*quarantena. ho detto tutto credo.*
oggi non mi aiuta nemmeno la musica. ho finito le sigarette, e anche la voglia di vivere. vedo la gente sui terrazzi e alle finestre, che tiene in mano i cellulari, le torce accese. un po' sorrido, perché quest'Italia che non era più unita dal 1861 ha riscoperto la solidarietà. ma poi torno dentro e mi sento soffocare. penso che non posso uscire di casa, non posso stare con i miei amici, non posso nemmeno vedere i miei nonni perché chi lo sa se sono portatore sano o meno.
e poi ci sono le voci. quelle bastarde. per loro non sono niente, sono solo un ammasso di carne che occupa spazio. e so che non è vero, lo so che per qualcuno valgo. ma porca troia, a forza di sentirle sto cominciando a crederci anche io. sto cominciando a credere che la mia esistenza non conti.
desolazione. guardo fuori dalla finestra e vedo un deserto di palazzi. vedo volti speranzosi alle finestre ma a che cazzo serve la speranza? servono certezze, nella vita. dicono che "#andràtuttobene" ma qui la gente muore. non andrà bene un cazzo.
e questi sono solo i pensieri di una persona a cui hanno detto troppe volte che sarebbe andato tutto bene. mi dicevano "starà bene, guarirà", ma tra pochi giorni saranno tre anni dalla sua morte. tre fottuti anni, in cui mi ripetono che andrà tutto bene. oh, si, certo.
è per questo che in quell'hashtag del cazzo, con quel fottuto arcobaleno, non ci credo neanche un po'.
ma lo giuro che ci provo a crederci. ci provo, a credere che si risolverà tutto. ci provo, a credere che questa quarantena finirà presto e potrò riabbracciare O******, R******, G****, M******, B********, M***, A****** e tutti i miei parenti. ci provo davvero. e si dice che la speranza sia l'ultima a morire, ma mi sa che è morta da un pezzo, sul lettino di un ospedale, perché non l'hanno mandata in rianimazione. perché adesso, tocca scegliere. se uno ha più di tot anni, in rianimazione non ci va, perché non serve alla società odierna. a noi servono i giovani, baldanzosi e forti. gli stessi giovani che preferirebbero morire, per far mandare in rianimazione un ottantenne con delle nipotine piccole che credono che tornerà presto a casa.
ed io non capisco perché la gente va in giro come se niente fosse. perché questo è puro e semplice menefreghismo. stare in casa mi uccide, si. ma non esco, se non per far pisciare quei dannatissimi cani che non fanno altro che fare casino. non esco perché so che potrei portare a casa un virus potenzialmente letale, e che potrei far rischiare la vita alla mia famiglia. e una persona l'ho già persa.
state a casa. cazzo, si, ti distrugge, ti obbliga a stare con te stesso quando vorresti solo fuggire, ti uccide dentro. ma almeno questo passerà prima o poi. dalla morte non si torna indietro.
quindi porco D**, che vi costa? che vi costa stare col culo sul divano? niente. assolutamente niente.
non fatelo per voi. fatelo per i vostri nonni, i vostri genitori, i vostri fratelli, sorelle, vicini di casa, figli, cazzi e mazzi vari.
si sentono applausi dalle finestre, gente che canta. siamo qui. uniti.
viva la vita.
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-Icarus
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e Icaro cadde.
Poesíapensieri. pensieri che di solito non amo condividere. questa raccolta esiste solo per colpa di una sfida che mio malgrado ho accettato. sono solo pensieri di chi ha perso la testa e cerca di ritrovarla in un labirinto oscuro. non sarà una storia...