Capitolo 9.

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Jordan's pov.

Non sono riuscito a chiudere occhio questa notte.
Mi contorcevo nel mio letto, in cerca di una posizione comoda, ma una posizione comoda serviva ai miei pensieri, ed Anna era al centro di questi.
Ho vagato per ore ieri sera, in cerca di lei, non rispondeva alle mie chiamate, nè ai messaggi.
Doveva essere una fantastica serata, lei tra le mie braccia davanti  ad un film, romantico probabilmente, come piace a lei.
E invece, si è trasformata in un terribile incubo.
Io ed Anna litighiamo davvero raramente, ma quelle parole non riuscivo più a tenerle dentro, magari non era proprio quello che pensavo, quello che volevo dirle, ma sono uscite dalla mia bocca come un vulcano in eruzione, non ho potuto fermarle in tempo, mi sono reso contro dell'errore solo dopo averla vista negli occhi.
Nei suoi occhi c'era lo sconforto, l'angoscia, la delusione nel sentire certe parole dalla persona che ami.
Mi sono comportato come un mostro.

Mi alzo dal letto e vado diretto nella doccia, fredda, proprio come piace a me.
Mentre ad Anna piace calda, e quando la facciamo insieme, accontento sempre lei.
Fingo che piaccia anche a me l'acqua calda, solo per compiacerla.
E quando quel giorno posizionai la manopola sul grado 'freddo' per farle uno scherzo? Ahaha, uscì dalla doccia nuda, correndo subito verso l'accappatoio.
Si arrabbiò molto quel giorno, ma era bellissima, sbraitava come una matta, eppure io non sentivo neppure una parola di quelle imprecazioni, ma la guardavo solamente, come si guarda un tramonto d'estate, banale, ma incantevole.
È quella volta che vincemmo la finale del campionato? Corse in mezzo al campo come una squilibrata, venendo verso di me, mi si buttó addosso facendomi rotolare all'indietro, facemmo una figuraccia, ma fu una sensazione stupenda.
Quella sera facemmo l'amore, l'amore vero, quello autentico. Eravamo stanchi morti dopo un'ora di partita, ma non stanchi per amarci.
Invece adesso sembra che le forze siano esaurite per amarci, non trova più tempo per me, per amarmi, spero sia solo una mia brutta impressione.

Ho intenzione di farmi perdonare, andrò da lei.
Ho bisogno di averla vicina, ho bisogno di chiederle scusa davanti ai suoi occhi, guardandola dritta in faccia, e dirle che non pensavo davvero ciò che ho detto, non voglio perderla.
Quando l'ho vista allontanarsi nel buio di New York, ho urlato, ho urlato talmente tanto che pensavo mi si sarebbero staccate le corde vocali, ho urlato dal dolore, come se mi stesse abbandonando per sempre.
Ma questo non accadrà. Non accadrà mai.
Mi vesto di fretta e furia per raggiungerla, non voglio aspettare un secondo in più.
Metto le scarpe e prendo le chiavi dell'auto., ho intenzione di arrivare il prima possibile da lei.

Annalise's pov.
"Sto bene, mamma, tu?"
"Amore, io sto bene, sono in Florida ora, tra qualche giorno potrei venire a farti una visita."
"Va bene mamma."
"Va tutto bene amore?"
"Si, tutto bene."
"C'è qualche problema con Jordan?"
"No, va alla grande con lui. Ora vado a fare i compiti."
"Va bene, ti richiamo appena possibile."

Faccio fatica a parlare con loro, non voglio far avere ulteriori preoccupazioni ai miei genitori, dopo aver scoperto il loro imminente divorzio. Questa cosa mi distrugge dentro.
Mi vengono in mente quei momenti passati in famiglia, tutti quei momenti che fino a qualche anno fa, erano banali.
Tutto dopo un po' cambia, tutto prima o poi vogliamo che ritorni, anche se nel momento in cui lo stiamo vivendo, ci sembra stupido ed inutile.

Scendo in cucina per prepararmi qualcosa da mangiare, non mangio un pasto decente da quando io e Cherry siamo andate al sushi.

