CAPITOLO III

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"Hey Jess, hai un minuto?" chiesi in tono molto speranzoso.

"Ma certo, io ci sono sempre per te"

"Grazie Jess, avrei proprio da confidarti una cosa in effetti..."

"Tranquillo, lo so già" disse Jess.

"No non è possibile"

"Certo che lo so, ti piace Mattew ma non sai come dirglielo..."

"Cosa?? No, assolutamente no, sono etero, fidanzato e sai benissimo che con Mattew le cose non vanno molto bene"

"Si certo, come no. Allora cosa volevi dirmi?"

"Volevo chiederti un consiglio sulla mia relazione con Grace, pensi che sia una relazione tossica? Pensi che possa ancora continuare?" chiesi a Jess molto sconvolto.

"Certo che può continuare, a quanto mi hai sempre raccontato tu ti trovi bene con Grace, certo la distanza è un problema, però... Aspetta, mi è appena venuta un' idea..." rispose Jess fiera di sè.

"Cosa?"

"Devi andare a New York a trovarla" disse Jess in tono molto sincero e determinato.

"Lo sai che non posso, i miei vogliono che mi focalizzi solo sul Texas e la nuova scuola"

"non sono obbligati a saperlo..." concluse Jess maliziosamente

Fu così che pianificai la fuga per fare una sorpresa a Grace. Il mio piano era perfetto, i miei genitori sarebbero dovuti stare fuori casa per 2 giorni a causa del lavoro, così andai a comprare il biglietto, il giorno dopo avrei preso il treno e in 4 ore sarei arrivato a New York. Durante la notte non facevo che pensare se ne valesse veramente la pena di rischiare così tanto per una ragazza che, dato il lavoro di mio padre, non avrei potuto vedere mai. Però alla fine pensai che avevo preparato tutto, avevo comprato il biglietto, non potevo rinunciare all'ultimo...

Arrivò il grande giorno e, finita la scuola, iniziai a incamminarmi verso la stazione dei treni che, in effetti, era un po' lontana dalla mia scuola. Arrivato alla stazione trovai una ragazza molto giovane che lavorava lì e pensai che magari potesse aiutarmi:

"Scusi, sa mica dove posso trovare il treno delle 16:00 per New York?" chiesi, molto garbatamente.

"Si certo, tutto a dritto e poi a sinistra, binario 15" rispose lei.

Le feci un cenno di ringraziamento e mi diressi verso il binario da lei indicato.

Appena arrivato il treno salii sopra pensadoci due volte e sapendo che avrei corso un grosso rischio, ma lasciai i miei pensieri altrove e mi sedetti accanto ad un signore non troppo giovane, molto alto e con un alito che avrebbe fatto allontanare anche il signore oscuro. Non faceva altro che parlare, così, preso dal nervosismo, gli chiesi di tacere e lui, con un atteggiamento un po' altezzoso, mi guardò male e non mi rivolse più la parola.

Arrivai finalmente a New York, dopo tanto tempo, mi ero quasi scordato di quanto fosse bella e appena arrivato venni sopravvalso da tantissimi ricordi che mi duolevano e basta. La casa di Grace non era molto lontana dalla stazione del treno ma pensai che con un taxi avrei fatto molto prima. Così ne chiamai uno, salii sopra e dissi al conducente di portarmi all'indirizzo scritto sul foglio dato lui in precedenza. Durante tutto il tragitto parlai un po' con il tassista anche se rispondevo molto freddamente, non ero molto concentrato su quello che mi diceva e sono sicuro che ad un certo punto se ne accorse anche lui tanto che smise di parlare.

Appena arrivato non potevo crederci, ero davvero tornato a New York per vedere la mia ragazza. A quel punto ringraziai il tassista, scesi dalla macchina e mi ritrovai davanti casa di Grace. Non sapevo veramente come avrebbe reagito alla mia sorpresa e questo mi turbava e mi teneva in agitazione. Bussai alla porta ma c'era un unico problema. Non rispondeva nessuno.

"magari non ha sentito, starà guardando netflix come sempre" dissi tra me e me.

A quel punto mi ricordai che sotto il tappeto potevo trovare la chiave per entrare, così presi le chiavi, ci pensai bene e aprii la porta. Quello che vidi cambiò per sempre tutta la mia vita perchè Grace non era da sola e di certo non stava giocando a carte...

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