Chapter sixteen.

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Elizabeth.

"Questo cosa vuol dire?" sussurro con voce quasi impercettibile. Il mio viso è inondato di lacrime e il trucco è ormai scivolato via. Lui non osa avvicinarsi, come me dopotutto.

"Io non ho mai provato sentimenti, Elizabeth. Ma tu mi stai letteralmente cambiando. Non so spiegare cosa provo." Queste parole mi fanno sentire dannatamente in colpa che quasi non riesco a parlare.

"I-Io non capisco..." balbetto temendo di dire cose sbagliate.

"Nemmeno tu riesci a capire. Sei come tutte le altre. Inutile." sento il mio cuore spezzarsi completamente.

Come tutte le altre. Sono inutile. Le lacrime minacciano di scendere dai miei occhi gonfi, ma non gli darò la soddisfazione di vedermi piangere.

"Se sono cosí inutile, perchè sei venuto a cercarmi!? Perchè non mi lasci in pace!? Se sono come tutte le altre, perchè non mi uccidi subito!?" urlo facendomi coraggio. Le sue iridi diventano scure, ma non risponde.

Vorrei sfogarmi con lui, urlargli in faccia la veritá, ma non sono me stessa quando lui  ragazza da quando è entrato a pieno nella mia vita.

Non mi rendo conto che lui si è avvicinato di piú rispetto a prima. Indietreggio fino a toccare con la schiena il muro di quel vicolo stretto.

È fin troppo vicino e posso sentire il suo fiato sul mio collo.

"Ti spavento?" sussurra con voce roca al mio orecchio mentre una scossa di brividi attraversa il mio collo.

"U-un po'..." ammetto abbassando lo sguardo.

"Vuoi che vada via?" questa domanda mi lascia completamente spiazzata. Una parte vorrebbe che se ne andasse per tutto quello che mi ha fatto, ma l'altra parte vorrebbe sbattergli in faccia tutto quello che provo.

Si allontana da me, camminando verso la sua macchina un pò piú distante dal bar.

Non andare, ho bisogno di te.

Sfreccia via in meno di dieci secondi e scompare dalla mia vista. Anche questa volta, Harry Styles mi ha lasciato confusa e piena di domande.

Harry.

Un locale sulla strada isolata in cui mi trovo, coglie in pieno la mia attenzione. Entro e sono osservato da tutti, ma appena notano il mio pessimo umore voltano lo sguardo.

Detesto quando le persone mi fissano senza un motivo valido.

Un barista viene subito verso di me quando vede che sono seduto al bancone.

"Vuoi ordinare qualcosa, amico?" parla abbastanza annoiato. Già mi sta sul cazzo.

"Portami dieci shots di rum." non rivolgo lo sguardo a nessuno in questo posto. Lui si allontana senza nemmeno parlare e, dopo qualche minuto, ritorna con il vassoio pieno di piccoli bicchierini.

"Ne ho portati otto. Vanno bene lo stesso?" sbuffa svogliato.

"Lasciali qui." stringo i pungni, non avendo la forza di ribattere.

Finalmente mi lascia da solo. Incomincio con il primo bicchierino, mandando giú quel sapore sgradevole.

Sapevo che sarebbe andata a finire cosí.

Lei non potrá mai cambiare quello che sono. Mando giú anche il secondo e il terzo bicchierino, mentre la testa è inondata di pensieri. Io non ero un ragazzo che beveva molto, ma dalla morte dei miei genitori tutto è cambiato.

Quando anche l'ottavo bicchiere non è altro che un ricordo, domando al cameriere di portarmene altri sette.

La mia testa incomincia a girare, ma non me ne fotte un cazzo. Vari flash passano in ordine sparso nella mia mente.

Il giorno all'ospedale.

Il primo bacio.

Il mio piano ben studiato.

La sua risata.

Ordino una Vodka Lemon e adesso credo di essere totalmente ubriaco.

Provo solo odio verso di lei.

È lei che mi ha portato a fare questo. Andrò a casa sua e le urlerò in faccia quanto la odio.

Voglio dimenticarla.

Salgo in macchina barcollando e biascicando qualche parola confusa. Con uno scatto veloce, la macchina parte e non importa se sono le tre del mattino.

Per fortuna non ci sono cosí tante macchine e riesco a schivarle. Fermo la macchina facendo una brusca frenata. La testa mi continua a girare e incomincio a vedere sfocato. Sbatto le mani sul volante con rabbia.

La odio, piú di quanto odio me stesso.

Scendo barcollando a destra e a sinistra, appoggiandomi ad un albero. Arrivo davanti la sua porta e incomincio a sbattere i pugni violentemente. Dopo qualche minuto, una meravigliosa visione di Elizabeth in pigiama,viene ad aprirmi.

È bellissima.

Respiro affannosamente, come se avessi appena concluso una maratona. Resto fermo a guardarla. Lei è in silenzio. Ho deciso, esprimerò tutto l'odio che sto provando.

Elizabeth.

Sono le tre e ancora sono sveglia. Mi chiedo dove sará Louis adesso. Non lo sento da quella sera.

Chissá cosa stará facendo...

Non ho piú notizie di Harry da questa sera, e non mi interessa piú di tanto. Nella mia testa scorrono delle immagini di me ed Harry insieme.

Il nostro primo bacio.

La nottata a casa sua.

Il suo sorriso.

Però decido di scacciare questi pensieri e pensare a qualcos'altro. Ma l'unica cosa che mi balena in testa, è la sua immagine.

Mi ha totalmente stregato.

Credo che ci voglia un bicchiere di acqua per rinfrescarmi le idee. Scendo silenziosamente e vado in cucina, sorseggiando con assoluta calma l'acqua. Dei pugni alla porta mi fanno sobbalzare dalla paura.

"C-chi è?" urlo tremolante e spaventata. Nessuno risponde, ma continua a fare rumore. Mi avvicino con passo svelto e apro la porta.

Harry.

Cosa ci fa qui nel bel mezzo della notte? È immobile sul suo posto, e dall'odore che emanano i suoi vestiti, posso dedurre che ha bevuto. I suoi occhi sono stanchi e rossi.

Ha un aspetto devastato.

Ad un tratto noto che respira affannosamente, come se fosse agitato. Apro la bocca per parlare ma la sua voce mi interrompe.

"Vaffanculo, ti amo!"

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TO BE CONTINUED...

Surprise! ;)
Love you all.

Sex or Love? [h.s.] IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora