COMPLETA
Tratto dal primo capitolo:
Giravo e rigiravo tra le mani tremule quella piccola pellicola ingiallita, che sul bordo portava la scritta "estate 2009" e il mio cuore sussultò alla vista del sorriso genuino di Ollie.
Attenzione: questa storia...
Dopo aver salutato Dom con un abbraccio, mi passai le mani sulle guance asciugandomi le lacrime che mi ero ripromessa di tenere a freno e uscii frettolosamente dal bar: avevo voglia di una sigaretta. Mentre frugavo nella mia disordinata borsa alla ricerca di un accendino, notai di aver qualcosa attaccato alla suola della mia reebok: uno strano rettangolo bianco. Alzai così da terra il piede e con un colpetto di dita spinsi schifata il pezzo di carta per terra. Accesi la sigaretta con nervosismo per poi accorgermi che quello che avevo staccato dalla scarpa non era un semplice pezzo di carta, bensì una foto. Incuriosita, la raccolsi ed esclamai <<Dannazione, ma io la conosco questa foto!>> rimasi senza parole. Ma come diavolo ci era arrivata qui? Era per caso uno scherzo? C'era forse qualcuno che era a conoscenza della mia patetica cotta adolescenziale per il mio migliore amico? Infilai la foto alla rinfusa nella borsa e misi da parte il pensiero sospirando. Arrivata a casa, dopo essere stata accolta da Preeck, mi buttai stremata sul divano rimuginando sulla brutta giornata. Stavo per accendere la televisione quando Preeck iniziò a scodinzolare mostrandomi di voler andare fuori. Controvoglia, lo accontentai e palesemente scocciata, afferrai il guinzaglio e spalancai la porta. Non sapevo bene dove stessimo andando, quando a un tratto mi ritrovai di fronte alla casa dove trascorsi l'infanzia, quanti bei ricordi mi suscitava. Presa da un impeto di curiosità percorsi i metri che separavano la mia ex villetta da quella in cui lui viveva allora e con nonchalance cercai di leggere il cognome sul campanello. Mi ritrovai, a mio malgrado, piacevolmente soddisfatta del fatto che non fosse cambiato. Preeck iniziò a strattonare il guinzaglio, così tornata in me, proseguì la camminata cercando di non pensarci. Una volta arrivata a casa, afferrai il computer e mi sedetti comodamente sul divano cercando l'ispirazione per l'articolo che cercavo di scrivere ormai da giorni Come mio solito mi trovai, però, a fantasticare.
Dominic O'Brian:
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Preeck:
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