Il braccialetto

274 12 6
                                    

Stare con i ragazzi, mi rilassa molto sono spensierato. Non mi pesa stare in una dependance se posso avere loro vicino. In casa entro poco, cerco di non dare fastidio, soprattutto ad Angelina, so quanto ultimamente non mi possa soffrire.
Solo che l'altra mattina non ce l'ho fatta ho voluto preparare la colazione per tutti e anche per lei.
Devo cercare di non pensarci se no la mia testa si sarebbe concentra solo su di lei e non avrei capito più nulla!
Qualcosa a terra attira la mia attenzione mi alzo dal divano e vado a raccoglierlo. È un braccialetto. Sicuramente sarà di una delle ragazze dopo domando. Lo metto in tasca e torno sul divano a leggere un po'.
Per pranzo mi cucino qualcosa al volo. Dovrei andare a fare la spesa, chissà se è prudente uscire oppure mi conviene chiamare qualcuno e farmi portare qualcosa. Dopo ci penso.
Nel pomeriggio arrivano i miei figli e andiamo un po' fuori nel giardino per stare all'aria. Li guardo giocare e poi Shiloh mi si avvicina e si mette seduta accanto a me.
«Papà ma tu hai mai pensato di tornare insieme alla mamma?»
La guardo perplesso per quella domanda che mi ha appena fatto
«Tesoro, le cose con la mamma sono complicate.»
Lei mi fissa strizzando gli occhi e poi rimane a pensare un po', ma prima che possa dire altro. Prendo dalla tasca il braccialetto per farglielo vedere, però lei mi precede.
«Cosa ci fai con il bracciale di mamma, in mano?»
«Oh quindi è della mamma? Pensavo fosse di una delle tue sorelle. L'ho trovato nella stanza dove sto.»
«Ah ho capito, vuoi che glielo porto io?»
«No, faccio io. Ci vediamo dopo tesoro»
Lei annuisce e io mi alzo dal prato ed entro in casa. Devo capire in quale stanza è Angelina. Provo nel suo studio, ma non c'è. In cucina non ci guardo proprio e vado direttamente nella sua stanza. Non c'è nemmeno, ma sono sicuro che arriverà mi metto seduto sul letto e l'aspetto.
Quando apre la porta mi trova seduto e quasi si spaventa è in accappatoio, ha fatto la doccia.
«Che cosa ci fai qui? Ti sapevo con i ragazzi fuori.»
«Effettivamente è così, ma dovevo parlare con te»
«Perché? Cosa mi devi dire?»
«Questo è tuo no? Cosa ci faceva nella Dependance vicino al tavolinetto? E non provare a dire che non è tuo perché me l'ha detto Shi»
Prendo il braccialetto e glielo mostro. Lei mi guarda, ma non intende cedere
«Per favore esci? Che mi devo vestire?»
«No non esco»
Mi alzo e vado verso di lei. Quasi indietreggia.
«Cosa ci facevi nella mia stanza? Perché sei entrata di nascosto? Pensi che non ti abbia vista l'altra notte? Quando sei rimasta ad osservare me e nostra figlia? Perché indietreggi hai paura?»
Mi guarda e sospira
«Non trovavo Shi e volevo capire dove fosse andata, non volevo spiarti. Devo averlo perso quella notte. E poi non ho paura di te»
«Anche perché non voglio farti niente, sai che non potrei mai farti del male, né a te e né ai nostri figli, ma tu l'hai pensato. Hai chiesto il divorzio per questo, o era per qualche altra puttanata delle tue? Comunque non sono qui per parlare del nostro divorzio sono qui per capire, perché eri nella mia stanza. E no non l'hai perso quella notte. La mattina non c'era. Sei tornata un'altra volta. Perché? Mi vuoi ancora vero? Questo è il motivo, ma non riesci ad ammetterlo. Ci ho preso?»
Ovviamente non sa cosa dire, mi mette le mani sulle spalle cercando di farmi spostare, ma io resto fermo sul mio posto, le tolgo le mani dalle mie spalle. E mi avvicino al suo viso. Vorrei tanto baciarla e mettere fine ad ogni cosa, ma mi tiro indietro. Lancio sul letto il braccialetto e mentre esco la guardo
«Sai forse 16 anni fa sul  quel set non avrei dovuto darti molta confidenza, a quest'ora la mia vita sarebbe meno travagliata. L'unica cosa bella di tutto questo sono i ragazzi»
Chiudo la porta e torno fuori a godermi la giornata.

Amici MaiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora