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Tornare umana non si è rivelato essere così brutto. Certo, i primi tempi sono stati orribili, ma ora sto bene. Io, come quasi tutti i membri del branco.
Derek e Scott mi stanno accompagnando da "Tattoo§Piercing" per il mio nuovo tatuaggio. Derek è al posto giuda della sua Camaro, Scott di fianco a lui, mentre parlano del più e del meno. Io sono seduta dietro, penso a come la mia vita fosse cambiata nel giro di pochi secondi, quel giorno.

Petronius era scomparso; come una bolla di sapone. Prima era lì, il mio nemico di non so più quante vite, e un attimo dopo non c'era più.
Semplicemente, sparito.

E sebbene fosse un sollievo per me, per tutti, nessuno di noi poté tirare un respiro di sollievo. Non quando il Nogitsune era lì, davanti ai nostri occhi.
Scott aveva fatto giurare a Liam, Mason e agli altri membri più giovani del banco di non seguirli, forse una delle scelte più sagge che avesse preso da quando lo conoscevo.
Il nemico, il mostro, che ognuno di loro aveva temuto di più era davanti ai loro occhi, e tutte le emozioni erano rese chiare dallo sguardo di ogni persona.
Scott tremava visibilmente di rabbia, gli occhi rosso fluorescenti, gli artigli e le zanne in bella mostra; lo sguardo fisso sul mostro che aveva preso le sembianze di suo fratello.
Lydia, ancora vicina a me, tremava di paura, invece. Il suo miglior amico stava passando di nuovo attraverso il suo inferno personale, e sapeva che le prospettive di uscita da quel luogo erano scarse.
Derek guardava il corpo di quello che era il suo quasi-ragazzo, e davanti ai suoi occhi passavano le immagini di ciò che il Nogitsune lo aveva costretto già una volta a fare. A pensarci ora, sembrava che stesse davvero guardando la cosa che più lo spaventava al mondo.
Jackson non guardava il Nogitsune; troppo occupato a stringere il corpo senza vita di Ethan al suo petto, le lacrime di rabbia e dolore gli scorrevano lungo le guance, mentre tratteneva a stento i ruggiti e le urla umane.
Peter guardava me come si guarda un'opera in un museo in cui non si è mai stati. Per un solo attimo, un lieve sorriso gli illuminò il viso, prima che tutti i suoi sensi lupeschi tornassero a concentrarsi sulla nuova minaccia per la vita sua e del branco.
Isaac fissava il corpo esanime del suo amico, ma non riusciva neanche a pensare di confortare Jackson, i suoi nervi, era evidente, erano troppo tesi e scoperti anche per il solo pensare di avvicinarglisi.
Aiden alternava lo sguardo tra me ed Ethan. Gli occhi blu spiccavano sul suo viso, deformato da una smorfia mista di odio e dolore, gli artigli al posto delle unghie, le zanne dei denti.
Io, troppo debole per stare in piedi da sola, dipendevo da Lydia e dalla sua presa ferrea. Mi rimasero i lividi per giorni. Il mio sguardo vagava tra i membri del branco, notando lo sguardo curioso di Peter, quello pieno di odio a me indirizzato da Jackson, il terrore e la rabbia di tutti gli altri membri del branco.

Tutto era immobile, nessuno osava muoversi, emettere anche un minimo rumore. Anche se i respiri erano lenti, lasciavano ugualmente una nuvoletta bianca di vapore davanti alle nostre bocche, mia compresa.

Fu il Nogitsune a spezzare quel silenzio agghiacciante, portando a galla, con la sua voce, ricordi orribili a tutti i mannari lì presenti:
"Devo ammettere che non ci saremmo mai aspettati che il caro Stiles ci richiamasse, si era impegnato così tanto per scacciarci l'ultima volta... quando ha detto che dovevamo uccidere uno spirito rimanemmo ancora più stupiti. Non era lui quello del <Non farò mai del male a nessuno>?"
"Esci da lui!"
"Non penso proprio, Derek. Noi e Stiles abbiamo un patto: noi uccidiamo lo spirito cattivo e giuriamo di non far del male a nessuno di voi, in cambio lui ci lascia vivere dentro di lui"
"NO! Non lo avrebbe mai fatto!"

Il Nogitsune si girò dalla mia parte, il suo sguardo mi fece rimanere pietrificata. In lui non vidi neanche una minuscola traccia dello Stiles che conoscevo. Niente sorriso sulle labbra, nessuna dolcezza nello sguardo ora opaco e buio. Quando parlò, le sue parole mi fecero scorrere brividi freddi lungo la schiena e le gambe mi tremarono:
"Tu sei nuova, non ti conosciamo... devi essere la ragazza di cui parlava Stiles... diceva che eri morta... Sai, si sta incolpando. Lo sentiamo, dentro di noi, che urla e piange, grida che è colpa sua, che se non ti avesse cacciata ora sia tu che il vostro amico sareste vivi..."

Lost In The Shadow - Teen WolfDove le storie prendono vita. Scoprilo ora