25 // Incertezza

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T/N's POV 



Erano ormai trascorsi alcuni giorni dalle provinciali ed ero finalmente entrata nel vivo del mio lavoro alla gelateria. Avevo già imparato molte cose grazie alla gentilissima proprietaria che non si era mai persa d'animo mentre cercavo di comprendere come impilare decentemente le palline di gelato richieste dai clienti sul cono; scoprii che dosare forma e quantità non era affatto semplice come poteva sembrare. Il lavoro mi piaceva e vedere il viso di Hayato molto più rilassato non appena gli mostrai i miei primi soldi fu splendido: anche se i miei guadagni non erano moltissimi, potevamo finalmente permetterci di tirare un sospiro di sollievo.

Stavo preparando un gelato alla menta e fragola per una cliente quando notai con la coda dell'occhio una figura fare il suo ingresso nel locale, ma ero talmente concentrata sulla mia composizione da non volermi distrarre.

"Oh, ma guarda chi c'è", sentii parlare la mia datrice di lavoro. "Bentornato, Sosuke."

Mi voltai e lo vidi mentre si avvicinava al bancone sorridendomi intenerito.

"Buongiorno", la salutò Sosuke, per poi rivolgermi un cenno con la testa in segno di saluto.

Ogni volta che posavo gli occhi su di lui lo trovavo sempre più bello. Era stretto in una t-shirt azzurra leggermente aderente ed un paio di pantaloni corti e neri, e si avvicinò al bancone mentre portava sulla spalla sana un borsone da palestra, utile ad uno dei nostri progetti per quello stesso pomeriggio.

"M-Mi scusi!" dissi rivolgendomi alla cliente mentre sogghignava intenerita dalla mia probabile faccia da ebete alla vista del mio ragazzo. "Ecco il suo gelato."

Si congedò ringraziandomi e portai lo sguardo sull'orologio da parete: una quindicina di minuti e il mio turno sarebbe finito.

"Vai pure a cambiarti, cara", sorrise la proprietaria. "Ci penso io adesso."

"Oh, va bene. Grazie!" risposi prima di muovermi verso lo spogliatoio per togliere la divisa e prendere il mio borsone, rivolgendo a Sosuke un sorriso che ricambiò subito.

Ero stata davvero fortunata nell'aver incontrato una persona come lui e non potevo non ringraziarlo ogni giorno per aver scelto proprio me tra tutto il resto dell'umanità.


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"Ricordami di non venire più a prenderti al locale", sospirò Sosuke prima di portare alle labbra il suo cono gelato.

"Ah ah!" risi. "Perché la signora Matsumoto insiste sempre a regalarti del gelato? C'è gente che se la sogna una cosa del genere."

"Hai ragione, ma non credo che sia l'ideale prima della fisioterapia", sorrise lui.

"Ah ah! Dettagli, non succederà nulla!" sogghignai.

Ci stavamo dirigendo all'ospedale di Higashinami dopo che Sosuke, soltanto la sera prima, mi aveva proposto di accompagnarlo al suo appuntamento di fisioterapia: il suo desiderio di avermi accanto in un momento tanto fragile e privato come quello mi onorava non poco. 

Poco dopo giungemmo all'ospedale e non appena mettemmo piede nella grande hall notai subito un gran via vai di infermieri intenti nelle loro faccende, mentre i pazienti con un probabile codice a bassa priorità sedevano sulle svariate sedie di metallo collocate lungo il perimetro della sala. 

"So già dove andare", disse Sosuke. "Vieni con me."

Feci quanto ordinato e mentre ci muovevamo a passo lento nei lunghi corridoi saturi dell'odore acre di disinfettante tipico degli ambulatori, posai lo sguardo sul ragazzo. Sembrava pensieroso e infastidito nel trovarsi in quel luogo e non potevo affatto biasimarlo; al suo posto mi sarei sentita allo stesso modo. Salimmo sull'ascensore e Sosuke premette subito sul pulsante per il quinto piano liberando un lungo sospiro. 

BREATHLESS - Sosuke Yamazaki x ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora