Cap. 1

797 19 0
                                    

Ed eccomi arrivata a casa dei miei genitori.
Oh dimenticavo, io sono Clara, precisamente domani farò 18 anni e amo il calcio. Fino ad ora ho vissuto la mia adolescenza a Roma, per giocare con la squadra femminile di calcio S.S.Lazio (sono juventina ma dettagli), ora mi trovo catapultata a Firenze perché a Roma (dovevo vivevo con mia nonna) mia nonna è venuta a mancare.
Questa donna è stata la nonna che mi ha fatto da madre e da padre, la donna che mi ha sostenuta, la donna che credeva in me, colei che mi ha rassicurato prima di ogni partita, la donna per cui davo il meglio di me.

Trascino le valige dentro l'immensa villa dei miei genitori e una voce mi chiama.
"Clara, sono qui, quello è il retro" mi volto e vedo mia madre davanti alla porta che ride.
La raggiungo e ci salutiamo, saluto anche mio padre e dopo una serie di MI SEI MANCATA vado in quella che sarebbe stata d'ora in poi la mia camera.

Mia madre mi ha detto che il secondo piano è completamente mio, ora sono davvero la ragazza più felice del mondo.
Sistemo le valige e mi reco sul mio immenso balcone che circonda l'intera casa.

Che spettacolo. Mi appoggio alla ringhiera con il mento appoggiato sulla mano e ammiro le nuvole in cielo, so che è da bambini, ma mi rilassa.

Mi sento osservata ma non capisco da chi, poi mi accorgo della villa di fronte alla mia.

È ENORME COME CAZZO HAI FATTO AD ACCORGERTENE SOLO ORA!

Ed ecco anche la mia coscienza scassapalle.
Tornado alla villa, dall'esterno è uguale alla mia, e guardandola noto qualcuno sul balcone che mi guarda.

È un ragazzo, è senza maglia e si notano i suoi addominali e i tatuaggi, è riccio e sembra molto carino

Ma che carino e carino! QUELLO È UN BONAZZO ASSURDO

Beh forse, ma non mi interessa, e poi CHE CAZZO GUARDA

rientro in camera e faccio un bel sonnellino, che viene interrotto dalla parta della mia camera che si apre

"Ehi Clara, domani è il tuo diciottesimo compleanno, come vuoi festeggiare?" Chiede mia madre sulla porta

"Senti mà, non mi sento in vena di fare feste, in realtà non mi sono mai piaciuti i compleanni, quindi, apprezzo tantissimo ma non mi va" dico sperando che mi capisca.
Si avvicina a me e mi da un abbraccio, uno di quei abbracci che ti fanno sentire al sicuro.

Esce dalla mia stanza ed ormai io non ho più sonno, credo che uscirò a fare dei tiri a pallone. Non voglio essere fuori allenamento, nonostante io non faccia più parte di una squadra.
Indosso una maglietta della Nike e i pantaloncini della medesima marca, e per finire i calzini alti bianche della Nike con le mie adorate air force 1.

SI OK MI PIACE LA NIKE!

Scendo e informo i miei genitori che uscirò a giocare un po' a pallone, in risposta mi dicono che c'è un campetto di pallone poco distante da qui.
Perfetto direi.

Esco con il mio pallone e mi avvio verso il campetto.
Non c'è nessuno apparte dei bambini, credo di circa 10-11 anni.

Inizio a fare dei palleggi nella metà campo vuota.
Mi sento toccare da qualcuno, mi giro e c'è uno dei bambini.

"Vuoi giocare con noi? Sei molto forte e a noi manca una persona per giocare"
senza pensarci due volte accetto, credo che mi divertirò un po' con questi bambini Ahhaahahahahahhahahaa

Giochiamo un po' e i bambini sembrano esasperati, a tal punto da chiedermi di giocare da sola.

UNO CONTRO TUTTI.
Seriamente credono di battermi così Haahahha ILLUSI.
Accetto e intanto vedo dei ragazzi avvicinarsi al campo, tra di loro scorgo colui che dovrebbe essere il mio nuovo vicino.
Mah

Iniziamo a giocare e mi sto divertendo tantissimo, 10 bambini non riescono a prendermi la palla, sto facendo tantissime finte e pallonetti facendoli confondere e terminiamo la partita 7 a 0 per me.

I bambini si siedono a terra completamente stanchi e sconfitti, mi avvicino a loro e mi abbasso alla loro altezza

"Si è vero che l'unione fa la forza, ma scagliarsi tutti a prendere il pallone non è il modo giusto, bisogna stabilire dei ruoli e soprattutto rispettarli" detto questo me ne vado ma sento un bambino chiamarmi.
Mi giro e vedo i bambini e i ragazzi che mi guardano.

"COME TI CHIAMI?" chiede un bambino

"Clara, perché "

"Clara hai dimenticato il tuo pallone" dice mostrandomi il mio pallone

Noto che loro ne hanno uno tutto rovinato e abbastanza sgonfio

"Tenetelo voi" dico facendo un occhiolino ai bambini che mi ringraziano in coro da lontano.

Durante tutto ciò il gruppo di ragazzi ha assistito a tutta la scena ed il "mio vicino" non mi ha tolto gli occhi di dosso neanche per un istante.
 
VUOLE UN AUTOGRAFO?

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
EHI RAGAA!
SPERO VI PIACCIA IL PRIMO CAPITOLO!
lasciate una stellina ed un commento per il prossimo capitolo❤️

Rivali //Aron Pieper//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora