Capitolo 27

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Canzone per il capitolo:  Stay Stay Stay – Taylor Swift

LISA POV

Una volta ho letto che nei sogni viviamo molte emozioni quali gioia, felicità, paura, ansia. Premetto che non ho mai fatto sogni ricorrenti, ma quelle rare volte che l’ho fatto ho sempre avuto incubi che mi hanno fatto svegliare di soprassalto, con il cuore in gola e la mente che indisturbata vagava per campi che in realtà non avrei mai voluto percorrere.

Da quando i miei genitori non ci sono più, con gli incubi ho stretto un patto d’alleanza e alla fine ho imparato a conviverci, nonostante questa resa sia sempre stata deleteria per me.  Ho sempre avuto paura di addormentarmi.

Mi desto dal sonno disturbata dal boato causato da un tuono che squarcia il cielo. Il fuoco acceso da Harry giace spento con un mucchio di tronchetti di legno accantonati alla sua base. Le nuvole pesanti e scure sopra la mia testa non esibiscono segni di pioggia in arrivo, ma ho come l’impressione che siano un po’ come gli occhi di una persona quando si riempiono di lacrime che si riversano poi senza contegno al momento opportuno. L’aria odora di precipitazione.

“Harry?” tossisco. Tendo le orecchie prestando attenzione ad ogni minimo rumore che possa avvertirmi della sua presenza. “Harry, dove sei?” la paura di non trovarlo accanto a me permette all’ansia di divorarmi. Bagno le labbra seccate dal sonno e aggiusto la maglia tirandone i bordi verso il basso. Mi giro improvvisamente quando dietro di me un rumore tipo quello di foglie secche che vengono calpestate rompe il silenzio.

Sento il respiro pesante fare l’eco nelle orecchie. Mi metto a quattro zampe e, scrutando attentamente il buio che mi circonda, cammino indietro come il gambero, raggiungendo la riva più illuminata grazie alla luna. “Chi c’è?” urlo, ovviamente non ottenendo risposta. Mi do della stupida mentalmente. Chi vuoi che ci sia, mi rimprovera la mia coscienza. “Harry non sei per niente divertente” nella voce ci sono chiari segni di paura.

Sei paranoica. Quante volte gliel’ho sentito dire.

“Non sono paranoica. Lì c’è qualcuno” rispondo ai miei pensieri. Mi alzo dalla mia posizione a cagnolino e sfrego le mani per liberarle dalla sabbia depositata tra le dita. Mentre cammino, incastro tra i piedi un indumento. Non riconoscendolo subito, decido di studiarlo meglio portandolo vicino gli occhi. Lo getto immediatamente a terra quando capisco a chi appartiene.

Mi giro lentamente verso il mare per dare conferma ai miei pensieri. I capelli ricci di Harry si vedono a malapena attraverso le piccole onde che risentono dell’influsso della luna. E’ girato di spalle e guarda dritto verso l’immensità del mare. Di tanto in tanto allarga le braccia e getta la testa indietro bagnando la punta dei capelli. Vi passa una mano all’interno scuotendoli e liberandoli dall’acqua in eccesso che li rende sicuramente più pesanti.

Riporto lo sguardo ai suoi boxer. Sta facendo il bagno nudo. A quel pensiero il mio stomaco riceve un sussulto e abbasso lo sguardo imbarazzata, soffiando l’aria per cercare di liberare le guance dal rossore che in questo momento le caratterizza.  Senza pensarci nemmeno due volte, colgo il momento di minore vulnerabilità per afferrare il bordo della maglia, sfilandola.

Resto a petto nudo e prendo un bel respiro, gonfiando il diaframma. Con lo sguardo fisso su Harry, infilo le dita tra i bottoni del jeans liberandoli e tirandoli giù insieme agli slip. Il mio cervello manda segnali dall’allarme avvertendomi della pericolosità della situazione in cui mi sto cacciando. Per ogni parola di Harry su quanto sono innamorata di Niall, arrivano tre passi decisi verso di lui.

Entro in acqua ed immediatamente rabbrividisco per la frescura della sera. Man mano che mi avvicino, conto ventitré deglutizioni, di cui esattamente quindici indecise che quasi mi fanno tornare indietro. Appena avverte i miei passi dietro di lui, volta di poco il capo ma subito riprende a guardare avanti. Quando gli sono accanto, lo vedo piegare le labbra mostrando le fossette ai lati della bocca. Addolcisce gli occhi e prende la mia mano, facendo muovere l’acqua attorno a noi.

“Sta per piovere” esordisce, quasi silenziosamente. Lo guardo senza parlare stringendogli la mano. Porta gli occhi nei miei dopo una manciata di secondi.

“Io ti sono accanto … nuda e tu parli del tempo?” lo rimprovero. Il suo sguardo scatta nuovamente davanti.

“Pensi che non ti abbia guardata?
Non ho bisogno di indugiare oltre” sorride, tirandomi più vicina. Ricevo un contraccolpo quando il mio corpo tocca il suo, fianco a fianco.

“Stiamo facendo la cosa giusta” lo rassicuro, posandogli una mano sulla guancia. Accoglie la mia carezza chiudendo gli occhi.

“Sei sicura Lisa?”

“Si, Harry” unisco le nostre labbra tremando leggermente. Le sue labbra calde placano immediatamente i miei tremori dovuti al freddo. Abbraccio stretto il suo corpo facendo muovere l’acqua leggermente più agitata. Essendo più piccola di lui, avverto la sua intimità all’altezza dell’ombelico. Gli chiedo in silenzio di ricevere di più e subito mi accontenta prendendomi in braccio.

Lego le gambe alla sua vita senza lasciarlo entrare. Troppo alta, abbasso leggermente il capo per baciarlo ancora una volta. Delle gocce d’acqua planano direttamente sul mio naso, attraversando le nostre fronti unite. Allaccio le braccia al suo collo e infilo una mano in mezzo ai nostri corpi vicini per direzionarlo dentro di me. Aspetta di penetrare tutto per spingermi con le mani verso il basso, più in fondo.

“Scusa” accarezza i miei capelli quando emetto un debolissimo verso di dolore. Passa le mani sulla mia schiena solleticandomi e facendomi venire un piccolo brivido. Le onde si mischiano a noi, in un perfetto connubio.

Quando la pioggia diventa più pesante e fastidiosa è allora che mi sveglio. Passo una mano sul cuore respirando veloce. Sento le pulsazioni negli slip e ne provo vergogna. Per la prima volta in questi giorni, sono grata ad Harry di non essere presente.

“Finalmente ti sei svegliata, dormigliona”

“Si, adesso” dico titubante. Ripenso al sogno e scuoto la testa per lasciar andare via i pensieri.

“Non ti senti bene?” si avvicina a me, ma d’impulso mi allontano. Alza le mani in segno di difesa. “Ho fame, ma non ho intenzione di provare carne umana” ride. I miei occhi cadono involontariamente sui suoi boxer e sulla sua erezione dura. “Che fai?”

“Niente” distolgo lo sguardo, deglutendo.

“Non posso nasconderlo dal momento che ho ceduto i pantaloni a te” sorride maliziosamente.

“Cosa mangiamo oggi?” cerco di cambiare discorso, al contrario di lui che resta deciso a fissarmi con quell’espressione del tipo “Ti ho sgamato, birichina” che m’inchioda tutte le volte. 

Love Actually (#Wattys2015) // N.H.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora