Speciale 1. "Solo queste due persone."
-Sono finalmente le otto! Il nostro turno è finito, si chiude!- si sente gridare dalla stanza dei dipendenti.
Jeongin ridacchia allegramente mentre apre lo sportello della cassa e lo svuota dei guadagni del giorno, per poi passarli al suo capo, Kim Minseok, che lo sta guardando con un sopracciglio alzato.
Il bar è già vuoto da almeno un'ora, ormai, ma guai a chiudere in anticipo. Dopo aver afferrato le banconote Minseok gira sui tacchi e scompare nel suo ufficio, da cui riemerge poco dopo. -Chiudete voi, ragazzi. Buona serata,- dice conciso uscendo, senza nemmeno voltarsi a guardarli mentre saluta.
-Che stronzo.- sente Jaebum borbottare quando entra nella sala dipendenti.
Jeongin si leva il maledetto grembiulino marrone che fa parte della divisa insieme alla polo color oliva (un'abbinata di colori a dir poco oscena) e si mette la giacca. È pieno novembre ormai, e si congela.
Yugyeom saluta con la sua solita gentilezza, Jaebum lo segue poco dopo, e Jeongin resta da solo. Infila il grembiule nella sua borsa e passa dall'ufficio di Minseok per prendere il suo paio di chiavi. Ogni dipendente ne ha uno, che l'ultimo rimasto deve usare per chiudere il bar la sera, mentre la mattina è sempre Minseok ad aprire con il suo paio di chiavi con un mostriciattolo di argilla fatto dalla figlioletta come portachiavi.
Prima passa dal retro a controllare che sia tutto chiuso, specialmente le finestre del bagno (che qualcuno apre sempre e non si sa nè chi, nè perché), per poi finalmente uscire. Chiude la porta del bar, poi tira giù la saracinesca e fissa anche quella con il lucchetto. Poi borbotta un insulto al suo capo e ai suoi colleghi e se ne va.
Nonostante la chiusura (tra tutte le cose da fare, la peggiore in assoluto), Jeongin è contento. È sempre contento, ormai. Anche se la vicina di posto sulla metro puzza di tonno e cipolle, è lo stesso felice.
-Mamma, sono a casa!- grida non appena ha chiuso la porta, sfilato le scarpe e appeso la giacca.
-Ciao, tesoro. Ti va l'arrosto con il kimchi?- chiede lei, in piedi sulla soglia della cucina con un panno appoggiato sulla spalla e le mani sporche di qualche spezia, e Jeongin annuisce senza nemmeno ascoltare che cibo avesse detto.
-Oh! E si fermano anche i tuoi fidanzatini stasera, quasi dimenticavo. Ti aspettano di là,- dice la donna, con un sorrisino soddisfatto, tornando a preparare il suo kimchi.
-Mamma!- protesta lui, arrossendo vagamente. Dalla cucina sente provenire qualche risata da parte di sua madre, e poi se ne va in camera sua.
-Hey!- lo saluta Seungmin, dal pavimento su cui è sdraiato.
-Ciao. Leva i piedi dal muro, così lo sporchi.-
-Com'è andata a lavoro?- chiede Hyunjin, che se l'è presa comoda, occupando l'intero letto. Si è persino fregato una delle action figures di Jeongin e ora ci sta giocherellando.
-Bene, una vecchia mi ha augurato di prendermi una osteoporosi fulminante, sempre che esista, e una ragazzina ci ha spudoratamente provato con Jaebum nonostante fosse ovviamente di dieci anni più piccola. E qualche americano mi ha dato una mancia di tipo duemila won!- racconta Jeongin, andandosi a sedere sul letto accanto a Hyunjin.
Anche Seungmin si tira su da terra per unirsi agli altri due, sorridendo.
-E a voi, l'università?-
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SAME COFFEE # k.sm + h.hj + y.ji [✓]
FanficJeongin lavora in un bar e si innamora di due clienti che prendono sempre lo stesso caffè. Seungmin e Hyunjin sono fidanzati da sette mesi, e si dicono sempre la verità. Forse fin troppo. 𝘚𝘵𝘰𝘳𝘪𝘦 𝘥𝘪 𝘲𝘶𝘢𝘳𝘢𝘯𝘵𝘦𝘯𝘢: 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦 𝘵𝘦...