Dormire non era stato per niente facile.
Il mio sonno era stato disturbato dagli incubi, sembrava che il mio cervello fosse deciso a non darmi tregua e mi aveva fatto rivivere il momento in cui avevo perso Roxanne.
Mi ritrovai seduta e legata alla sedia su cui mi avevano torturato, immobile e senza la possibilità di spostare lo sguardo.
Ero costretta a guardare all'infinito mia cugina correre verso una porta, convita di potersi salvare, per venire colpita da un lampo di luce verde.
Vidi il suo corpo accasciarsi a terra esanime, sembrava una bambola di pezza gettate a terra da una bambina capricciosa, era stata svuotata all'improvviso di energia e di vita.
Ad un tratto il sogno cambiò, la vidi rialzarsi e girare il volto vuoto e morto verso di me, aveva lo sguardo carico di risentimento e rabbia, il che mi fece paura.«È colpa tua» disse con odio, come non mi era mai capitato di sentirla in vita «Dovresti esserci tu al mio posto, è colpa tua!» urlò alla fine.
La guardai terrorizzata e all'improvviso venni colpita da un vortice d'acqua che mi soffocava e non mi permetteva di vedere.
Urlai, ma dalle mie labbra non usciva alcun suono e mi ritrovai a soffocare nelle mie stesse grida.
Sputai l'acqua, tentando di non affogare e inizia a dimenarmi senza successo.
L'unica cosa che continuai a sentire erano le urla di Roxanne e le sue recriminazioni, continuava a dire che era colpa mia e che ci sarei dovuta essere io al suo posto.
Avrei voluto dirle che aveva ragione e di perdonarmi, ma il getto d'acqua non mi permetteva di aprire bocca; così mi bloccai sconfitta e attesi di morire.Mi svegliai sconvolta e sudata, ma finalmente libera da quel terrore notturno.
Avevo il fiato corto ed i capelli incollati alla nuca, dovevo sembrare una pazza e forse lo ero davvero; perciò non mi sarei stupita se Malfoy, vedendomi in quelle condizioni, avesse deciso di mollarmi da sola e di fuggire verso lidi più sereni.
Fortunatamente, nonostante la paura e l'adrenalina che mi scorrevano nel sangue, potevo ancora sentire la sua mano poggiata sulla mia spalle e questo un po' mi rasserenò: perlomeno non ero rimasta sola.
Sentivo di essere in difficoltà e, benché non fosse propriamente un mio amico, quel ragazzo biondo era la persona più vicina che avessi in quel momento e non potevo lasciarlo scappare.
Perciò rinchiusi le mie paure ed il mio senso di colpa in un baule, decisa a nasconderlo nei meandri più ignoti del mio cervello, dove non avrei potuto trovarli almeno finché non fossimo stati al sicuro.
Tentai di ricompormi e mi voltai verso Scorpius che, nonostante fossi sveglia, aveva ancora la mano poggiata sulla mia spalla e mi guardava spaventato e scosso.«Ti stavi dimenando come una pazza e non ti svegliavi» affermò, per poi mordersi il labbro inferiore «Mi hai impaurito a morte» rivelò.
Mi tirai a sedere, lasciando cadere il lenzuolo con cui ero coperta e lo guardai negli occhi, estremamente vicini ai miei.
Ci lessi una profonda preoccupazione e mi sentii in colpa: non volevo farlo spaventare, ma non avevo controllo sui miei sogni fin troppo vividi.
Mi capitava spesso di sognare scenari orribili, ma mai ero arrivata a ridurmi nelle condizioni in cui mi trovavo in quel momento e mi resi conto che lo stress non mi aiutava affatto.
Nei quattro giorni appena trascorsi ero stata tradita da un alleato, avevo visto mia cugina morire, ero stata divisa da Albus, avevo subito delle torture, affrontato i Mangiamorte ed ero scappata grazie ad uno di loro; quindi, potevo immaginare da cosa dipendessero i miei incubi.
Probabilmente ero sotto shock per tutte quelle esperienze orribili, ma dovevo ricompormi e concentrarmi, c'erano in gioco le nostre vite.«Perdonami» sussurrai distogliendo lo sguardo, dato che la situazione si stava facendo pesante «Non volevo spaventarti, ma a volte mi capita di fare questo tipo di sogni, non c'è rimedio» conclusi, tentando di fargli capire le mie condizioni.
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Amarti mi uccide
FanfictionMi chiamo Rose Weasley, ho diciotto anni e sono una guerriera. Sono Rose Weasley e posso sopravvivere a tutto. Sono Rose Weasley e non ho paura. Era questo il mantra che mi ripetevo tutti i giorni da più di quattro anni, perché dovevo essere forte...