Capitolo 10

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Canzone per il capitolo: Young Girls- Bruno Mars

HARRY POV

Ezra Styles, 35 anni. Agli occhi di tutti ha una vita perfetta, un matrimonio stabile, una moglie affettuosa, un figlio che lo vede come una specie di eroe e un lavoro da avvocato di cui certamente non si può lamentare. Nella perfezione di una vita imperfetta, però, ha presto cominciato a mettere in dubbio la sua quotidianità e la prevedibilità dei suoi giorni, ormai tutti uguali.

Brittany Davies, 25 anni. Alta, magra, occhi azzurri, segretaria di suddetto avvocato. Un fidanzamento finito male; tanto amore donato all'uomo sbagliato, scelto con la convinzione di avere un futuro da favola, un aborto costretto da genitori fin troppo all'antica.

Destini che si incontrano per la seconda volta. Brittany, l'amore mai dimenticato di Ezra dai tempi adolescenziali, risveglia in lui l'unico sentimento che probabilmente ha sempre cercato nella prima donna, ormai divenuta una completa sconosciuta: la passione.

Harry Styles, 17 anni. La prima volta che ho scoperto cosa significa davvero adulterio.

FLASHBACK

"Dove sei stato tutto questo tempo?" sento mia madre sussurrare dietro la porta.

"Avevo delle pratiche da terminare" mio padre la sorpassa veloce entrando in camera da letto. Avvicino l'orecchio alla parete per ascoltare le loro parole nella camera comunicante.

"Ezra, è l'una del mattino. Dovresti smetterla di lavorare così tanto" poi il silenzio. Attendo ancora qualche minuto prima di rimettermi sdraiato, quando improvvisamente un rumore sopra la testa mi fa alzare di nuovo. Dei lamenti soffocati, piccole urla, ancora rumore. Poso il cuscino sopra la testa coprendo le orecchie.

"Abbiamo un figlio e tu ti scopi la tua segretaria. Da quanto tempo, Ezra?" alzo gli occhi sulla sveglia; sono le tre del mattino. "Da quanto tempo?" mia madre urla e butta a terra delle cose, facendo un fracasso incredibile. Apro piano la porta per sentire meglio.

"Da un anno" dice tranquillo.

"Ma che razza di padre sei?" urla lei ancora più forte, spingendolo lontano. Lo strattona violentemente tirandogli la camicia lasciata aperta.

"Io per Harry ci sono sempre stato e continuerò ad esserci"

"No, Ezra. Tu esci da questa casa stasera stessa" prende dall'armadio il suo borsone e comincia a riempirlo di vestiti, buttandoli alla rinfusa. "Non ti avvicinerai più a tuo figlio, che lui lo voglia o meno".

Provo improvvisamente odio per mia madre, quella che mi ha messo al mondo e che mi sta allontanando da mio padre, l'unico vero esempio. Lo vedo uscire di casa senza voltarsi indietro. In questo momento odio anche lui. Mi libero dal pigiama e infilo velocemente un paio di jeans, uscendo di casa senza dire niente a mia madre, che rimane da sola con il suo dolore e una fotografia tagliata a metà tra innumerevoli scaglie di vetro.

Cammino senza sosta da forse venti minuti. Il buio attorno a me e il silenzio cupo danno pace al mio mal di testa. Scalcio una bottiglia di vetro facendola sbattere contro una saracinesca chiusa, rompendo la quiete. Appoggio la schiena ad una rete e chiudo gli occhi; molto lontano un cane abbaia.

"Tutto bene?" riapro gli occhi al suono di una voce femminile.

"Si" si avvicina studiandomi per bene.

"Cosa ci fa un ragazzo per bene da queste parti?"

"Cosa ne sai che sono un ragazzo per bene?" le chiedo acido.

"Si vede. Sai in che zona ti trovi?" non le rispondo, ma la guardo. Calze a rete, minigonna, una fascia per capelli al posto della maglia, tacchi alti e gomma in bocca.

Love Actually (#Wattys2015) // N.H.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora