Løghner si inginocchio davanti al camino, attizzò il fuoco e aggiunse altra legna per ravvivare le flebili lingue di fuoco. Poi si rizzò con fatica in piedi e si avvicinò alla tavola per afferrare con una mano la bottiglia di distillato di brumessenza e con l'altra i tre bicchieri. A quel punto tornò indietro e, posato il tutto su un ceppo di legno di fronte al focolare, si sedette tra i due ragazzi che attendevano con ansia che iniziasse il suo racconto.
«Vorrei fare un brindisi se non vi dispiace» disse il taglialegna riempiendo i recipienti di vetro.
«Non ho nulla da obbiettare.» Ridacchiò Yuvøren afferrando uno dei bicchieri.
«Avevo proprio la gola secca» aggiunse la ragazza emulando il compagno.
«All'amore» brindò il vecchio issando il suo bicchiere per aria. «Che possiate godervelo il più a lungo possibile, perché capita una sola volta nella vita di incontrare l'anima gemella. La mia si chiamava Eyva» sospirò. «Che il suo spirito abbia raggiunto l'eterna dimora dei suoi umili avi. Rammento perfettamente i suoi occhioni neri come una notte priva di stelle. Erano talmente profondi che quando ti soffermavi a fissarli ti pareva di stare precipitando in un ammaliante abisso!» Il suo sguardo si fece cupo per un momento e subito dopo bevve in un solo sorso il suo distillato.
«All'amore!» risposero gli ospiti guardandosi negli occhi con ardente complicità.
«Come stavo dicendo poco fa a tavola, celato fra le antiche Vette Nebbiose c'è un'imponente castello. Una fortezza a voler essere precisi. Gli abitanti di Bygvåt, più di un secolo fa, la soprannominarono il Castello Cinereo perché è stato costruito con rocce calcaree ed è praticamente impossibile da scovare se non si conosce la sua esatta posizione. Era un astuto stratagemma che avevano escogitato i suoi proprietari, la nobile casata dei Grådige, per non venire disturbati.»
«Come mai?» domandò Hivritt piena d'interesse.
«Credo che temessero di venire derubati delle loro immense fortune, anche se si vocifera che praticassero rituali di magia nera e che non volessero farlo trapelare in giro. Non so come funzionasse e tutt'ora funzioni nelle altre regioni di Hitarcia, ma qui la pena per chi pratica le arti oscure è la morte per decapitazione» spiegò il vecchio quasi in un sussurro.
«Da quel che ho sentito dire in giro non si hanno notizie di qualcuno che pratica rituali di magia nera da più di quattrocento anni. Senza prove concrete non posso che reputarle soltanto delle dicerie» affermò Yuvøren con scetticismo.
«Comprendo la tua riluttanza ragazzo, ma devi capire che dall'arrivo dei Grådige moltissime cose volsero al peggio. Tutto ebbe inizio con questa maledetta nebbia e, per carità, da queste parti la conformazione del territorio agevola la sua comparsa, dato che il vento non circola e l'aria umida tende a diventare più fredda man mano che scende a valle, tuttavia, un tempo, era un fenomeno meteorologico che si limitava alle stagioni invernali. Gli abitanti più giovani non immaginano nemmeno quanto fossero fiorenti e luminose queste terre in primavera, a maggior ragione voi forestieri. Quando ero un fanciullo Bygvåt era la sosta più ambita dai viaggiatori e, anche se ora non si direbbe, vi giungevano principalmente per l'ineguagliabile ospitalità dei suoi abitanti.»
«Stento proprio a crederci.» Si meravigliò la ragazza del sud.
«Hanno il dente avvelenato perché gli unici forestieri che vengono a farci visita sono in cerca del tesoro maledetto» replicò amareggiato. «Se vi trovaste nei nostri panni non andreste così fieri di questa situazione. La comparsa di quella fortezza per noi fu una vera e propria sciagura. I nostri affari andarono a farsi maledire e non potemmo fare nulla per evitarlo, neppure dopo decenni dalla morte di tutti i componenti della famiglia Grådige. Molti abitanti furono costretti ad abbandonare Bygvåt in cerca di una vita più dignitosa, finché il villaggio non assunse l'aspetto di un cimitero abbandonato. Per la povera gente rimasta l'arrivo di uno straniero è sinonimo di sventura.»
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Hitarsia: i racconti perduti ©
FantasíaHitarsia è un mondo ricco di misteri che getta diviso in cinque regni governati dagli esseri umani: Noromrad, Soromrad, Ostomrad, Vestomrad e Midomrad. Ma gli umani non sono le uniche creature che abitano queste terre e gli equilibri per mantenere l...