Chapter twelve.

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Elizabeth.

Louis ancora non è ritornato. Saranno circa le undici, ma non me ne importa più di tanto. Lo aspetterò anche tutta la notte.

Sto rabbrividendo dal freddo e decido di prendere una semplice coperta dall'armadio. Vado sul divano e poggio la testa allo schienale, sospirando rumorosamente.

Perchè la mia vita è solo un fottuto casino?

Vorrei mandare a fanculo tutto, una volta per tutte. Il silenzio che c'è in casa viene interrotto da Louis che entra, sbattendo violentemente la porta.

"Louis! Ero cosí preoccupata per te." ammetto in lacrime correndo verso di lui e abbracciandolo. Ma lui mi spinge, facendomi staccare.

Perchè l'ha fatto?

"Stai zitta! Sei solo una puttana."

Ouch.

Solo adesso sento che i suoi vestiti sono impregnati di alcool.

"Cosa ti ho fatto?" sussurro anche se ho già capito di cosa sta parlando.

Che glielo avrà detto lui?

"Mi hai mentito!" incomincia a piangere come un bambino. Mi male vederlo così.

"Su cosa?" domando, sapendo giá la sua risposta.

"Tu ami lui, non me!"

Tu ami lui.

Tu ami lui.

Tu ami lui.

Tre parole che non avrei mai voluto sentire. Io non amo lui. Io amo Louis. Giusto?

"Non è vero! Io amo te!" urlo mentre si avvicina sempre di piú. Mi spinge ferocemente contro il muro e incomincia a lasciare morsi sul mio collo.

"Tu sei mia!" ringhia facendomi rabbrividire. Gemo dal dolore quando stringe i miei polsi.

Ho paura di Louis.

"M-mi fai male..." piango amaramente. Lui continua non facendo caso ai miei richiami. Prende i miei capelli e li tira molto forte, facendomi urlare dal dolore.

"Lasciala andare, Louis! Le fai male!" qualcuno grida alle sue spalle. Potrei riconoscere quella voce ovunque.

"H-Hope." sussurro ancora appiccicata al muro. Gira velocemente le testa verso la ragazza che avanza nella stanza con passo deciso.

"Ma sei impazzito!?" lo scolla da me e lo allontana. Le mie gambe si indeboliscono e cado a terra, in preda ad un attacco di panico. Li avevo spesso da piccola e sembravano scomparsi, ma non del tutto.

Mi serve aria.

Hope.

Certe volte il destino è proprio strano. Dovevo parlare con Lizzie, per chiederle se volesse venire in discoteca con me, invece l'ho salvata dalla furia di Louis entrando in tempo in casa sua.

Louis resta in silenzio e sposta velocemente lo sguardo preoccupato verso la mia amica a terra.

Sta avendo un attacco di panico.

Lui si avvicina a lei, ma lo sposta violentemente. Mi avvicino io e mi porge il suo telefono.

"H-Harry..." sussurra con voce strozzata. Louis si alza di scatto tirandosi i capelli. Poi ad un tratto esce dalla casa di Elizabeth richiudendo la porta furioso.

Che strana situazione.

"Vuoi che chiamo questo ragazzo?" domando mentre cerco il suo nome nella rubrica. Forse era questo il motivo per cui Louis era cosí incazzato. Lei annuisce mentre si stringe la gola.

Spero solo che mi risponda e che lei si riprenda in fretta.

Harry.

Con questo fottuto temporale non riesco a prendere sonno. Le immagini di questo pomeriggio si proiettano nella mia testa.

Potrei intraprendere la carriera di attore.

Louis era cosí accecato dalla rabbia che ha creduto a me e non alla sua ragazza.

Ingenuo.

Il telefono irrompe nei miei pensieri e, solo quando vedo il nome di Elizabeth impresso sulla schermata, mi affretto a rispondere.

-Pronto, Elizabeth?- dico rendendo la mia voce piú roca.

Cosa l'avrà spinta a chiamarmi?

-Ehm...Sono una sua amica. Ti prego corri a casa sua.- parla con voce preoccupata. Ha una voce abbastanza squillante, molto fastidiosa.

-Perchè, cos'è successo?- alzo il tono di voce sentendo delle urla di sottofondo.

-Lei sta avendo un attacco di panico, vuole solo te. Ti prego, ha bisogno di aiuto!- mi supplica scoppiando a piangere. La sento sussurrare qualcosa a Elizabeth, mentre lei comincia a singhiozzare.

-Sto arrivando.-

Prendo velocemente una maglia e un jeans nero per poi correre verso la mia macchina, sfrecciando verso casa sua. Appena arrivo, mi precipito alla porta ed entro, trovando la porta aperta.

La sua amica non è male. Credo ci farò un pensierino.

A distogliermi dai miei pensieri perversi su quella ragazza, è la figura a terra di Elizabeth che si stringe il collo e che continua ad urlare.

La cosa si sta facendo preoccupante.

Mi avvicino lentamente a lei. Appena mi vede, incomincia ad agitarsi.

"Ssh... Ci sono io qui." le accarezzo una guancia provando a calmarla.

"Puoi andare adesso. Ci penso io a lei." dico alla ragazza con cui ho parlato al telefono.

"Se ci sono problemi, non esitare a chiamarmi." lei ci lascia soli, volgendo un ultimo sguardo alla sua amica.

Decido di prendere Elizabeth in braccio e portarla nel giardino a prendere un pò di aria fresca. La faccio distendere sull'erba fredda.

Respira con affanno, quasi come se fosse stanca. Mi corico di fianco a lei e le poggio una mano sullo stomaco, facendole una specie di massaggio. Le soffio sul viso, lasciando un bacio sulla sua fronte.

Non avevo mai fatto cose del genere ad una ragazza. Ma questa è l'ultima volta.

Solo adesso il suo respiro sembra essersi regolarizzato. Avvicino il mio viso al suo, soffiando sulle sue labbra. Lei si sporge verso di me, facendo unire le nostre labbra in un voglioso bacio.

Adesso la ho in pugno.

"G-grazie... Per avermi aiutato." sussurra ancora con le labbra vicino alle mie. Io sorrido in modo beffardo e unisco di nuovo le nostre labbra. Come ho giá detto, ottengo sempre le cose che voglio.

E lei, è una di quelle.

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TO BE CONTINUED...

Hola! Eccomi di nuovo con un altro capitolo! Come sempre, vi ringrazio di tutto il sostegno che mi state dando. Per oggi è tutto e ci vediamo nel prossimo capitolo!

Love you all.

Sex or Love? [h.s.] IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora