Il viaggio fu molto lungo,ma alla fine arrivò. Uscì dalla macchina la piccola scarpina di Jennie e poi lei. Davanti alle porte dei pianterreni c'è una piccola barriera girevole per impedire di far entrare i topi che vanno sulle soglie a cibarsi di briciole di pane. Successivamente i cortili diventano sempre più stretti , le case più ravvicinate e le siepi scompaiono.
Arrivati all'hotel, i due ragazzi si appoggiarono sul letto e al calar della notte Mino si era profondamente addormentato nel suo angolino.
Così Jennie, andò in cucina e si avvicinò al camino. Il fuoco la illuminava tutta infiltrandosi con una luce giallinea al suo vestito che lei portava benissimo. Dall' altra parte del camino, un giovane dai capelli rossastri la guardava in silenzio. Non riusciva a distogliere lo sguardo da codesta bellezza. Ma Jennie, Jennie quegl'occhi li conosceva. Gli occhi più incredibili che lei abbia mai visto. Chiunque porti in giro occhi di quel genere non può essere una persona cattiva. Forse può anche succedere che faccia dei danni, ma solo se davanti a lui si sente il bisogno di abbassare per primi lo sguardo. Ma non riusciva a capire dove li aveva visti prima;la ragazza non aveva mai visto quell' uomo. Ma dopo il ragazzo sfilò dalla tasca un portasigarette, nero e con lo stemma chanel. Mise la sigaretta in bocca, la guardò per l' ennesima volta e uscì nel balcone color porpora. La ragazza era confusa, che fosse Jiyong? Ma lui aveva i capelli neri tutti imbrattati di gel che gli portava i capelli indietro. Questo, ha i capelli rossastri che quasi coprono gli occhi. Ma il modo di fare, gli occhi, il portasigarette, riportavano la ragazza a Jiyong. Infondo sono passati ben due anni dall'ultima volta che l'aveva visto, quindi avrebbe potuto tingersi i capelli.
Questi pensieri furono interrotti quando Mino si svegliò
- Ti piace qui?- disse lui facendola rientrare dai suoi grattacapi
- sì, tanto- rispose lei ancora stordita.Il giorno si fece alto l' indomani e Jennie, ancora con i capelli dolcemente incasinati si avviò nella cucina
- ehy mi aiuti a portare le tazze?- disse una cameriera con le braccia ormai diventate incorporee difronte alle tazze
- si, certo- ma quando la cameriera si allontanò e lei prese la prima tazza, essa le cadde dalle mani. La ragazza confusa non sapeva che fare e, quasi per l' imbarazzo i suoi occhi diventarono lucidi; quando d' un tratto sentì una voce
-ehy tu, hai bisogno di aiuto?-Quella voce,quella voce era fina, tutte le parole parevano note di una frase che poteva essere una melodia perfetta. La ragazza alzò gli occhi e si accorse che era l' uomo di ieri. Il ragazzo allora vedendola in difficoltà si avvicinò e l' aiutò a prendere i pezzi delle tazze.
- Ti ricordi di me?- gli disse lui infondendo nella stanza un silenzio assordante. Jennie, non sapeva che dire. Era forse lui? O stava immaginando tutto...
-Ok, non ti ricordi di me- disse Jiyong.I due si alzarono e si avviarono verso il tavolo. Cominciarono a parlare di come fosse il tempo a Parigi, di come ci si trovava, della loro musica preferita... Non avevano nient'altro da dirsi? I loro occhi però, traboccavano di parole più gravi. Mentre si sforzavano di trovare frasi banali, si sentivano riempire tutti e due da uno stesso mangiare. Era come un mormorio nell'anima, profondo, continuo, che l'aveva vinta sulla voce. Stupiti da questo nuovo, soave sentimento, non pensavano neppure a spiegarne il senso, a scoprirne la causa. Nonostante ella avesse ventiquattro anni e lui trentuno i loro interessi erano molto simili, inoltre, sullo sfondo uniforme di tutti quei volti umani, il volto di Jennie spiccava per lui e ogni parola che lei diceva suscitava in lui ancora di più il suo interesse.
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WHO? YOU?
Romantizm"Passarono giorni, settimane, mesi... Ma Jennie non riusciva a togliersi dalla mente quel ragazzo che, se pur per una sola serata, le aveva cambiato la vita..."