3.evitare la sorella maggiore

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Quando entro nella stazione di polizia per portare a mio padre il pranzo (odio il fatto che mangi sempre bistecche e patatine fritte) mi fermo alle macchinette mentre il vociare degli altri dipendenti offuscano i miei pensieri. La barretta al cioccolato mi sta facendo gli occhi dolci, come posso dirle di no?
"Giulia!" esclama la voce roca di mio padre, i suoi capelli biondastri brillano sotto la lampada al neon. Afferro il resto e prontamente gli lancio la busta con qualcosa di più sano. "Signor ispettore" ridacchio. Con mio padre mi sento più a mio agio e per quanto strano possa sembrare, riesco a dialogare anche di cose alquanto imbarazzanti. A mia madre non posso dire nulla perché oltre a se stessa e Melanie, non riesce a preoccuparsi di nient'altro. Con lei potrei al massimo sorbirmi i suoi dialoghi su quanto siano fastidiosi i peli sulle tette. "come procede la missione 'evitare sorella maggiore'?" domanda, sedendosi dietro la scrivania e offrendomi il posto accanto al suo. Scuoto le spalle. "Procede alla grande, fin quando non viene a straparlare di quanto ce l'ha grande il suo stallone" mio padre si soffoca col pranzo, ma per le risate sia chiaro. Come già spiegato, è più facile parlare con lui.

Rifare la strada al contrario per tornare a casa non è un problema. Il problema sta nell'entrare in casa e fingere che quelle due galline siano quantomeno sopportabili. Ma ahimè, non lo sono. Appendo il mio berretto all'appendi abiti e mi eclisso nella mia stanza. Ho tanto a cui pensare, come ad esempio trovarmi un lavoro dato che non mi va di dipendere da qualcuno. Ho diciotto anni freschi freschi e per quanto io ami netflix e cibo, non posso sprecare la mia vita sperando che dal cielo cadano un milione di dollari.

La situa sta degenerando HAHAHA

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