I rametti e la vegetazione secca scricchiolava sotto gli scarponi e il vapore le usciva dalla bocca tremolante. In quel momento a Dania passavano tutti i più cattivi pensieri, tra cui l'essere una cattiva madre o quello che Cloe non stava bene in quel momento. La foresta era quasi impercorribile e lei si dovette appoggiare alla corteccia degli alberi, viscosi e freddi, per evitare di inciampare. Era debole e squilibrata. Era stata una settimana difficile e le carenze dei suoi digiuni si facevano sentire. Ma lei quasi non ne risentiva. La sua mente era incentrata sulla sua figlioletta. Qualunque genitore si sarebbe disperato.
Ma lei sapeva che non poteva andare troppo lontano. La curiosità poteva avercela fino ad un certo punto. Mentre si teneva alle cortecce, prendendo intanto innumerevoli storte a causa delle radici che deformavano il terreno, ella toccò qualcosa che si piegò al suo tocco. Quando tolse la mano di lì cadde a terra un altro foglio.
-un altro! Ma cosa sono questi stupidi disegni?! ...Ma comunque questo non è il momento, devo sbrigarmi!- pensò la donna intascandosi il foglio.
Alzando lo sguardo vide sbucare dall'albero una spalla del giubbottino di Cloe. Si diresse di corsa verso quella manica e l'afferrò. La bimba la guardò con i suoi occhioni neri spalancati, stava tremando ma aveva un'espressione serena. Quando la madre le tirò violentemente il braccio notò che era senza guanti e aveva le mani rosse e le unghie viola, ma lei non celò nessuna sofferenza. Era tranquilla e sembrava ristorata dalla scappata di quella notte, ma non sembrava molto felice di essere portata via dalla madre. Infatti si guardò sempre intorno. Non si curava nemmeno delle sgridate e delle sculacciate che le stava dando la donna, subiva in silenzio.
Dania lo notò. A quest'ora si sarebbe già messa a strillare come al suo solito, vedendo andare qualcuno contro i suoi ideali. Se la portò in braccio e a passo veloce cercò di uscirsene dalla foresta. All'orizzonte, vicino alla porta di ingresso, c'era Barry che le guardava stranito, portandosi la sigaretta in bocca.
-ma dove cazzo andate?- disse Barry visibilmente alterato, senza darle il buongiorno e alzando un po' la voce.
-era scappata! Questa notte!- disse Dania portando a passo veloce la piccola peste dentro. La poggiò delicatamente sulla sedia vicino al fuoco e si inginocchiò a terra di fronte a lei.
-allora? Cosa ti succede? Cosa devo fare con te? Mi hai fatta spaventare!- disse Dania con la voce soffocata dall'inizio di un pianto. Ma lei non sembrava curarsene. Stava lì a fissarla, con uno sguardo sereno, come se non riuscisse a comprendere la gravità della situazione. Subito dopo entrò Barry e la guardava con sguardo innervosito.
-guarda oggi non ho proprio voglia di litigare...- lo ammonì subito Dania, senza nemmeno più la voglia di discutere dopo quei giorni.
-non voglio fare discussioni..- mentre Barry chiudeva la porta eccolo di nuovo, dietro di lui. Così vicino che avrebbe potuto soffiargli i capelli, se avesse avuto la bocca. Infatti era senza volto. Si potevano scorgere solo i tratti, come le incavature sul viso. Era completamente bianco in volto.
Mentre Dania tirava dentro il marito afferrandolo per il polso con foga e con la stessa gli chiudeva la porta da dietro, scorse il suo corpo. Un corpo alto e magrissimo, con braccia che gli finivano fin sotto le ginocchia. Il tutto era rivestito da un elegante smoking nero ed una cravatta rosso sangue dentro la giacca. Le sovvenne subito il disegno sul foglietto ritrovato. No, non era una caccia al tesoro.
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L'incontro con l'uomo smilzo
رعبUna nomalissima e felice famiglia. Due genitori che si vogliono bene e la loro bimba di cinque anni, più un altro in arrivo. Qual è il problema? L'essersi trasferiti e l'essere curiosi.