Casa

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Mi svegliai qualche ora dopo, circondata dal rassicurante tepore del mio piumone caldo e dal confortante abbraccio dei miei genitori.
Dopo l'arrivò fuori dall'accampamento ero completamente crollata fra le braccia di James, scaricando tutta la tensione ed il dolore procurato dalle mie ferite e dagli eventi dei giorni precedenti.
Dall'agguato ad Hogsmead non ero mai riuscita a riposare davvero, neanche per un secondo, ero rimasta all'erta per tutto il tempo, nonostante non fossi sola e ci fosse qualcuno a guardarmi le spalle.
Perciò la stanchezza mi aveva colta di sorpresa non appena avevo compreso di essere al sicuro, di aver salvato Scorpius e di essere di nuovo sotto lo vigile attenzione dei miei famigliari.
Avevo capito di poter mollare un po', potevo scaricare la tensione e riposarmi ed il mio cervello si era deciso a farlo immediatamente.
Mi stiracchiai, questo colse l'attenzione di Ron ed Hermione che si misero subito seduti sull'attenti, liberandomi dal loro dolce abbraccio.

«Rose, sei sveglia!» esclamò mio padre «Come ti senti, amore?» concluse, tentando di fermare le lacrime che tentavano di sgorgare dagli occhi arrossati.

Mi sentii in colpa, chissà quanto si erano preoccupati per me e quanta paura dovessero aver avuto al pensiero di avermi perso.
Non potevo credere di averlo ferirti così tanto, benché non fosse colpa mia, mi sentivo malissimo all'idea dei giorni orribili che ognuno di loro dovesse aver passato.

«Ora bene, papà» lo rassicurai, afferrandoli entrambi e stringendoli in un abbraccio «Sto bene» ripetei, mentre le lacrime spingevano per uscire dai miei occhi.

Sciolsi l'abbraccio e guardai verso l'ingresso della tenda, in attesa che qualcuno si facesse avanti, mi aspettavo di vederli tutti fremere per il mio risveglio e di trovarli tutti lì fuori in attesa di lanciarsi su di me una volta che avessi riaperto gli occhi.
Invece sembrava non esserci nessuno e mi chiesi se c'è l'avessero con me per quello che era capitato a Roxanne, infondo il piano era mio ed ero stata io a spingermi fin là, io a dire cosa fare durante l'attacco.
Avevo spinto la mia stessa cugina verso le braccia della morte e ne sentivo tutto il peso, possibile che anche gli altri stessero caricando su di me?.

«Dove sono gli altri?» chiesi prendendo coraggio «Non vedevo l'ora di rivederli» terminai, sperando che non si trovassero lì per motivazioni valide e non perché non volevano esserci.

Vidi le espressioni sui loro volti mutare, quello di mio padre sembrava colpevole, mentre quello di mia madre teso e dispiaciuto.
Qualsiasi cosa stesse accadendo non mi sarebbe piaciuta, ne ero pienamente convinta, ma non riuscivo a cogliere la ragione di tutto quel silenzio.
Cosa poteva essere accaduto di male?.

«Sono occupati con i solito compiti, per questo non sono potuti essere qui» affermò, tentando di assumere la voce più normale e rassicurante possibile.
Purtroppo per lui sapevo riconoscere una menzogna di chilometri di distanza e non mi sarei mai bevuta una fandonia del genere.
Era già capitato in passato che dopo il ritorno da una missione i famigliari dei soldati si prendessero qualche giorno da passare con le proprie famiglie per metabolizzare gli eventi, non era niente di nuovo.
Eppure sembravano aver deciso di cambiare le regole, che fosse solo per me?.
Che nessuno avesse intenzione di venirmi a trovare?
O forse mi tenevano nascosto qualcosa di ben più grosso?.

Ci pensai e notai una grande assenza in quella tenda, il ragazzo biondo che mi aveva salvato la vita non si era fatto vedere, il che mi fece subito preoccupare.
Che fosse ferito o peggio?.
Non avrei mai saputo perdonarmelo, non potevo.

«Dov'è Scorpius?» chiesi di nuovo, puntando gli occhi sull'ingresso come in attesa di vederlo entrare da un momento all'altro.
D'altronde sarebbe venuto a trovarmi, non poteva essere altrimenti e non pensavo avesse chissà quali altri impegni a tenerlo lontano, perciò perché non era qui?.

Mi madre si irrigidì al mio fianco, mentre mio padre sembrò deciso a non voler incrociare più il mio sguardo neanche per sbaglio, come mi fossi trasformata in Medusa, creatura mitologica in grado di trasformare chiunque in pietra solo guardandolo negli occhi.
A quel punto era sicuro mi stessero nascondendo qualcosa, il che mi mandava fuori di testa.

«Ditemi dov'è» ripetei, stringendo il piumone nei pugni e conficcandoci le unghie per la rabbia e l'ansia che stavo provando in quel momento.

I miei genitori si scambiarono uno sguardo veloce e, dopo un sospiro profondo, fu mia madre a parlare con il tono tranquillo e diplomatico come era solita indorare la pillola durante discorsi politici difficili.
«Si trova nella tenda principale, sorvegliato da James ed Albus» spiegò pacata, come se fosse tutto nella norma «Non potevamo permettergli di gironzolare nell'accampamento,  è pur sempre un Mangi...».

La interruppi alzando un mano prima che potesse completare la frase, perché quello che aveva espresso fino a quel punto era fin troppo assurdo.
«Scorpius non è un Mangiamorte» affermai convinta, precipitandomi in piedi e raccogliendo tutti gli indumenti che mi capitavano sotto mano «E non è neanche un prigioniero di guerra, è solo grazie a lui che sono viva» commentai indossando una felpa e sistemando i capelli «È stato lui ad abbattere i miei torturatori ed è stato lui a trovare il modo di fuggire da Hogwarts, perciò non vi permetterò di trattarlo come un delinquente» conclusi, indossando le scarpe e precipitandomi fuori dalla tenda.

Camminai velocemente verso la tenda del Quartier Generale e la ritrovai solo grazie alla presenza dei miei cugini Potter lì davanti.
Lì raggiunsi e provai a passare per poter entrare all'interno, ma James mi bloccò la strada con maggiore decisione di quanto fece il fratello imitandolo.
«Lasciami passare, Jamie» affermai, scrollandomi di dosso la sua mano stretta attorno al mio braccio «Non lo ripeterò due volte» conclusi, guardandolo dritto negli occhi.

«Abbiamo ordine di non far entrare nessuno, Rosie» disse Al, tentando di mantenere la situazione il più calma possibile «Ci dispiace» concluse.

«Non mi interessa» affermai decisa, spostando lo sguardo da uno all'altro e tentando di capire quante probabilità avessi che cedessero «E poi da quando siete così ligi alle regole?» domandai ironica.

I due non si scomposero e neanche diedero l'impressione di essere favorevoli allo scherzo, perciò tornai seria a mia volta e sempre con meno pazienza decisi di richiedere con gentilezza di poter passare.

«Non costringetemi ad usare la forza» affermai e mentre dicevo ciò, la voce di mia madre alle mie spalle mi raggiunse.

«Lasciatela passare» affermò e appena lo disse, mi lanciai all'interno della tenda.

Era rimasto tutto come lo ricordavo, l'unica cosa a differire era il giovane biondo seduto ad una sedia con i polsi legati e lo sguardo un po' perso.
«Scorpius!» esclamai correndogli incontro e piegandomi sulle ginocchia davanti a lui, gli poggiai una mano sul braccio ed iniziai a sciogliere i nodi per liberarlo «Mi dispiace così tanto» dissi, lavorando anche sull'altro nodo mentre lo sguardo attento del giovane seguiva ogni mio movimento con attenzione.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 30, 2022 ⏰

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