Capitolo III

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Arrivò il mattino. La casa era tornata fredda, poiché il fuoco del camino aveva già carbonizzato tutta la legna, giungendo a spegnersi. La casa era circondata all'esterno da una fitta neve che cominciava a diminuire rispetto alla notte. Era una domenica di Dicembre e tutti potevano rilassarsi dopo la dura giornata, cui era stata la precedente.

Dopo essersi lavate, Dania e la piccola Cloe uscirono ben coperte dalla testa ai piedi per poter assaporare l'alba bianca. Appena chiusa la porta la piccola fece un salto sulla distesa nevosa, strillando dalla felicità e puntando il nasino rotondo verso la volta celeste per sentire sul visetto caldo i fiocchi freddi di neve, stendendo le braccia.

-Amore non allontanarti troppo, resta qui!- disse la donna con un velo di preoccupazione. Non era abituata ad una vista tanto dispersiva, essendo abituata ad uscire e vedere intorno a sé asfalto e case, movimentato dal frenetico moto dei mezzi di trasporto e dai passanti. Lì invece c'era una foresta che sembrava infinita, e con la neve posata sui rami degli abeti sembrava che il suolo, la vegetazione ed il cielo fossero un tutt'uno.

La bimba, testarda ed euforica cominciò a fare il giro della casa, muovendo con forza le gambette corte ma veloci che sprofondavano nella distesa di neve, che poteva essere alta dieci centimetri. Nulla rispetto alla distesa formatasi più lontano dalla casa, dove la bimba, alta meno di un metro, sarebbe sprofondata fino alle spalle.

-Cloe! Ho detto di restare qui! È pericoloso!- ma niente, la sua risatina acuta e stridula sovrapponeva quella fiacca e scarica della madre. A questo punto fu costretta ad inseguirla. L'afferrò per le ascelle, e Cloe cominciò a scalpitare con le coscette all'impazzata, cominciando a rattristirsi e a strillare in modo diverso. Nel momento in cui la donna mosse la testa per scostarsi dal viso i capelli agitati per accogliere il viso della bimba notò che al lato della finestra del magazzino retrostante era appeso un foglietto.

Nel frattempo la porta d'ingresso dall'altra parte si spalancò sonoramente e Barry, con il pigiama e gli scarponi da neve si fiondò verso loro.

-Dania che succede? Mi avete svegliato!-

-non la senti come strilla tua figlia? Si stava allontanando e l'ho presa. Adesso strilla ancora di più! La neve la rende talmente euforica..-

-portiamola dentro. Basta Cloe, adesso andiamo a fare colazione, che poi devi lavarti i dentini!-

-Voglio la neve papino! Voglio la neve!-. Ignorando i picci, Dania se la portò dentro e volgendo un ultimo sguardo sulla struttura dietro la casa anche Barry notò il foglietto e si diresse incuriosito verso il magazzino e aggrottò le sopracciglia per vedere meglio ciò che era rappresentato sul foglio, poiché era senza lenti a contatto ancora, essendo uscito di fretta da dentro. Riuscì a leggere a caratteri cubitali una scritta disordinata e ricalcata, sarà anche per dieci volte. Sembrava una scritta puerile, come quella di un bambino ai primi anni di scuola che cominciava a scrivere. Sopra c'era scritto "aiutatemi".

L'incontro con l'uomo smilzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora