capitolo 6

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"Okey, dii addio al passato, ti prego"

Entro nella mia nuova camera, scelta rigorosamente dal mio nuovo coinquilino. Ha detto che è la meglio tra quelle rimaste libere, la più grande, ariosa e moderna, anche se ovviamente la stanza più bella è per lui.

Mi osservo intorno, e mi rendo conto che è davvero bella come mi aveva detto. Dipinta di nero e grigio chiaro a pareti alternate, un cassettone bianco fin troppo grande per tenere tutte le mie cose. Di fronte al letto c'è un grande specchio, che parte dal pavimento e arriva fino al soffitto. E poi, arriva la parte più fantastica di tutte. Un balcone spazioso che da sul giardino al piano di sotto, con tanto di tavolino e sedie.

Poso la mia valigia al centro della stanza, mettendomi seduta sul letto mormibo, ancora intenta a osservare la grande stanza.

Mi metto a sistemare i miei vestiti, quando il mio occhio cade su dei quadri appesi sul muro adiacente alla porta. Sono bellissimi. Cerco di trovare qualche firma per capire chi fosse l'autore, ma non trovo niente.
Deve essere un tipo abbastanza riservato questo pittore. Rido tra me e me, mentre sento qualcuno aprire la porta semichiusa.

Prima che Martín posso dire qualcosa, apro io la bocca.

-Chi ha fatto questi quadri?- chiedo io curiosa, rimanendo fissa a guardarli, lì, appesi alla parete scura da un semplice chiodo.

Volto gli occhi su di lui, aspettando una risposta, ma l'unica cosa che fa, è abbassare gli occhi. Tutto d'un tratto i suoi felici occhi azzurri diventano vuoti, indifferenti, tristi.
Cerca di fare finta di niente, ma non gli risulta molto facile a quanto pare.
Dopo una decina di secondi, decide di rispondermi, ma in modo abbastanza freddo e assente.

-Non lo so, li ho comprati qualche anno fa in un negozio di antiquariato-

Esce dalla stanza, restando sempre impassibile, e si chiude la porta alle spalle.

Ho detto per caso qualcosa di sbagliato?
Do un'ultima occhiata ai dipinti e pensando che magari la famosa firma potesse trovarsi sul retro di esso. Così girai cautamente il piccolo quadro, per evitare che potesse sciuparsi.
Bingo!
Sul retro c'era una scritta sbiadita, due parole, "De Fonollosa". Ecco trovato il pittore "misterioso".

Ma la vera domanda è: perché Martín ha reagito così?

Non voglio intasarmi il cervello di domande già il primo giorno che sono qui. Quindi riprendo a mettere al loro posto nei cassetti, tutti i miei indumenti.

-Complimenti signora Amanda! Questi gnocchi sono buonissimi-

-Chiamami solo Amanda cara- la signora mi sorride felice, sembra una persona gentilissima. Non esita nemmeno un secondo ad aiutarti in qualsiasi situazione. Con me, fino ad ora, si è comportata quasi da mamma.

Oggi, per darmi il benvenuto, è venuto a pranzo da noi, anche Sergio, è stato molto felice di sapere che mi sono trasferita qui.

-Ti dovrai abituare al suo caratterino Alyssa!- esclama ridendo seduto sul divano, mentre Martín è concentrato a guardare il suo telefono. Come spesso, lo vedo ansioso, preoccupato, con sguardo volto verso il basso.
Mi sa che dovrò abituarmi anche a questo suo lato misterioso.

L'aria intorno a noi si fa sempre più silenziosa, e di conseguenza imbarazzante, così Sergio decide di rianimare la situazione accendendo la grande tv a non so quanti pollici, situata in mezzo all'ampio salotto.
Scorre tra vari canali differenti, e, dopo una ventina di tasti premuti, lascia un quiz televisivo, che non vedevo da chissà quanto. Nonostante sappia benissimo usare la tecnologia, io con le televisioni non vado molto d'accordo. Mi annoia abbastanza vedere sempre gli stessi canali su cui vengono trasmesse sempre le stesse cose. La maggior parte di volte che accendo e accendevo la tv, vedo solo stupidissimi discorsi di odio fatti senza un apparente motivo, così, per fare scandalo. Non è mai piaciuto questo tipo di intrattenimento.

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