Decido così di cucinare degli spaghetti, il mio piatto preferito. Non per vantarmi, ma sono un'ottima cuoca.
Quando la nostra famiglia non era ancora ai limiti dello sfascio, mia madre ha sempre voluto che io imparassi a cucinare dalla nonna, una vera guida per me, e ci riuscì.
Ora la nonna non può più aiutarmi fisicamente, ma il giorno prima che lei andasse via da me per sempre, mi lasciò il suo tesoro più grande, il suo quaderno delle ricette, scritte tutte rigorosamente a mano.
Mi manca tanto la mia dolce nonna, mi manca tanto la mia famiglia unita.
Vorrei tornare indietro nel tempo, nel giorno della nostra foto di famiglia, quella che si trova di fianco alla porta d'ingresso, che non è stata più rimossa e ricreata dall'anno in cui mio padre tradì mia madre.
Come a voler rimanere le cose così, come a tentare di non farle cambiare.
Mio padre tentò di farsi perdonare, ma mia madre lo ripagó con la stessa moneta.
Da lì finì tutto, da quel momento in poi non ho più nessuna foto con i miei genitori, è per questo che ho copie di quella fotografia dappertutto.
Dietro la cover del mio cellulare, sotto al mio cuscino, dentro lo specchio del mio bagno, nel mio armadio.
Dappertutto.
Dovunque io metta gli occhi più spesso, in modo da farmi pensare che le cose non siano andate sempre male.

*campanello*

Ecco la spesa finalmente. Spengo velocemente i fornelli per andare ad aprire.

"Anna..."
"Jo.."
Ci guardiamo entrambi negli occhi in silenzio.
"Anna, devi scusarmi, non volevo dire davvero ciò che ho detto scus.." Sembra sia davvero sincero.
"Va bene Jo, non fa nulla." Cosa potrei mai dirgli, sono io il vero mostro.
"No Anna, so che ti ha fatto male." Mi dice prendendomi il viso tra le mani.
Sapessi quante cose potrebbero far male te.
"No Jo, davvero, sono cose che capitano."
Gli dico sorridendo.
"Quindi mi perdoni?" Mi chiede con occhi lucidi.
"Certo Jo, ti perdono."

"Sto cucinando, vuoi anche tu?" Gli chiedo allontanandomi.
"Se c'è una cosa che amo quasi quanto te, è la tua cucina."
"Lo prendo come un si ahaha."
Inizio a preparare anche un'altra porzione, intanto arriva la spesa.

"Faccio io amore, tranquilla."
Ripone tutto nelle apposite credenze, intanto gli spaghetti sono pronti.
"Sono fantastici, come te." Mi dice mentre ne arrotola alcuni.
"Ti ringrazio!"

Iniziamo a parlare della partita per iniziare la conversazione, che rapidamente si trasforma in un rapporto.
"Non riesco a resisterti." Mi dice mentre mi getta sul divano.
"Almeno questa non è la doccia della scuola." Aggiunge mentre inizia a togliermi la vestaglia.
"È molto meglio della doccia della scuola." Gli dico mentre gli sbottono i jeans.

"Perdonami per essere stato uno stronzo."
"Perdonami tu."
"Perché?"
Eh si, perché?
"Perché anche io ho fatto degli sbagli."
"Tu non hai sbagliato mai nulla."
E invece ho sbagliato, eccome se ho sbagliato, amore mio.

Mentre mi prende in braccio, ed io attorciglio le gambe intorno al suo corpo, penso tanto.
Penso a come l'amore di due persone debba essere rovinato a causa del sesso.
Penso a come l'amore di due persone possa finire per una scopata di merda.
Penso a come l'amore dei miei genitori è finito a causa di un tradimento.

Ho fatto ciò che mio padre a fatto a mia madre, ho fatto ciò per cui ho insultato e offeso mio padre , ho fatto ciò per cui mia madre non riusciva a dormire di notte.

Ho fatto tutto ciò che mio padre ha fatto a mia madre.

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XOXO.

𝑻𝒉𝒆 𝒐𝒕𝒉𝒆𝒓 𝒔𝒊𝒅𝒆.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora