capitolo 11

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-Che avevi ieri sera?-

-Te l'ho detto, non mi piace quel Christian-

-Allora non ti piacerà nemmeno il fatto che sto per uscire di casa per incontrarlo di nuovo-

Non mi va di parlare di ancora con lui. Voglio rimanere calma e serena.

Ho difficoltà a capire il suo comportamento. Tutto d'un tratto si preoccupa delle persone con cui esco, perché l'ho capito benissimo; la sua è preoccupazione. Vorrei tanto urlargli e ricordargli che non sono più una bambina, e penso di avere l'età giusta per sapermi scegliere da sola gli amici. E di sicuro, se faccio cattive scelte, non è problema di Martín.

Cammino spedita verso il solito parchetto, dopo aver sbattuto la porta di ingresso, accompagnata da uno sbuffo di sappiamo chi.

Quando arrivo, lui è già lì, seduto sulla stessa panchina di ieri, ma stavolta non ci sono bambini che giocano in giro. È come se il parco fosse solo nostro.

-Vedo che non hai perso l'abitudine di arrivare in anticipo, Aly-

-Nemmeno tu a quanto pare-

Ci scambimo due grandi sorrisi per prepararsi ad affrontare la giornata insieme. Non lo avrei lasciato andare così facilmente. Lui deve restare qui, deve farlo per entrambi.

Pranzo nel suo appartamento. È riuscito a convincermi alla fine. Stavamo scherzando sotto l'ombra di una quercia secolare e ha tirato fuori la proposta, io ho rifiutato, non volevo essere invadente. Mi ha pregato con la vocina e gli occhioni da cucciolo che sapeva fare benissimo un tempo, e lasciando una risata, ho annuito con la testa.

-Mi sei mancata tantissimo..-

-In realtà anche tu-

La mia guancia sinistra appoggiata sulla sua spalla, il tessuto morbido della sua maglietta è ottimo per riposare ad occhi aperti. Respiro a pieni polmoni. Stesso profumo delle superiori, non l'ha mai cambiato.
Stesso modo di atteggiarsi e stesso modo di vestire. Anche se ha migliorato i gusti per quanto riguardano le scarpe.

Non voglio che vada via un'altra volta, voglio godermi ogni istante che passo con lui. Dal più semplice dei gesti a tutto quello che ci capiterà in questo lasso di tempo.
È un ragazzo imprevedibile, e questo mi spaventa. Potrebbe andare via e non tornare più, senza nemmeno salutare con un cenno della mano. Senza nemmeno un biglietto di scuse o un messaggio su WhatsApp.
Mi dispiacerebbe? Si, ma penso si sia già capito.
"Christian, tu non te ne devi andare"

Usciamo fuori a camminare insieme, passando dal viale alberato sotto casa sua, che osserva attentamente come un bambino.

-Sai che amo la natura?-

"Si, lo so. Anni fa sapevo tutto di te, e questo dovresti saperlo"

Non ho il coraggio di dirgli e ammetere che nonostante il mio bene per lui sia rimasto invariato, i ricordi che avevo sulle cose che lui amava non sono più nitidi come un tempo. Sono passati degli anni, e sono successe così tante cose che di tutte quelle che Christian mi aveva detto ne ricordo poche.
Di tutte le giornate passate assieme, riesco a rivedere solo le parti più importanti, il resto è scuro. Solo un'ombra.

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-Beatrice sei pronta? Arrivano gli ospiti!-

Con il suo viso angelico e la sua voce soffice il mio caro e vecchio amico è riuscito anche a convincermi ad andare ad una festicciola organizzata da una delle sue tante conoscenze.

Abbiamo deciso di arrivare prima al luogo della festa, così Christian avrebbe potuto aiutare il suo amico a sistemare i preparativi.

La location non era altro che una villa in stile rustico, leggermente fuori dalla città, con un enorme terrazzo sul tetto, dal quale era possibile vedere una vista per niente male.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 27, 2021 ⏰

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