Capitolo IX

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Quella notte Dania non riuscì a dormire. Era irrequieta e pensava al peggio. Da quando si erano trasferiti succedevano cose strane ma nessuno si accorgeva di niente a parte lei. Pensava che la sua vita era più tranquilla quando vivevano giù in città nonostante gli attacchi d'asma della bimba che a volte la svegliava con apnee notturne e lei fu costretta a usare l'inalatore. Ultimamente era irrequieta anche lei. Non vedeva però nulla a differenza della mamma. Queste erano le considerazioni di Dania, che pensava fosse lei il problema della famiglia. Soprattutto la settimana che seguì quella sera, quando ebbe quella visione lontana. Si sentiva osservata e la minima impressione sensoriale la turbava. Quelle apparizioni di tanto in tanto c'erano, ma sempre a distanza. Cominciò a credere di essere perseguitata da uno spettro, ma il fattore che la rendeva irrequieta era che non aveva motivo di subire tali spaventi, era una donna come tutte le altre con una vita come quella di tutti gli altri e faceva azioni uguali a quelle di tutti gli altri. Per questi problemi di sonno si assentava spesso dal lavoro oppure entrava ore dopo perché dormiva la mattina all'alba, quando la sua adrenalina si abbassava e le sovveniva il sonno. Barry avrebbe persino preso in considerazione uno psicologo se il problema fosse perdurato.

Una domenica la donna si svegliò col freddo nelle ossa, come se la casa non fosse stata riscaldata per tutta la notte. Barry stava ancora dormendo profondamente. Lei aveva sonno ma non riusciva a dormire a causa del freddo. Quando entrò in bagno si guardò allo specchio mentre apriva l'acqua e aspettava che si riscaldasse. Aveva i capelli più crespi del solito e le occhiaie che erano diventate viola. Pensando a quello che le stava succedendo scoppiò a piangere. Tutta la frustrazione della settimana le uscì fuori attraverso singhiozzi e lacrime. Voleva evadere dalla sua vita, non si era mai sentita così. Chiuse l'acqua perché la stava solo sprecando e cercò di singhiozzare più piano possibile poiché non voleva far svegliare Barry già con la preoccupazione. Interruppe il respiro quando sentì una porta sbattere. Si sciacquò il viso e uscì dal bagno. Si era sbagliata. Non c'era nessuno in circolazione. Ma notò subito che nel salotto c'era corrente d'aria. La porta d'uscita e la stanza di Cloe erano aperte e sbattevano contro lo spigolo alternate. Quando Dania spalancò la porta della sua cameretta non la vide.
-oh cazzo! Dov'è?- pensò fiondandosi dalla camera all'esterno della casa dopo essersi infilata gli scarponi impermeabili e afferrando la giacca al volo. Si guardò intorno e non vide nemmeno l'ombra della piccola. Le orme erano state spazzate via dalla neve. Se non erano visibili c'era solo una spiegazione: non era andata via da poco. Cominciò a correre a perdifiato verso la foresta, sapendo che Cloe ne era immotivatamente attratta.

L'incontro con l'uomo smilzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora