Capitolo 4

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Quanto si può cambiare in 2 mesi?

Rose non credeva ai suoi occhi.

Si era alzata di ben 20 centimetri.
Ora raggiungeva quasi il metro e settanta.

Le era cresciuto il seno di un paio di taglie.

I vestiti non le andavano più bene.

Così, assieme a sua madre, decise di andare a fare shopping e rifarsi il guardaroba.

A Rose non piaceva particolarmente fare shopping ma sapeva che non poteva farne a meno.

Le magliette ormai le arrivavano all'ombelico e i pantaloni non le salivano più su delle cosce.

E la cosa peggiore era fare shopping con sua madre.

Rose non era per niente femminile.

Spesso rubava i vestiti di Albus o di Hugo.
E sua madre la rimprovera.

"La figlia del Ministro della Magia e del Vice Capo Auror non poteva andare girando come una barbona".

Così la costrinse a comprare vestitini, canottiere, pantaloncini, gonne, top, completini intimi, vestaglie.
Qualsiasi cosa che mettesse in mostra il suo fisico slanciato, tonico, snello ma con le curve al punto giusto.

Se il fisico di Dominique assomigliava a quello di una modella, quello di Rose ora assomigliava a quello di una Barbie.

Una mattina di Agosto Rose scese a fare colazione con una vestaglia che le metteva in risalto il seno e le gambe lunghe e snelle.
A quella vista a Ronald andò di traverso il caffè che stava bevendo e sbiancò.

«Come ti sei conciata?»

«Papà è solo una vestaglia da notte»

«Rose, ti si vede tutto!»

Rose pensò che fosse il solito esagerato.

«Ronald, è una donna ormai. È normale che si vesta come tale.» lo rimproverò Hermione

«No. No. Vai a cambiarti. Mettiti addosso una felpa.
E dei pantaloni!» Ronald era livido dalla rabbia.

«Sai quanti maschi pervertiti ci sono al mondo? Oddio. Salteranno addosso alla mia bambina. Se solo osano guardarla o toccarla, io-io li ammazzo!» il solo pensiero di sua figlia guardata e toccata da un ragazzo lo faceva andare fuori di testa.

«Ti ritiro immediatamente da Hogwarts!» concluse incrociando le braccia e sul volto un'espressione felice, come se avesse avuto l'idea del secolo.

«Cooosa!?» urlò Rose.
Questa proprio non se lo aspettava.
Come poteva dire sul serio?!
Come poteva privarla della sua terza casa?

«Come faccio a proteggerti se sei lontana da me?!
No. Da oggi studierai da privatista.» Ronald sembrava irremovibile.

Rose era disperata.
Guardò sua madre in cerca di aiuto.

«Ronald stai esagerando.» Lo ammonì Hermione.

«'Mione ma l'hai vista? La mangeranno con gli occhi!» si lagnò il rosso.

«Ci saranno i suoi cugini a proteggerla» gli suggerì la moglie.

«Ehm, me la so cavare da sola, grazie.» intervenne Rose ma subito venne fulminata dalla madre.

«Appena torniamo a casa parlerò io con quei ragazzi.. se qualcuno si avvicinerà alla mia Rose sarà solo colpa loro.» E con parlare Ronald intendeva minacciare quei ragazzini che non erano altro che i suoi nipoti.

«Papà...» sospirò Rose

«Ronald...» disse Hermione sperando che il marito rinsavisse.

«Ho deciso.»

E quando Ronald prendeva una decisione sapevano entrambe che non c'era più niente da fare.

Il padre di Rose inziò così a parlare da solo.

Si preparò il discorso da fare ai suoi nipoti, o meglio, le minacce da fare ai suoi nipoti.

Si ingegnò per evitare che occhi indiscreti potessero vedere il corpo della figlia: avrebbe chiesto a tutti i parenti di sesso maschile di prestare alla ragazza dei vestiti larghi, coprenti.

E meditò come evitare che Rose si fidanzasse prima dei 30, anzi 40 anni.
Poteva raccontare in giro che le puzzavano i piedi, oppure che si mangiava le caccole.

Ronald si meravigliò di se stesso e delle sue strepitose idee.

Fù riscosso dai suoi pensieri da un ticchettio alla finestra: era Leotordo.

Hermione andrò ad aprire, sfilò la pergamena dal suo becco e gli diede da mangiare.

«Ronald, è per te. Da parte di Harry.»

Ron inziò a leggere.

«Che succede?» Chiese Rose curiosa.

Suo padre non le rispose.

«Devo tornare a Londra.» disse sbrigativo insospettendo la ragazza.

«Tranquillo, va'. Il dovere ti chiama. Ci vediamo tra qualche settimana. Ti amo e mi raccomando sta attento.» rispose la moglie ormai abituata.
Ronald in quanto Vice Capo Auror aveva dei doveri e lei lo sapeva bene.

«Ciao 'Mione, ciao 'Osie. Salutatemi Hugo. Vi amo.»

«Ciao papà. Anche io.»

E fu così che dopo aver lasciato un bacio sulle labbra di sua moglie e uno sulla fronte della figlia Ronal si smaterializzò.

Il migliore amico di mio cugino - ScoroseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora