Capitolo Otto

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Harry poteva contare sulle dita di una mano le volte in cui aveva discusso con Gemma in venticinque anni

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Harry poteva contare sulle dita di una mano le volte in cui aveva discusso con Gemma in venticinque anni.

Anche Anne poteva testimoniare che fin da bambini i due erano stati più uniti che divisi, soprattutto nelle marachelle e nonostante i tentativi iniziali da parte di Gemma di farlo fuori facendolo cadere dal fasciatoio. Insomma, non erano dei santi, ma avevano trascorso la maggior parte della loro vita a ridere insieme e a capirsi a vicenda piuttosto che a scontrarsi. Lui, poi, stravedeva per sua sorella e per i successi lavorativi e familiari che aveva raggiunto e l'amava con tutto se stesso, anche quando era arrabbiato con lei per qualcosa.

Quella sera, al suo «come sto?» pronunciato con voce incerta, Harry non poté fare a meno di pensare «benissimo» anche se avrebbe preferito alzare il dito medio nella sua direzione soltanto per mantenere il suo punto.

Sapeva fare tante cose, ma non sapeva affatto mentire e lei era davvero bellissima: per una sera aveva dismesso i panni dell'impegnato medico di famiglia ed era tornata a essere soltanto Gemma per trascorrere il quinto anniversario di matrimonio insieme a suo marito Michael in uno dei ristoranti più rinomati di Manchester. La pelle nivea con una spruzzata di lentiggini era messa in risalto da un tubino rosso aderente e in pendant al suo rossetto, mentre i capelli castani le cadevano mossi sulle spalle e dei sandali neri slanciavano la sua figura. Se non fosse stato così arrabbiato con lei, avrebbe mostrato decisamente più entusiasmo.

«Dovrai parlarmi di nuovo prima o poi. Non capisco perché te la prendi così tanto.»

Harry arricciò le sue labbra in un broncio, mentre se ne stava disteso sul letto matrimoniale. Se avesse continuato a minimizzare l'accaduto, non le avrebbe certamente parlato tanto presto. Cosa significava "presto", poi? Il tempo era relativo e quel "presto" avrebbe potuto significare persino giorni, mesi, anni. Distolse lo sguardo dal suo riflesso allo specchio e lo fissò sulla tuta grigia che indossava. Sospirò abbattuto perché, se le cose fossero andate nel verso giusto, in quel momento avrebbe potuto indossare un abito di Gucci o, addirittura, nulla.

«Andiamo!» si lamentò Gemma, sedendosi al suo fianco. «Lo so che chiederti di rimandare la tua serata romantica con Louis per fare da baby-sitter a Tom è stato tanto, ma lo stai facendo per la tua sorellona e il suo matrimonio.»

A Million Dreams // L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora