Capitolo VI

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Settimana dopo settimana la famiglia si abituò alle condizioni che la nuova vita offriva. Ma come ogni proprietà fuori dal centro, la loro creava piccole scomodità. Il posto del lavoro e la scuola dell'infanzia erano posti raggiungibili attraverso l'impiego di svariato tempo, ma col passare dei giorni diventava automatico. Per Dania era un problema visto che il suo momento di ispirazione le giungeva di notte. Lei lavorava in una casa editrice nel ruolo di fumettista e la mattina era un'impresa titanica levarsi dal letto. In quelle settimane però l'inquietudine giocava un brutto ruolo su di lei. Si sentiva strana. Poteva essere la gravidanza? L'unica spiegazione era quella, in fondo quei tre mesi cominciavano a farsi sentire. Scesi più a valle passarono davanti ad una grande quercia, tanto larga che poteva essere abbracciata da una decina abbondante di uomini. Talmente imponente che gli altri alberi parevano inchinarsi alla sua maestosità. Dania, ogni volta che ci passava davanti, rimaneva estasiata. Ma quella mattina, al rallentamento dell'auto guidata da Barry, per via della curva che circondava le terre, intravide un foglio molto simile a quello affisso al magazzino dietro casa loro.

-Barry! Ferma la macchina! Subito!- implorò, mostrandosi quasi spaventata. Barry dette istintivamente una botta col piede al freno ed alla frizione , ma solo per rallentare.

-ma tesoro, non posso! Siamo in curva e..-

-un attimo dai, faccio subito!-

La macchina venne fermata del tutto a cinquanta metri dalla quercia, e mezza macchina era piantata nella terra, oltre la banchina.

-dove vai? Non vedi che sprofondi nella terra?- disse Barry guardando le scarpe di Dania, sempre eleganti, sprofondare nel terreno umido ed erboso del campo. Lei rimase perplessa quando Barry glielo fece notare. La solita, con la testa tra le nuvole.

-posso sapere perché te ne stai andando verso le terre?- la esortò a farsi capire il marito.

-non lo vedi quel foglio? È simile a quell'altro- disse Dania, facendo capire che voleva ottenerlo. Barry andò di corsa verso la quercia e se ne tornò col foglio in mano. Dania notò la sua espressione meravigliata alla vista del foglietto. Sembrava che avesse visto un'immagine sconvolgente. Infatti lo era.

Quando tornò a sedersi in macchina passò il foglietto a Dania, con aria insofferente.

-ti interessano questi scarabocchi?- disse passandole il foglio con aria scocciata, sorpreso dal fatto che era stato fermato per uno scarabocchio. Sopra era rappresentato un disegno, sempre simile a quelli fatti dai bambini dell'asilo. Era rappresentato un ometto senza volto, con corpo e braccia particolarmente lunghe. Questo ometto era ripetuto più volte ai margini maggiori del foglio.  Figuriamoci se i bambini sono bravi nelle proporzioni.

-deve essere una caccia al tesoro sicuramente!- disse Dania, scrollandosi di dosso ogni dubbio. Lo passò a Barry sotto sua richiesta, e guardandola negli occhi, sempre con sguardo scocciato lo appallottolò e lo buttò dal finestrino. Dania lo guardò infuriata:

-non inquinare l'ambiente! Quante volte lo farai ancora?- alzò la voce gesticolando con le mani.

-scusa..- disse Barry abbassando un po' la voce. Dania girando la testa al finestrino di dietro, dopo aver carezzato la gamba della figlia seduta dietro, per tranquillizarla notò che un altro albero le sparì davanti agli occhi, facendola sussultare di nuovo e lasciandola attonita, fissando quel punto in quel momento diventato vuoto, allontanandosi sempre di più di lì.

L'incontro con l'uomo smilzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora