NONO

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9. "Almeno non sono l'unico"

Il turno del povero Jeongin è andato spedito. Più o meno. A parte qualche cliente cattivo, o stupido.

Purtroppo però non c'erano i clienti di cui gli importava di più.

-Jaebum hyung, io ho finito. Ti lascio la cassa.-, mentre si toglie il grembiule della divisa e lo sostituisce con una felpa si rivolge al collega, che sta guardando il cellulare sul divanetto del locale dedicato ai dipendenti.

-Ok, a domani. Yugyeom? Hai la cassa.-, risponde quello, senza nemmeno alzare gli occhi da qualunque cosa stesse guardando.

Yugyeom sosprira sconsolato, dall'altra parte della stanza. -C'è ancora Chan alle macchinette?-

-Sì, buona fortuna, hyung. A domani!-, saluta infine Jeongin, uscendo dal locale, passando per la sala principale, dovendo prendere il bus da lì, piuttosto che dalla fermata che c'è sul retro.

Mentre evita di calpestare i chihuahua malvagi di una signora di mezza età, pensa sconsolato ai due ragazzi che ha aspettando per tutte le ore del suo turno.

Non era successo praticamente nulla alla festa, era egoista pensare che magari avrebbero voluto vederlo? D'altronde lui voleva vederli, ma probabilmente i suoi sentimenti non erano ricambiati.

E mentre è così assorto a deprimersi per loro, finisce per scontrarsi con qualcuno che si stava dirigendo verso il bancone.

-Dovresti guardare dove... oh, Jeongin?-, fa Hyunjin, sbattendo le palpebre un paio di volte. "Parli del diavolo."

-Ciao, hyung!-, lo saluta lui, felice dell'incontro. Non tanto felice per il suo bus che ha appena visto arrivare alla fermata.

-Non lavori?-, chiede confuso il più alto.

-No, di sabato il mio turno finisce prima. Perché?-

-Siamo venuti a vederti, per salutarti.-, risponde Hyunjin, come se niente fosse, mentre Jeongin riesce a pensare solo "skajsjdhgkjdhfah".

-Grazie...?-, le sue pessime capacità di parlare con qualcuno che gli piace si fanno sentire di nuovo. "MA CHE DIAVOLO DI RISPOSTA è GRAZIE?"

-Ti andrebbe di, che ne so, sederti con noi? Visto che non lavori...-

Jeongin guarda il suo bus lasciare la fermata, e poi ritorna a guardare Hyunjin, sorridendogli. -Certo, mi piacerebbe molto.-

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"Chi gli ha dato il diritto di essere così carino?" è uno dei pensieri ricorrenti di Hyunjin mentre guarda Jeongin scherzare con il suo ragazzo.

"So che Seungmin è insicuro, dovrei smetterla." è il secondo pensiero ricorrente.

"Sjhsdfkhlakjk gay" è il terzo, che è un po' come ci sentiamo tutti, credo.

-Vado a ordinare? O ce ne andiamo e basta?-, chiede dopo un attimo Seungmin.

-Da persona che lavora qui? Non darei soldi a Jaebum hyung per nessun motivo. Però se volete qualcosa...-, Jeongin inizia a parlare sicuro, ma poi ritratta sulle sue parole originali.

-Non so che ti ha fatto questo Jaebum hyung, ma se lo dici tu... possiamo fare una passeggiata, o che so, devi andare a casa...?-, anche Hyunjin è nella stessa situazione.

Come già detto, un terzo della mente del povero Hyunjin recita "Sjhsdfkhlakjk gay", il che la dice tutta su di lui. (N/A e anche su di me visto che compone circa il 93,46% del mio cervello)

-No no! Cioè, no? Cioè... va bene, sì.-, Jeongin vorrebbe tirare una testata sul tavolo e svenire. Unico modo rapido per tirarsi fuori da una situazione imbarazzante.

Neanche Hyunjin ha capito una parola. Seungmin ridacchia e si alza per primo. -Possiamo accompagnarti a casa, se vuoi.-

"Menomale qualcuno di funzionante c'è a questo tavolo...", pensa Hyunjin, imitando il suo ragazzo e annuendo.

-Oh, ehm... va bene, sì.-, sorride Jeongin , anche lui alzandosi. -Forse abito un po' lontano, siete sicuri di volermi...?-

-Non fa niente, è solo più tempo passato con t... voi.-, sorride Seungmin.

Jeongin non sembra accorgersi del'errore, mentre Hyunjin lo nota eccome.

"Cioè, almeno non sono l'unico.", pensa sollevato, mentre escono insieme dal cafè.

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Gaygaygaygaygaygaygay- ops scusate, stavo parlando di me.

Capitolo corto perché se lo prolungavo diventava troppo lungo. E poi ceh boh.

Buonagiornata/nottataatutti!

SAME COFFEE # k.sm + h.hj + y.ji [✓]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora