Devi andare avanti. Le persone usano sempre questa frase. Quando vengono lasciate dal proprio amore, quando vengono prese in giro, quando bisogna trasferirsi, quando litigano con delle persone importanti, quando perdono, delle persone importanti. Ma come posso andare avanti se l’unica persona che rappresentava tutto per me, l'unica che mi sosteneva, mi voleva bene, se n’è andata? Per giunta per colpa mia. Eravamo così diverse, dall’aspetto fisico al carattere, dalle passioni al modo di pensare. Però ci completavamo a vicenda: lei era quella che mi tirava sempre su di morale quando vedeva che mi ero fatta male, o quando qualcuno mi prendeva in giro; io ero quella che la difendeva da qualunque cosa, specialmente dalle persone che la picchiavano perché "Guardate chi c’è! La sorella di quel mostro". Come avete potuto notare, io sono al centro di tutto. In senso negativo, ovviamente. Io ero quella che non parlava, che guardava sempre male gli altri, che sospettava di tutto, nonostante fossi ancora una bambina, che usava "la magia strana". Perché è questo l’aggettivo che mi rappresenta: strana. Ed essere strani, agire in modo strano, diverso, inusuale, hanno una conseguenza: mentre loro sono le "persone normali", quelli che dicono o fanno le cose che sono ben viste dalla società, che usano magie comuni, normali, io faccio parte della categoria dei "mostri". Perché loro sono tutti così buoni ed onesti! Loro non sono mai stati cattivi in vita loro. Io ero il loro capro espiatorio. Io lo sono stata sempre: quando ero con la mia famiglia (ah, quanto mi manca!), quando hanno invaso il nostro paesino, quando sono stata rapita insieme a Jessy, quando è morta Jessy, quando dovevano studiarmi. Perché i mostri, gli esseri diversi, strani, sconosciuti, hanno il solo scopo di essere studiati, sfruttati per qualche loro bieco motivo. È questo quello che mi hanno insegnato Carlo e Rozalya.
"Sai bene di chi è la colpa della morte di tua sorella. Se non aveste tentato di scappare, se tu non avessi messo in testa a tua sorella queste strane idee riguardanti la fuga, lei sarebbe viva! Come puoi vivere felice, senza rimorso, ora che hai ucciso tua sorella? Tu non meriti la vita. Tu non servi a niente! Neanche ti fai torturare, perché non urli, non piangi e non ti disperi! Sei davvero inutile. E tu lo sai benissimo, è inutile che fai quella faccia da pesce lesso. Ti meriti solo il buio, la morte. Ti meriti solo il vuoto totale, dove la tua anima dovrà restare intrappolata per sempre. Perché tu non meriti di uscire dal buio. Tu non vedrai mai la luce davanti a te. Tu non vedrai mai la vera luce davanti a te, mostro!".
Per una volta posso dire che avete ragione, Carlo e Rozalya, per una volta avete detto qualcosa di vero e sensato. Io non mi merito la vita. Jessy se la merita… Se la meritava. Perché sono qui, perché sono ancora viva? Perché sento l’aria gelida lungo la schiena, perché sento la neve che cade tra le mie mani e che si scioglie subito dopo, perché vedo davanti a me questa neve rossa? Perché, perché, perché?! Perché sono al mondo? Io non me lo merito. Io voglio il buio. Io non mi merito questa luce.
"Buon compleanno, Jenny".
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Una nuova luce
FantasyJennifer è, anzi era una bambina molto felice, finché non ha perso la sua famiglia, la sua amata sorellina ma soprattutto la sua identità: due persone, se così vogliamo chiamarle, hanno rapito le due bambine e hanno cancellato loro, per qualche moti...