Capitolo 2

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Rose invidiava le sue cugine.

Erano state tutte smistate in Grifondoro.

Invidiava la loro sala comune così calda e accogliente.

Le ricordava la Tana.

Invidiava a Roxanne, Dominique, Lily e Lucy il fatto che dormissero assieme, nella stessa camera.

Rose si sentiva così sola, così esclusa.

Invidiava la loro bellezza, la loro femminilità.

Lei non era come le sue cugine.

Lei, lei era solo Rose.

Così fottutamente invisibile.

Se solo avesse avuto il fisico di Dominique, quel fisico da modella che le invidiava tanto.

Oppure i capelli di Lily, lisci come la seta e i suoi occhi, gli stessi di suo zio Harry.

Oppure il sorriso di Roxanne e il suo umorismo.

Oppure la dolcezza di Lucy e la sua intelligenza.

Lei, lei cosa aveva di speciale?

Era la fotocopia di sua madre.

Aveva una prima scarsa, arrivava a stento al metro e cinquanta, i suoi capelli erano costantemente crespi.

L'unica differenza era il colore dei capelli.

Erano rossi come quelli del padre.

Rose invidiava così tanto le sue cugine.

Invidiava loro le coinquiline, così gentili e simpatiche e con cui avevano subito legato.

Di cui erano diventate amiche.

E Rose?

Lei, a parte le sue cugine, non aveva amiche.

Oh, invidiava così tanto le sue cugine.

E come biasimarla?

La ragazza avrebbe voluto essere una Grifondoro, come tutte le sue cugine, come la sua famiglia, come i suoi genitori.

E suo padre sarebbe stato così orgoglioso di lei.

Avrebbe voluto dormire assieme a Dominique, a Roxanne, a Lily e Lucy.

Parlare fino a mezzanotte, mangiare schifezze, parlare di ragazzi e ridere.

Avrebbe voluto stringere amicizia con Alice Paciok ed Emily Baston.

E chissà magari considerare una di loro la sua migliore amica.

Avrebbe voluto sentirsi finalmente a casa.

Rose non era affatto sicura di quello che stava per fare.

Appena mise piede nella stanza delle sue cugine una sensazione di disagio l'assalì.

Forse chiedere aiuto alle sue cugine non sarebbe stata una buona idea.

Aveva così paura che non la volessero.

Aveva così paura di essere abbandonata.

Non riusciva a parlare.

Non aveva il coraggio di parlare.

Di chiedere di restare lì con loro.

Di volerle bene.

Di amarla.

Di abbracciarla e non lasciarla mai andare.

Di farla sentire a casa.

Ma, prima che Rose potesse pensare altro, Roxanne, Lily, Dominique e Lucy videro la cugina sull'uscio della loro camera e le corsero incontro soffocandola in un abbraccio.

«Rosie cosa ci fai qui? » le domandò la piccola Lucy con gentilezza.

«Io..io.. » le parole le morirono in gola.

Cosa avrebbe potuto dire?

Se fosse stata sincera cosa avrebbero pensato le sue cugine di lei?

Che fosse patetica?
Ridicola?

Le ragazze la fissavano in attesa.

Lucy la prese per mano e la invitò a sedersi sul letto.

E fu quel gesto a infonderle coraggio, un coraggio che non sapeva di avere.

«Ho deciso di non dormire più dai ragazzi. » disse Rose tutto d'un fiato.

Le sue cugine spalancarono gli occhi dallo stupore.

«M-ma..ma c-come!?» le chiede Lily ancora scossa dalla notizia appena sganciata da Rose.

«Mi sembrava di capire che ti trovassi bene con loro. È successo qualcosa?» indagò Dominique con un sopracciglio alzato.
C'era qualcosa che le puzzava ma non sapeva dire cosa fosse.

«N-no no. » si affrettò a rispondere Rose.
Non era molto brava a mentire. E sapeva di non aver convinto nessuna di loro, in particolare Dominique che ancora la fissava scettica.

«Io non capisco. Sono uno più figo dell'altro. Perché mai vorresti andartene? Hai la fortuna di vedere quel ben di Dio ogni cazzo di giorno! Ah beata te» esclamò Roxanne con aria sognante.

«Roxanne! Se ti sentisse Fred..» la rimproverò Lucy.
Non tollerava il linguaggio scurrile della cugina, ne tantomeno la sua predilezione nei confronti del genere maschile.

«Oh ma insomma! Non fate tanto le santarelline che sbavate anche voi dietro a quei cazzo di fighi.» ribatté Roxanne guardando le cugine con aria di sfida.

«Come vuoi.» sospirò Dominique «Però stavamo parlando di Rose. Quindi!?» proseguì la bionda puntando le sue iridi in quelle della cugina come a volerle scavare dentro.
Non avrebbe mollato finché Rose non avesse ammesso il motivo.

«Forse.. ecco... può darsi.. No ok.» Rose prese un respiro profondo.

Perché era così difficile ammettere la verità?

«Sapete della scommessa, no? Ecco. Io-io non mi sento più a mio agio in quella stanza. Ho sempre paura di imbattermi in uno di loro che fa cose... e.. si insomma mi sono resa conto che non posso passare la mia vita in quella stanza. Penso di averli disturbati già abbastanza.»

«E cosa intendi fare? Mi auguro che tu non voglia tornare in stanza con quelle stronze!» le chiese Lily spaventata all'idea della cugina picchiata a sangue.

«No no! Ecco, io mi chiedevo se, per un po' di tempo, ecco.. io non potessi stare qui con voi..»

Rose non fece in tempo a concludere la frase che le sue cugine le furono subito addosso accettando di buon grado la richiesta della cugina.

Da quel momento Rose non invidiò più le sue cugine.

Perché finalmente era una di loro.

Finalmente era a casa.

Il migliore amico di mio cugino - ScoroseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora