15 // Ritorno

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T/N's POV


La mattina seguente venni svegliata da Sosuke e ci preparammo subito per tornare alla stazione di Osaka. Fortunatamente quella volta riuscimmo a raggiungere il treno in orario e ci sedemmo di nuovo su due sedili liberi uno davanti all'altro poco prima che partisse.

Parlammo molto poco durante quel viaggio di un paio d'ore e la cosa mi preoccupò. Sosuke sembrava essere molto pensieroso e scrutava in silenzio il mondo muoversi oltre al finestrino sorreggendosi il mento con il dorso di una mano. Quella situazione iniziò a farmi passare per la testa mille dubbi riguardo al raro tipo di intimità che avevamo vissuto la notte precedente, e temetti che quelle sensazioni avessero avuto un qualche tipo di valore solo e soltanto per me. In quel momento ricordai del regalo che gli avevo preso all'acquario ma vedendo il ragazzo così distaccato non ebbi il coraggio di consegnarglielo, sentendomi una stupida per essermi fatta tutte quelle illusioni. 

Arrivammo ad Iwatobi in perfetto orario e rimanemmo sulla banchina osservando il nostro treno allontanarsi verso la sua prossima destinazione.

"Ora...Ora devi prendere il treno per tornare alla Samezuka, giusto?" chiesi timidamente scrutando la stazione dall'altro lato del binario.

"Sì", sospirò. 

"Posso chiederti se va tutto bene?"

Sosuke portò gli occhi su di me per qualche istante per poi tornare ad osservare altrove emettendo un altro lungo sospiro.

"Sì. Perdonami per aver parlato poco stamattina."

"Ma no, tranquillo!" sorrisi. "Eravamo stanchi entrambi ed è più che comprensibile. Mi basta sapere che sia tutto ok."

"Certo."

"Va bene... Allora lascia che ti ringrazi ancora una volta, Yamazaki", dissi con un veloce inchino per poi muovermi verso le scale della banchina per dirigermi al paese. "E' stato uno dei weekend migliori che io abbia mai trascorso, grazie davvero. Ci sentiamo."

"Grazie a te." 

Qualcosa non andava e me lo sentivo fin nelle ossa. Non era mai stato un ragazzo da grandi sorrisi o fiumi di parole, ma non lo avevo mai sentito così distante da me, nemmeno la prima volta che avevamo parlato. 

Ad ogni passo che compievo allontanandomi da lui, speravo che avrebbe chiamato il mio nome impedendomi di andarmene, che mi avrebbe fermato con qualunque mezzo, ma la cosa non avvenne nemmeno quando discesi completamente le scale mettendo piede nel corridoio sotterraneo. Solo allora, lontana dalla sua vista, mi fermai e pensai ad ogni possibile evento che avrebbe potuto scaturire in lui una tale reazione. In quei pochi istanti, la mia mente riuscì a mostrarmi tutti gli avvenimenti che avevamo vissuto durante la giornata precedente come completamente privi del valore emotivo, facendomi rendere conto di quanto li avessi dati per scontato. Il cambiamento fin troppo radicale di Sosuke mi straniva e mi infastidiva, soprattutto perché non riuscivo a venire a capo della possibile motivazione. 

Sospirai rassegnata dalla situazione e mossi il primo passo in direzione di casa ma, in quel preciso istante, udii qualcuno correre lungo le scale alle mie spalle.

"T-T/N!"

Mi voltai di scatto scoprendo che era stato proprio Sosuke a chiamarmi mentre scendeva i gradini, ma non poteva immaginare che io mi trovassi ancora nel corridoio interrato e quando mi vide, bloccò la sua corsa stupendosi di trovarmi ancora lì.

Il mondo si fermò di nuovo, esattamente come durante il lungo sguardo che ci eravamo scambiati la sera prima, e rimasi immobile a contemplare il viso dalle linee dure di Sosuke ammorbidirsi sempre di più con il passare dei secondi. Parve diventare sempre più malinconico e mi chiesi infinite volte a cosa fosse dovuto quel malessere che leggevo così chiaramente nei suoi occhi. 

BREATHLESS - Sosuke Yamazaki x ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora