Ritrovarsi

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«P-Perché?».
Quella fu l'unica parola che riuscì a scandire, troppo sconvolta dalla piega che gli eventi avevano appena preso.
Rimasi immobile a guardare il giovane biondo a pochi passi da me.
Era alto, composto ed elegante come lo ricordavo, anche in un momento come quello era riuscito a mantenere il decoro regale che l'aveva sempre fatto spiccare tra la folla; persino i capelli chiari e ribelli erano gli stessi di un tempo e, benché mi desse le spalle, ero convita che si stesse martoriando le labbra come era solito fare, sin da bambino, quando si trovava in una situazione difficile.
Era diverso e cresciuto, ma esteriormente era sempre lui, il ragazzino che era stato il mio migliore amico ed il mio amore segreto per gran parte della mia vita.
E a quel punto era anche colui che mi aveva salvato la vita, rischiando il tutto per tutto per me, una ragazza che non vedeva da anni e che teoricamente doveva essere sua nemica.
Era vero: Scorpius Malfoy mi aveva appena salvato la vita, aveva affrontato una stanza intera di Mangiamorte e mi sembrava tutto troppo assurdo anche solo a pensarci.
Lui mi odiava, odiava quelli come me e ne ero più che sicura, altrimenti non si sarebbe mai fatto marchiare.
Eppure mi aveva appena protetta, ero viva per merito suo e non riuscivo a spiegarmelo.

«Non c'è tempo per le domande» affermò, lanciandomi uno sguardo teso e serio «Dobbiamo andarcene prima che ci scoprano, non abbiamo molto tempo» disse, quasi con freddezza, tornando a rivolgermi le spalle.
Rimasi a guardarlo immobile , come ero rimasta da quando mi aveva liberato dalla sedia a cui ero legata, non lo aiutai neanche ad incantenare gli altri Mangiamorte.
Ero bloccata in una specie di limbo fatto di sorpresa e confusione, ero piena di domande che non mi sarebbe stato possibile fare in quel momento, ma che mi stavano logorando dentro.
«Aiutami a recuperare le bacchette» ordinò, facendomi riprendere dallo stato di trans e dandomi l'input per aiutarlo «Immagino che tu sia rimasta senza e magari una di queste potrebbe andare bene, per il momento» disse.

Mi limitai ad annuire, come se potesse vedermi dalla posizione in cui si trovava, ma non importava: era come avessi perso la capacità di parlare tutta insieme.
La situazione aveva preso una piega talmente surreale in così poco tempo da lasciarmi senza fiato ed incapace di elaborare anche il minimo pensiero di senso compiuto, figurarsi se riuscivo ad aprire bocca.
Avevo dato per scontato che sarei morta in quella dannata stanza ed ora mi era stata data l'opportunità di vivere, di rivedere la mia famiglia e di poterli riabbracciare, eppure non riuscivo a godermi il momento.
Perché l'aveva fatto?.
Perché non mi aveva lasciata al mio destino?.
Scorpius Malfoy mi aveva già abbandonata nel momento in cui, poco più che quattordicenne, si era fatto imprimere il Marchio Nero, simbolo del suo odio nei confronti di quelli come me.
Il ragazzo che conoscevo era morto quel giorno in cui avevo scoperto il suo segreto e, benché lo sapessi, non ero mai riuscita a togliermelo dalla testa.
Ero una Mezzosangue, un essere inferiore e sicuramente doveva essere abituato a veder morire quelli come me: ero come uno schifoso insetto per lui e non si sarebbe dovuto fare problemi a vedermi schiacciare.
Eppure non mi aveva lasciata morire, aveva lottato per me e mi aveva liberata mettendo a rischio la sua stessa vita.
Mi chiesi se il mio amico fosse ancora dentro quell'involucro  freddo ed irriconoscibile: era possibile che, dopo tutto quel tempo, Scorpius tenesse ancora a me?.
Mi sembrava tutto così strano, talmente irreale da essere quasi un sogno e mi domandai se non lo fosse davvero, sarebbe stata la spiegazione più semplice.
Raccolsi velocemente due delle quattro bacchette e quando il ragazzo si voltò verso di me feci segno di essere pronta.
Con un colpo di bacchetta Scorpius mi trasfigurò addosso la divisa dei Mangiamorte e senza attendere un momento in più mi fece segno di seguirlo.
Corsi fuori dall'ufficio del preside restando sempre al fianco del mio salvatore e mi chiesi quale fosse il suo piano d'azione.
Non sarebbe stato semplice uscire di lì, la presidenza si trovava in cima alla torre più alta e il Castello era sorvegliato da centinaia di Mangiamorte che, appena avrebbero saputo della nostra fuga rocambolesca, ci sarebbero stati con il fiato sul collo.

