Capitolo 2

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Canzone per il capitolo: Go Go with You- The Main Level

“Zayn, il telefono” urlo dalla cucina, intenta a chiudere l’ultimo scatolone con le nostre cose pronte per il trasloco nell’altra parte del mondo. Stappo il pennarello e vi lascio scritto “Roba di scuola”. Mi alzo e mi guardo in giro; la casa è piena di scatoli di qualsivoglia dimensione e per transitare da una stanza all’altra bisogna passarvi attraverso come in un percorso ad ostacoli. La cosa peggiore del trasloco è il momento prima e quello immediatamente dopo; questa cosa mi manda in agitazione pura e mi avvilisce.

“Zayn?” lo richiamo, ma poi lo vedo chino e preoccupato su uno scatolo, buttando a terra alla rinfusa le cose che vi avevo deposto accuratamente all’interno. “Che stai facendo?” squittisco disperata in preda ad una crisi di nervi. Gli faccio segno di aspettare e rispondo al telefono, considerato che sta squillando già da tempo.

“Pronto? Si? Sono la sorella. Si, ciao, te lo passo subito.
Zayn è per te” copro il microfono e mi sporgo allungando un braccio verso di lui. Si allontana con il telefono all’orecchio; guardo il macello che ha combinato tirando fuori tutte le sue cose dallo scatolo dove avevo scritto “Zayn”. Chiudo gli occhi esasperata solo per evitare di mettermi ad urlare.

Lascio cadere le braccia lungo il corpo ed emetto un piccolo urlo soffocandolo tra le labbra chiuse. Batto a terra i piedi e tiro leggermente i capelli. A volte penso che essere la sola donna di casa con un fratello pasticcione e così maledettamente uomo mi faccia carico di troppe responsabilità che non riesco ancora a gestire per il meglio.

“Scusa Lisa, ma non riesco a trovare il mio diario” si giustifica allargando le mani, raggiungendomi.

“Ma sei impazzito? Zayn ho impiegato mezza giornata per raccogliere tutte le tue cose sparse anche sotto il letto e tu fai tutto questo per un diario? Ti sei impazzito?” ribadisco. Lo vedo ridacchiare; allargo gli occhi per la rabbia che mi sta divorando.

“Rimetto tutto a posto”

“Ci puoi giurare” gli colpisco il braccio dandogli uno schiaffo.

“Ti voglio bene” mi lascia un bacio sulla guancia.

“Io no. Vado a chiamare per la pizza che sto morendo di fame” lo lascio lì, in preda ad uno pseudo panico per aver smarrito il suo tanto amato diario.

“Guarda che se non vieni mangio anche la tua”

“Hai il verme solitario?” mi schernisce ridendo. “Trovato” felice come un bambino, viene a sedersi accanto a me muovendo tra le mani il diario alzandolo come fosse una coppa appena vinta.

“Hai messo tutto apposto?” addento affamata il mio spicchio gettando un’occhiata alla tv accesa. Quando non mi risponde lo guardo accigliata. Alza un sopracciglio e fa un’ espressione da bambino che è stato appena beccato in flagrante a combinare qualche guaio. “Zayn?”

“Lo faccio dopo” mette una mano sul cuore.

“Sei in punizione e niente pizza” afferro lo scatolo bollente e lo nascondo dietro la schiena. Per dispetto, prende il mio spicchio lasciato a metà e fa cadere tutte le patatine a terra. “Cosa ho fatto di male per meritare un fratello così cialtrone?” sbuffo.

“Senti cialtrona, ridammi la pizza” lascio scivolare la confezione sul tavolo e gli sorrido. Cosa farei se non avessi lui; è la mia ancora di salvezza, la mia spalla su cui piangere, il mio migliore amico. Mi sento persa al solo pensiero che un giorno il nostro legame non sarà più lo stesso. Io sono la sua mamma e lui è il mio papà; ci prendiamo cura l’uno dell’altra, in assenza di un affetto materno e paterno che da qualche tempo è purtroppo venuto a mancare.

Love Actually (#Wattys2015) // N.H.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora