-TREDICI-

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Mi dirigo a grandi passi verso l'ufficio del "grande capo", cercando di mantenere un briciolo di contegno dal tirare Kento per i capelli e trascinarlo fuori.

Respira. Non essere nervosa.

Busso un paio di volte prima di sentire un "avanti" dall'altro lato.

-Oh, Aisha! Eccoti! Io e Kento stavamo giusto parlando di te!-

Mi giro verso Kento. Lui mi guarda con il suo solito sguardo di sfida.

Vuoi la guerra? Perfetto.

-Ah sì? E sentiamo... Cosa ha detto il mio Kento? - chiedo, sorridendo a mia volta verso di lui. 

-Mi stava dicendo l'intenzione di stabilirsi qui. Sai...non se la sentirebbe di portare te e il bimbo dall'altra parte del mondo... - 

-Guardi...sarò sincera. Per ora non sono incinta. Penso che il mio Kento abbia frainteso delle parole...-

-Ah...menomale!- sento esclamare il mio capo, tirando anche un sospiro di sollievo. - Ero davvero preoccupato al pensiero che tu andassi in maternità... Ma immagino che comunque tu e Kento vogliate coronare il vostro amore... Giusto, Kento? -

Mi dirigo verso Kento, sedendomi accanto a lui e sorrido cercando di non ucciderlo.

-Ehm.. Sì.-

Uuuuh. Un kento titubante. È giunta l'ora di vendicarmi!

- Oh, sì! Sa giusto l'altra sera stavamo pensando a quando organizzare il matrimonio. Eravamo indecisi se aspettare aprile o farlo subito. Vero, Kentuccio caro? - gli chiedo, voltandomi verso di lui e prendendogli la mano. 

Kento spalanca la bocca per poi richiuderla poco dopo, serrando la mascella. 

-Beh, ragazzi. Qualunque decisione prendiate, sono felice per voi! In ogni caso, l'appartamento rimarrà vostro. - esclama. E aggiunge, guardando Kento con aria trionfante, nemmeno avesse vinto i mondiali d'Italia. - Allora, direi che è accordato! Rimarrai qui con noi? - 

-Sì, certo...-

-Bene! Se non c'è altro, potete andare! -

Mi dirigo verso l'uscita, con Kento alle mie spalle. Sento i suoi occhi puntati su di me.

Forse... Forse non è stata una buona idea ma non credo che comunque lui avesse intenzione di...

- Sei stupida o cosa?! - Mi chiede Kento, appena usciti dall'ufficio.  -Avevo intenzione di dire al capo che stavo scherzando!-

Mi prende il polso e mi trascina fuori. L'aria pungente mi solletica il viso e un ciuffo dei miei capelli finisce sulla mia bocca. Certo di tenerli a bada, legandomeli. Kento mi guarda, aspettando una mia risposta.

- Certo, come no. E io sono il fantasma formaggino.- Gli rispondo, incrociando le braccia e appoggiandomi contro il muro, fissandolo in attesta di una spiegazione plausibile, anche se ormai il gioco è fatto. Inutile piangere la testa versata. No scusate. Inutile piangere sul latte versato e l'altro era...non importa.

- Inizialmente, volevo prendermi gioco di te. Ho pensato che magari mettendo queste voci in giro, te ne saresti andata presa dall'umiliazione e avresti finalmente liberato il mio appartamento. - afferma, mettendosi le mani in tasca e guardando altrove per poi proseguire - poi ho pensato che potessi essere invece il motivo per rimanere...infondo tutto sommato non è male.-

La frase mi lascia un pochino confusa...non so nemmeno cosa rispondergli. 

Cioè, mi pare alquanto surreale il tutto. Questo voleva mettermi nella merda, poi ha cambiato idea, e nella merda ci siamo insieme?! 

Inizio a ridere, anche se vorrei prenderlo a sprangate sulle gengive. 

- Cosa c'è da ridere? - mi chiede con aria interrogativa.

- Pensa...tu mi hai dato un motivo per andarmene. Dal tuo appartamento.- gli dico, finalmente riuscendo a guardarlo dritto negli occhi. Mi avvicino al suo orecchio e gli sussurro "se pensi di averla sempre vinta, ti sbagli di grosso.".

Mi allontano senza nemmeno guardarlo o dargli il tempo di rispondere.

Non ho intenzione di perdere un attimo di più. Ora vado a casa e prendo le mie cose! E gli buco le sue! Gliele distruggo tutte! Fosse l'ultima cosa che faccio.

Stronzo! Maledetto il giorno che ti ho incontrato e maledetto quel piccione. Che possa finire il qualche ristornate, cotto e farcito.


MY LIFE IS LIKE A DRAMA -KENTO YAMAZAKI-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora