Absence

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Il giorno dopo la piccola Jennie e il suo ragazzo decisero di uscire a fare una passeggiata. La ragazza, in silenzio,guardava le ruote girare e continuava a pensare a quella serata fuori dalla quotidianità.
I due ragazzi erano sulle alture di Pusan, quando furono superati da un gruppo di ragazzi, forse cinque, che andavano ridendo, con le sigarette in bocca, Jennie credette di riconoscere Jiyong. Si voltò, ma all' orizzonte la piccola vide solo il movimento delle teste che facevano sù e giù, secondo l' ineguale cadenza delle ruote. Più avanti, Mino si fermò a fare benzina. Egli, mentre dava anche un'occhiata ai finimenti,vide qualcosa a terra, tra le ruote della Nissan Qashqai. Raccolse un portasigarette tutto ricamato di seta nera, con lo stemma della marca Chanel.
- C'è ancora qualche sigaretta...- disse Mino. Se lo mise in tasca e accese il motore.
- quindi tu fumi?- gli chiese Jennie. La ragazza si rese conto di quante cose non sapesse di lui e nè di quante cose lui non sapesse di lei e questa cosa la fece zittire più di prima.
Arrivati a casa, il ragazzo drenò dalla tasca il pacchetto di sigarette e ne sfilò una da quest'ultimo.
- Ti farà male- disse lei arrogantemente. Così Jennie afferrò il portasigarette e lo gettò sul fondo del letto velocemente.

Il giorno successivo fu incredibilmente lungo. Jennie andò così a passeggiare nel suo giardino, passando e ripassando per gli stessi viottoli, vicino alle aiuole e agli alberi di limoni. Come le sembrava ormai lontana la festa! Chi dunque metteva tanta distanza tra oggi e l' altro ieri? Jennie continuava a sentire una certa mancanza e forse sapeva cosa era, ma ella si rassegnò e mise nel cassettone il vestito di quella bellissima serata. Il suo cuore era come quelle scarpine: fu strofinata contro la ricchezza e gli restò qualcosa che non sarebbe mai andata via: Jiyong.

Allora Mino uscì e la piccola fanciulla si avvicinò all armadio, e prese dove lo aveva lasciato, tra le pieghe della biancheria, il portasigarette nero. Lo guardava, lo apriva, annusava l' odore della fodera, un misto di Blue de chanel e di tabacco. Di chi era? Chiaro, di Jiyong. Ma poi pensò che lui le disse che doveva partire. Ella allora era a Pusan. Ma lui, lui era a Parigi ora, laggiù ma com' era questa Parigi.
Le viste notturne di Parigi dal fiume sono stupefacenti. È che molti dei monumenti emblematici della città sono ai margini della Senna, come la Cattedrale, il Louvre, la Torre Eiffel, ecc ... Quindi, cenare in una delle barche che percorrono il fiume, come quelle della compagnia di Bateaux Mouches può essere un'esperienza meravigliosa, sia per i panorami che per il palato. Ma Jennie non era lì, Non era lì con lui. Così mise il portasigarette nella sua borsa e si allontanò dalla stanza cercando di dimenticare tutto.

Venne di nuovo la primavera. Ai primi caldi, quando i fiori di ciliegi cominciarono a fiorire, ella sentì un sensazione di soffocamento. Fin dai primi giorni di luglio cominciò a contare sulle dita quante settimane dovevano passare per arrivare ad ottobre:pensava che, forse, Youngbae avrebbe dato un'altra festa. Ma passò tutto settembre senza alcuna lettera. Dopo la noia succeduta a questa delusione, il suo cuore divenne nuovamente vuoto, e allora ricominciò la serie delle giornate tutte uguali. Quand'era bel tempo, Jennie scendeva in giardino. Sentiva gli uccelli cantare e, quando rientrava alla villa, attizzava il fuoco e, quasi venendo meno al calore del caminetto, sentiva la noia ripiombarle addosso, ancora più pesante.

Così Mino si preoccupò della sua salute e si chiese cosa potesse fare per farla destare. Allora pensò ad un viaggio a Saint-Denis nella regione dell'Île-de-France. I suoi abitanti si chiamano Dionysiens: in latino Denis si dice Dionysius, derivato del nome del dio greco Dioniso. Era vicino a Parigi, così Jennie accettò subito. Che fosse destino per lei ? Chi lo sa. Fatto sta che Mino era veramente riuscita a farla sorridere.

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