capitolo 2

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Mi sveglio, guardo l'ora, undici e trentasei.
-CAZZO! Il colloquio!- urlo mettendomi velocemente seduta sul bordo del letto, ricordandomi che quella mattina avrei avuto un colloquio di lavoro, dopo esser stata per quasi tre anni a lavorare in un misero bar.

Vado in bagno sciaqcuandomi velocemente e poi mi vesto nel modo più formale possibile. Camicia bianca con jeans neri e una piccola cintura a tenerli su per bene.
Scendo le scale e noto che la mia migliore amica è a casa.
-Ciao Bea!- le sorrido tranquillamente -ieri sono collassata mi dispiace- faccio una risatina seguita subito dopo da lei.
-Tranquilla Aly... ma dove vai tutta di fretta?- mi squadra da capo a piedi, domandandosi probabilmente dove dovessi andare alle undici e mezza di lunedì mattina vestita a quel modo.

-Al colloquio! Ricordi? E ora devo andare se non voglio arrivare in ritardo- mi dirigo verso la porta salutando con un cenno della testa Beatriz.

Con la mia adorata moto, arrivo al luogo in questione in 15 minuti, considerando anche il traffico più elevato del solito.
Faccio un sospiro profondo, ed entro.

-Salve, sono qui per un colloquio di lavoro come fotografa- faccio un sorriso a 32 denti presentandomi alla segretaria.
-È la signorina Martínez?- da uno sguardo ad un registro cartaceo per poi guardarmi felice.
-Si, sono io-
-Bene, il mio capo la sta aspettando proprio in questo momento- abbassa lo sguardo continuando a guardare i registri e documenti -terza porta a destra, vada lì-
Le sussurro un leggero grazie e busso alla porta che mi aveva indicato la ragazza.

-Bene..., che esperienze ha con la fotografia?- il direttore mi rivolge qualche domanda per conoscermi meglio e conoscere le mie abilità in quel settore lavorativo.
-Ho fatto per due anni un corso di fotografia e da piccola mio padre mi portava sempre nel bosco per cacciare e scattare foto- un enorme senso di nostalgia che non avevo mai sentito prima d'ora si fa spazio nel mio petto. Che mi succede?

-Capito tutto signorina, le verranno inviati i risultati all'indirizzo che ci ha fornito, arrivederci e grazie mille per la disponibilità- il mio forse futuro capo fa un gran sorriso, il primo dopo mezz'ora passata insieme.
-Grazie a lei-

Esco da lì, e un leggero vento mi arriva in faccia, a scompigliarmi leggermente i capelli legati in una crocchia. Chiudo gli occhi godendomi a pieno quel momento di "tranquillità". Ma una bici, decide giustamente di rompermi il cazzo.
-Ma che cazzo fai ragazzina?!- mi urla contro il ciclista scocciato
-Io che cazzo faccio?! Sei tu che non sei sulla pista ciclabile!- gli indico la pista che si trova esattamente a un metro da noi.
-Ma tu non dovresti essere ferma immobile sul marciapiede!-
Decido di ignorarlo andando per la mia strada, anche se alla fine è sempre una strada di merda.

Torno a casa e vado a farmi un bel bagno per rilassarmi un po' e per togliermi di dosso tutto lo stress.
Raggiungo il bagno e chiudo la porta a chiave, poi mi tolgo i vestiti, appogiandoli delicatamente su uno sgabello ai piedi della vasca.
Entro subito nell'acqua non appena la vasca è piena, calda o fredda che sia non mi interessa.
L'acqua che mi avvolge mi fa stare tranquilla, libera.
Prendo un respiro e mi immergo, facendo tacere qualsiasi rumore che prima sentivo.
"Che bello il silenzio"
Con le mani tocco la superficie dell'acqua, facendola muovere.
Tutti i rumori ovattati tornano fastidiosi come prima, non appena mi rimetto seduta normalmente.
Era così bello stare lì sotto. Nel mio mondo così potrei dire.

-È arrivato il sushi!- Beatriz mi chiama dal piano di sotto.
-Arrivo!-
Scendo velocemente le scale, andando a venerare il sushi come chissà chi.
-L'idiota è tornata-
-Su questo hai ragione, non posso ribattere- ridacchio apparecchiando la tavola con le prime cose capitate sotto mano.

-Miglior ristorante giapponese di sempre- dice lei dopo aver quasi divorato il suo piatto di nighiri al salmone.
-CAZZO SI-

-Senti Aly, stasera facciamo una cosa, trattiamoci bene- la ragazza si alza venendo vicino a me -andiamo in discoteca a divertirciii!-
Annuisco sorridendo all'idea di svagarmi un po', era da tanto che non ci andavamo un pochettino ad ubriacare.
-Alle sette ti voglio pronta eh!-
-Sarà fatto-

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