pazienti.
E, forse, si era illusa troppo in fretta perché, quando entrò nel suo studio, dovette ricredersi su tutta la linea vedendo suo fratello disteso sul lettino da visita con un lecca-lecca alla fragola tra le labbra, uno di quelli che regalava ai bambini dopo averli visitati.
«Harry, cosa diavolo ci fai qui e come sei entrato?» chiese indispettita, dopo averlo raggiunto con grandi falcate e avergli tolto il lecca-lecca dalle labbra per invitarlo a parlare.
«Nel cottage c'erano le chiavi di riserva per le emergenze e questa è un'emergenza, Gems.»
«Ti sei fatto male? Sei caduto di nuovo?» E cominciò a tastarlo, cercando di scostargli la camicia rossa hawaiana dal torace per visitarlo meglio: suo fratello era un pericolo ambulante e, sinceramente, non riusciva a capire come fosse riuscito a sopravvivere così a lungo. «Lo sapevo che questa ristrutturazione non avrebbe fatto per te.»
«Ehi!» Harry recuperò il lecca-lecca e scacciò via le sue mani. «Non sono caduto e la ristrutturazione procede a gonfie vele, grazie tanto per la fiducia. Il problema è qui dentro.» aggiunse, picchiettandosi la tempia.
«Hai mal di testa? Vuoi un antinfiammatorio?»
«No, Gems.» disse, prima di farfugliare con voce più grave «ieri sera - ehm - io e Louis ci siamo baciati».
STAI LEGGENDO
A Million Dreams // L.S.
FanfictionTutte le storie iniziano con un solenne "c'era una volta", ma non è questo il caso: questa storia inizia con l'ingombrante baule di legno di nonna Mary che contiene passato, presente e futuro di ben tre generazioni. Harry Styles, stilista esordiente...