Capitolo 8

114 6 10
                                    

Attenzione: saranno presenti scene violente.

Non ci posso credere! Davvero c’è gente che nonostante abbia già venti e passa anni ha una mentalità così ristretta? Giusto, ma cosa vado a dire. Gli adulti sono persino peggio.

Scendo gli scalini calma, come se nulla fosse successo e come se non fossi seriamente arrabbiata, o meglio infuriata. Appoggio il mio braccio e la fronte sull’albero, e dopo una decina di secondi sbatto il pugno della mano sul tronco. Dopo essermi sfogata con quell’albero, che non ha nessuna colpa, mi allontano e vedo che dove avevo tirato io il pugno era già rovinato, come se l’albero abbia già ricevuto un pugno o comunque qualcosa di simile. Devo dire che ora l’albero mi fa un po’ pena. Appoggio il palmo della mia mano alla corteccia e sussurro: "Occhi del Sentimento: Potere della Guarigione". Dopo poco la mia mano si illumina e da essa fuoriesce una piccola quantità d’energia che è comunque sufficiente per poter far tornare l’albero come prima, senza nessuna lesione. Mi accascio a terra con la schiena appoggiata all’albero e faccio un rumoroso sospiro. Forse ho esagerato, ma a mia discolpa posso dire che quel ragazzo, Brian, è una vera e propria testa di cazzo, l’ennesimo caso umano di cui non c’era bisogno. In confronto, Alexander o come si chiama è un ragazzo simpatico e soprattutto socievole. Mi chiedo come facciano persone simili a studiare qui senza aver nessun problema, ma poi mi ricordo che quel coglione è il figlioletto caro del preside.

Devo dire che il test scritto è stato abbastanza facile. Ma se non avessi studiato per bene, ora mi ritroverei nella merda. Sinceramente, non so in quanti riusciranno a passare questo esame. Può sembrare semplice, dato che le domande sono a scelta multipla, ma senza un accurato studio sarebbero difficili da comprendere. Sono passati venticinque minuti dall’inizio, e ne ho impiegati altri cinque per ricontrollare. Mi alzo dalla sedia con tutti gli sguardi fissi su di me, compreso quello del professore. Mi avvicino a quest’ultimo, gli consegno il foglio e dico: "Io ho finito. Devo aspettare qui dentro?".

Il professore Woodward, che se non sbaglio è il professore di magia pratica, mi guarda sorpreso e mi chiede velocemente: "Ha già finito signorina Vernicks? Guardi che ci sono anche le domande sul retro del foglio".

"Lo so professore, ho fatto anche quelle".

"Ha ricontrollato tutte le domande?".

"Sì, professore" rispondo sorridendo.

"Tutte tutte?".

"Tutte tutte". Quante altre volte me lo dovrà richiedere?

Vedo il professore che si guarda in giro come se non sapesse cosa fare, poi si dirige verso la professoressa di storia, Bowers se non sbaglio, e le chiede se può controllare ai ragazzi per una decina di minuti. Appena la professoressa annuisce tranquilla, il professore viene verso di me, mi accompagna fuori e, appena usciamo entrambi, chiude la porta dell’aula magna.

In questo momento il professore è troppo buffo, così tanto che rischio di ridergli in faccia ma non so se mi conviene. Con una mano tocca nervosamente la spilla di una farfalla, logo molto originale dell’accademia, attaccata all’uniforme, mentre con l’altra mano si sistema continuamente quel cespuglio di capelli grigi che si ritrova in testa. I suoi occhi né troppo grandi né troppo piccoli, di un bel colore verdognolo, esprimono così tanto spavento che sembra io abbia appena ucciso tremila persone e le abbia poi mangiate.

Il professore fa per iniziare a parlare, ma viene subito interrotto da Michael, che si trova in compagnia di Lucas, Helias e Tom.

"Professore? Che ci fa qui fuori?".

"Oh salve Maestà, non l’avevo vista - si inchina subito il professore Woodward mentre Michael lo guarda accigliato per via della troppa formalità con cui il professore si è rivolto a lui - volevo solo parlare un po’ con la signorina Vernicks".

Una nuova luceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora