Capitolo Nove

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Holmes Chapel era tutta in subbuglio per l'avvicinarsi del Festival di Fine Estate

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Holmes Chapel era tutta in subbuglio per l'avvicinarsi del Festival di Fine Estate.

Il sindaco Taylor girovagava per la cittadina con l'intenzione di trovare la corretta posizione al palco che avrebbe accolto la rappresentazione teatrale e alcuni cantanti in quelle sere di festa. Misurava addirittura lo spazio con grandi falcate e scattava fotografie da ogni angolazione con fare apparentemente professionale. Tutti sapevano che quel palco sarebbe stato montato sempre nella solita posizione, nella piazza principale, ma nessuno osava farglielo notare. Ogni cittadino si teneva ben lontano dal sindaco nei mesi antecedenti il Festival e non era difficile intuire il motivo dato il carattere fumantino dell'uomo panciuto.

Nei pressi della piazza principale, poi, era stata allestita la tensostruttura all'interno della quale fervevano i preparativi per la rappresentazione teatrale: alcuni si occupavano della scenografia e un pungente odore di pittura acrilica si diffondeva ogni tanto, altri provavano le battute della commedia tra momenti seri e altri di puro divertimento, altri ancora lavoravano per replicare diversi oggetti di scena. Bambini, anziani e adulti entravano e uscivano dalla struttura per curiosare qua e là oppure semplicemente per portare una limonata fresca o un cupcake a chi lavorava senza sosta per la buona riuscita del Festival: sentirsi parte di una comunità, dopotutto, era uno dei lati positivi del vivere a Holmes Chapel.

In un angolo, tra stoffe colorate, aghi e foglietti volanti c'era, invece, Harry.

Aveva appena finito di prendere le misure al folletto Puck, un adolescente che non voleva proprio saperne di starsene fermo, e ora riorganizzava le idee che aveva buttato giù per il suo costume. Avrebbe utilizzato più strati di tulle verde sovrapposti l'uno all'altro per dare un'idea di leggerezza al tutto, avrebbe cucito foglie e piccoli fiori sulla stoffa per rimarcare il legame con la natura e avrebbe detto a Charlotte, che aveva deciso di aiutarlo con il make-up, di sfumare un ombretto verde sulle palpebre del ragazzo e di inserire dei glitter qua e là. Annuì, convincendosi maggiormente della sua idea, mentre appuntava tutto sul suo taccuino.

Poi, rigirando la matita tra le dita inanellate della mano destra, si guardò intorno e individuò a qualche metro di distanza Louis, intento a realizzare alcuni alberi di scena.

Lo aveva visto arrivare un paio di ore prima quel pomeriggio e lo aveva salutato da lontano, lui aveva risposto a quel gesto con un sorriso timido ed era sfuggito al suo sguardo qualche istante dopo. Da quel momento in poi avevano continuato a ignorarsi: o meglio, Harry aveva continuato a lanciargli occhiate di sottecchi e lui a guardare il pavimento. Sapeva di essere stato fin troppo duro la sera precedente, per lo meno era quello che Niall e Liam gli avevano fatto notare con tanto di rimproveri e scappellotti dietro la nuca non appena Louis era andato via. E, proprio perché aveva riconosciuto di aver sbagliato in parte, decise di fare per primo un passo in avanti raggiungendolo. Dovette persino schiarirsi la voce con un colpo di tosse per catturare la sua attenzione.

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