I tre si svegliarono al sorgere dei soli per fare un'abbondante colazione, dopodiché si prepararono per affrontare l'ardua arrampicata. Nelle sacche da viaggio misero una corda e una piccozza, indispensabili per scalare le irte pareti rocciose; una quantità di provviste per il viaggio di andata e ritorno e delle fiaccole che sarebbero tornate certo utili nei corridoi bui e freddi della fortezza.
Ci volle l'intera giornata per raggiungere il Castello Cinereo e con non poche difficoltà. Difatti c'era un solo e proibitivo sentiero che permetteva di salire nel minor tempo possibile alla fortezza dei Grådige, tuttavia, oltre a trovarsi a una notevole altitudine, a poco più della metà della loro arrampicata, era anche in un punto molto pericoloso tra le Vette Nebbiose. Prima di giungervi, il gruppo dovette destreggiarsi in una fitta foresta di alberi marci, che il taglialegna spiegò essere la Selva Perduta. Nessuno a Bygvåt conosceva la ragione dell'improvviso avvizzimento della flora, tuttavia il fenomeno coincideva con la costruzione del Castello Cinereo, per cui non era difficile trarre le dovute conclusioni. A rendere problematico il passaggio nella foresta c'erano da una parte la nebbia assai più fitta del solito, che non permetteva di vedere oltre un palmo dal naso, e dall'altra il costante terrore di essere braccati da creature infime e misteriose chiamate gråtz. Il vecchio spiegò con notevole timore che questi esseri erano in grado di simulare le grida d'aiuto delle loro ultime vittime, in modo da attirare gli ignari forestieri e infine divorarli. Quella situazione non fu per niente semplice da affrontare e dovettero mantenere costantemente i nervi saldi per non abbandonarsi a una fuga disperata che avrebbe decretato la loro morte. Quando, provati nel corpo e soprattutto nella psiche, i tre riuscirono finalmente a lasciarsi alle spalle la Selva Perduta, dovettero accamparsi per rifocillarsi e riprendere fiato. Era mezzodì, eppure a detta dei due giovani forestieri pareva essere il crepuscolo per via della scarsa luminosità. Ripreso il cammino, dovettero vedersela con una pericolosa parete rocciosa a strapiombo. Quella fu la parte che li rallentò per la maggiore, poiché l'età avanzata di Løghner mise a dura prova il suo fisico e dovette riposarsi molteplici volte. Ad ogni modo raggiunta la cima si ritrovarono all'ingresso dell'angusto sentiero, tuttavia, prima di procedere con l'ultima parte del viaggio, dovettero prendersi l'ennesima pausa. Infine, con le ultime energie rimaste, il gruppo attraversò il tortuoso percorso montano aggirando il fianco della montagna e con il calare dei soli arrivarono al Castello Cinereo.
«Ci credo... che nessuno... ha mai fatto ritorno» disse Hivritt senza fiato. «Yuvøren... questa è l'ultima volta... che ti asseconderò nelle... tue follie» si lamentò cadendo sulle ginocchia.
«Smettila di lagnarti... oramai è fatta!» rispose il ragazzo, ammirando la fortezza che si ergeva imponente nel mezzo di una radura coperta dall'erba alta.
«Da qui in poi... non avrete più bisogno... del mio aiuto, perciò... penso che mi accamperò qui... se non vi dispiace» sentenziò il taglialegna provato, mentre adagiava sul terreno la sua sacca da viaggio.
«Non erano questi i patti» ribatté Yuvøren.
«È vero, ma temo... di aver sottovalutato... la mia età.» Si dispiacque. «Mi rimangono una trentina di minuti... prima che calino le tenebre. Ho a malapena il tempo... per accendere un fuoco... e non voglio rischiare di imbattermi... in qualche belva feroce. La luce sarà la mia unica difesa» spiegò con affanno.
«È già tanto che ci ha condotti fin qui» mediò Hivritt rimettendosi in piedi. «Vedi di ringraziarlo e falla finita.»
«Hai ragione. Scusami, non so che mi è preso.» Si voltò il giovane, incamminandosi verso il castello. «Grazie di tutto, Løghner.»
«Aspetta» soggiunse il vecchio. «Resterò qui fino all'alba, dopodiché comincerò la discesa verso Bygvåt.»
«Per quale ragione?» Si stupì la ragazza.
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Hitarsia: i racconti perduti ©
FantasyHitarsia è un mondo ricco di misteri che getta diviso in cinque regni governati dagli esseri umani: Noromrad, Soromrad, Ostomrad, Vestomrad e Midomrad. Ma gli umani non sono le uniche creature che abitano queste terre e gli equilibri per mantenere l...