capitolo 5

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-Aly... Devo parlarti- Bea abbassa lo sguardo chiudendo le spalle.

-Dimmi pure- inarco le labbra in un sorriso rassicuratorio, pur essendo preoccupata.
Non ho la minima idea di quello che voglia dirmi, ma so che si tratta di qualcosa di importante, visto che si comporta così, solo in questi casi.

Mi prende per una manica della mia camicia bianca, rompendola quasi. Mi trascina giù dalle scale e mi fa cenno con la testa di sedermi sopra il divano. Faccio ciò che mi dice, e dopo di che, anche lei prende posto sulla poltrona di fronte a me.

Fa per aprire bocca, ma la richiude subito dopo, cercando di trattenere un piccolo sorrisetto spontaneo. Fa un bel respiro e finalmente si decide a parlare.

-Vado a vivere da Manuel-

È fottutamente seria? Mi lascia così dopo 3 anni, per uno conosciuto cinque mesi fa? Dov'è finito il per sempre amiche?

-Oggi faccio le valigie e stasera mi viene a prendere- sorride, non sapendo se l'avessi presa bene o male.

Cerco di stare tranquilla, sforzandomi a sorridere, ma non ci riesco. Ad un certo punto sbotto sbattendo la mano sulla mia coscia e alzandomi dal divano.

-Cazzo Bea, ma sei sería?!- comincio a camminare quasi su me stessa, mentre cerco di trovare le parole da dire alla mia amica.

-Mi lasci così, così a cazzo?-

Lei mi guarda con sguardo piuttosto colpevole, fino ad alzarsi in piedi e reagire come avevo fatto anche io.

-Alyssa, la vita è mia e decido io-

-Quel ragazzo ti ha cambiata! Sei praticamente ossessionata da lui, porca puttana! Ma non te ne rendi conto? Io continuo sempre a chiedermi dove minchia è finita la Beatriz solare e giocosa di sempre. Dimmelo. Dov'è finita? Adesso sei sempre seria, sempre nei tuoi pensieri o a chattare con quel ragazzo. Perché?
Perché ti ostini a dire che è amore? Cara mia, lui ti sta rovinando la vita, ti sta trascinando in un mondo delle favole che non esiste. È tutto così sbagliato. Davvero vuoi andare a vivere con un tipo che hai conosciuto scopando in una discoteca?-

Bea mi guarda, restando impassibile davanti alle mie parole, come se non valessero assolutamente niente.

-Tu sei diventata la mia migliore amica per la ragazza che eri prima. Una forza della natura. Bella, intelligente e independente. Bene, l'indipendenza è andata a quel paese. Sei davvero felice di questo? Finirà male, fidati. E poi ti prego di non venire da me per chiedermi scusa.

-Non verrò tranquilla, con te ho chiuso- mi punta un dito al petto, sfidandomi con gli occhi. Beatriz, ti hanno fatto il lavaggio del cervello...

-Vaffanculo- gli dico in modo duro e scandendo bene ogni singola lettera che compone la parola.

Mi allontano da lei uscendo di casa e sbattendo la porta rumorosamente.
Scendo tutte le scale velocemente e vado a fare due passi per abbassare l'agitazione.
Cammino velocemente, spalle larghe, testa bassa, mani chiuse in pugni e denti stretti.
Potrei facilmente picchiare qualcuno in questa situazione, ne avrei proprio bisogno, per sfogarmi. Per buttare fuori ogni briciolo di rabbia che ho in corpo.

-Porca puttana!- arrivo al limite, sferrando un forte pugno sul muro affianco al me. Subito dopo averlo fatto, sento un dolore trapassarmi le nocche della mano. La guardo e noto che è abbastanza arrossata e con qualche taglietto.
"Ci mancava pure una mano dolorante adesso"

A quanto pare il mondo ce l'ha con me. Prima il crescere in una famiglia di merda, poi l'andare via dagli amici, e adesso, perdere l'unica persona di cui mi ero fidata completamente qui in Spagna. Perché è davvero così.
Non mi sono mai fidata tanto di nessuno che come con Beatriz. Amicizia a prima vista.
Ma è noto che le cose belle finiscono fin troppo presto. Il tempo passa più velocemente del normale e non te ne rendi conto, e così pum, prima o poi tutto sparisce così dal niente, spesso relazioni più lunghe di quella che avevo io con Beatriz.

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