«Cosa pensi di fare?» gli domandai, con il fiato corto per la fatica di scendere tutte quelle scale.

«Onestamente, Rose, non ne ho la più pallida idea» disse, molto meno affaticato di me «Di qua» sussurrò poi, tagliando per un piccolo e famigliare corridoio.

Quel passaggio segreto era stato scoperto grazie alla Mappa del Malandrino, uno dei tesori più preziosi per i miei cugini Potter ed era incredibile pensare che quel pezzo di carta così ingegnoso ci avrebbe potuto salvare la vita.
Quello stretto corridoio di scalette l'avevamo sempre utilizzato per sfuggire a Gazza dopo uno scherzo, in quel momento invece avrebbe potuto tirarci fuori da un mare di guai.
Scendemmo il più velocemente possibile migliaia di piccoli scalini e sbucammo in un'ala deserta del settimo piano, proprio nel momento in cui una fastidiosa sirena cominciò a risuonare per tutta la scuola.

«Cazzo» sbottò Scorpius, affacciandosi appena oltre il muro della colonna che ci nascondeva al resto del corridoio per controllare la situazione «Hanno scoperto cosa è successo, dobbiamo andarcene il prima possibile».
Mi fece segno di seguirlo, ma mi limitai a scuotere la testa, avevamo un'unica possibilità di uscire di lì: la Stanza delle Necessità.
«Ricordi l'Arazzo di Barnaba il Babbeo?» domandai, sperando vivamente che sapesse di cosa stavo parlando.
Mi guardò un po' sconvolto, non comprendendo a cosa potesse servirci quel cimelio antico in quel momento, ma annuì a quella richiesta.
«Portamici, è la nostra unica opzione» dissi, sicura di cosa stavo facendo.
Il ragazzo controllò di nuovo che il corridoio fosse libero e poi uscì correndo allo scoperto, lo seguii senza remore ed insieme ci avventurammo sapendo di avere il fiato di centinaia di Mangiamorte sul collo.
Alla fine, riuscimmo a raggiungere il luogo in cui un tempo si trovava l'Arazzo e, senza attendere un momento in più, desiderai una maniera per uscire dal castello.
Camminai tre volte avanti ed indietro davanti al muro di pietra scura, sperando che funzionasse e che quello che voleva potesse esserle concesso.
«Ti prego, ti prego...» si ritrovò a ripetere con una cantilena noiosa.
Alla fine, dopo un'attesa che sembrava lunga secoli, una porta comparve e senza attendere oltre la spinsi, presi il mio nuovo compagno di avventure per un braccio e lo portai all'interno con me.
Ci ritrovammo in una piccola e semplice stanza, al suo interno vi erano solo due Nimbus nuove di zecca ed una finestra aperta sul tramonto.
Scambiai uno sguardo con il ragazzo e, senza remore, afferrai un manico di scopa.
Attesi che anche lui facesse lo stesso sotto il mio sguardo ancora stupito  e mi spinsi fuori dalla finestra.
Scorpius ed io volammo sempre più in alto e sempre più velocemente, lasciandoci alle spalle Hogwarts ed i Mangiamorte.
Eravamo insieme, per la prima volta dopo anni.

Amarti mi uccideDove le storie prendono vita. Scoprilo ora