QUINDICESIMO

789 63 38
                                    

15. "Tre caffè al cioccolato con panna, per favore."

-Hey, sei sicuro sia l'indirizzo giusto?-, chiede per settima volta Hyunjin.

-No, ma è quello che ci ha dato Chan, vale la pena tentare.-, risponde per la settima volta Seungmin.

Facciamo un passo indietro.

Per farla breve, invece di seguire il consiglio di Jeongin (ovvero di lasciarlo in pace), Hyunjin ha deciso bene di andare a trovarlo, ed è dovuto ricorrere al suo amico biondo.

Immaginava bene che Chan non sarebbe stato entusiasta di dare l'indirizzo del suo amico in giro, ma o era lui, o era quel fungo fuori di testa che l'aveva minacciato, quindi non c'erano molte alternative.

E forse l'indirizzo non era nemmeno quello giusto (che era lo scenario più probabile), ma, come ha detto Seungmin, vale sempre la pena tentare, no?

Al limite potevano chiedere anche al fungo fuori di testa.

-Ok ricapitoliamo. Se è effettivamente la casa giusta, cosa facciamo?-, chiede, per la quarta volta, Hyunjin.

-Primo, parlo io. Secondo, gli chiedo di scendere. Se risponde sua mamma chiedo a lei. E tu non ti mangiare le unghie, per favore.-, risponde, per la quarta volta, Seungmin.

Hyunjin guarda il suo ragazzo. Sembra tranquillo, ma dopo tutti gli anni che sono stati insieme ha imparato a conoscerlo. Nella sua camminata, postura, sguardo, persino nel modo in cui tiene stretta la mascella ci sono ansia, preoccupazione, e anche paura.

Sa che Seungmin è fragile. Anche se non sembra, sa che è cristallo delicato, un piccolo urto ed è in pezzi. L'ha visto succedere, anche troppe volte, e ha dovuto aiutarlo a raccogliere i frammenti. Fa scivolare piano la sua mano in quella dell'altro ragazzo, intrecciandole, e stringendola piano, per fargli sentire che è vicino. Seungmin ricambia la stretta.

^

Sono anni che Seungmin è al corrente del suo orientamento sessuale, e un po' meno tempo che l'ha accettato, e ancora meno che si sente sicuro a parlarne con altri. Era stato difficile accettare di essere gay, ma anche poly? Quello era stato veramente faticoso. Tutte le rappresentazioni dell'amore dei media, con due persone (un uomo e una donna), felici e contenti.

Era stato fortunato ad aver trovato una persona come Hyunjin. Meno fortunato a trovare persone come tutto il resto del mondo.

Perció suonare il citofono del secondo ragazzo che gli piace è faticoso. Come lo erano state tante cose nella sua vita.

-Chi è?-, sente parlare una voce femminile dal citofono.

-C'è Jeongin? Siamo due amici.-, le risponde.

-Sì, è qui. Volete che ve lo mando giù?-, chiede la donna.

-Oh, sì, grazie mille. Buona giornata.-

Seungmin sospira e si appoggia al muro.

Hyunjin lo imita, trastullando con l'orlo del suo maglione.

-È un bel condominio.-, borbotta Hyunjin, con lo sguardo fisso sulle sue scarpe.

-In realtà fa abbastanza schifo. Perché mi avete fatto scendere? Mi pare di aver detto di lasciarmi stare.-, gli risponde una voce che non è quella si aspettava.

-Buongiorno anche a te!-, lo saluta Seungmin. -Dovevamo parlarti. Non del condominio.-

-Ditelo in fretta, devo finire letteratura.-

-Potrebbe essere che ci piaci. Ehm.-, borbotta di nuovo Hyunjin, sempre fissando le scarpe. In ogni effetti sono un paio di stivaletti davvero belli, non che sia il momento adeguato di parlarne.

-Hyung, magari potresti guardarmi quando parli. È solo un suggerimento.-, commenta Jeongin.

Hyunjin alza piano lo sguardo.

Ok, Hyunjin arrossito è, effettivamente, una visione, ma c'è qualcosa di più importante su cui concentrarsi al momento. Tipo, ad esempio, la dichiarazione che ha appena fatto, ma è solo un suggerimento.

Finiscono per restare tutti e tre fermi sulla porta del condominio dove vive Jeongin per un po' di tempo. Qualche minuto, forse. Non è un silenzio piacevole, ma teso e imbarazzato, ma almeno non è un rifiuto, e Seungmin se lo fa bastare.

-Potrebbe essere che mi piacete anche voi.-, commenta piano Jeongin, spezzando il silenzio, quando questo inizia a farsi fastidioso e a come pungergli la pelle.

Qualche sguardo confuso, e stupito. 'E' stupito, oppure 'o' stupito? Entrambi. Qualche altro attimo di silenzio.

-Questo sì che è un salto. Da essere l'essere umano più single di sempre ad avere due fidanzati.-, commenta Jeongin ridacchiando.

-Dovresti ringraziare quel tuo collega. Quando Jinnie mi ha detto che un fungo lo aveva minacciato abbiamo deciso che non poteva continuare così.-, risponde Seungmin, potendo finalmente rilassarsi.

No, non lascia andare nessun respiro che stava trattenendo, perché avesse trattenuto il respiro lo avrebbe trattenuto circa mezz'ora prima, e la mia trama sarebbe andata a rotoli se mi fosse morto asfissiato Seungmin per sbaglio.

Dopo aver trattato con sua mamma, Jeongin riesce a strappare una mezz'ora di tempo libero.

-Scusi, potrei ordinare?-, chiede Hyunjin al cameriere, un ragazzo molto alto e con i capelli stranamente spettinati, la cui targhetta recita Namjoon.

Sono andati a prendersi un bel caffè, e la scelta è ricaduta, purtroppo per Jeongin, sul cafè in cui lavora.

-Ma certo. Sapete già cosa prendere?-

Hyunjin guarda i suoi due ragazzi, e sorride. -Tre caffè al cioccolato con panna, per favore.-

fine

^^^
NON LO STO ODIANDO QUANTO PENSAVO.

ANZI FORSE MI PIACE ANCHE.

COMUNQUE: CE L'HO FATTA.

SONO: GESÙ.

(hotel: trivago)

E sono anche triste ora. Ehm.

Questo capitolo è forse il più lungo di questo libro, e forse anche il più lungo in assoluto. Haha.

E niente. Manca così poco alla fine di tutto. Mi mancheranno questi libri.

Buona giornata/nottata a tutti. (Niente punto esclamativo. Sono triste. Stan Oneus)

SAME COFFEE # k.sm + h.hj + y.ji [✓]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora