Capitolo speciale

370 26 11
                                    

Scena 0
___________

Ore 15.19, al bar
_____________________

Rin camminò mano nella mano col suo fidanzato di tre anni, Haru, viso solenne e occhi rossi. Il suo ragazzo aveva fatto del suo meglio per confortarlo, mentre percorrevano le strade affollate di Seoul, verso il luogo prestabilito, ma tutti gli sguardi pronti a giudicarli lo avevano fatto arretrare spaventato. Se non fosse stato per l'attuale stato di depressione di Rin, avrebbe probabilmente ritirato la mano.

I due girarono l'angolo, venendo accolti da quel bar singolare. Era situato in una zona rozza, e Rin sapeva che Sicheng li avrebbe uccisi se avesse scoperto quanto pessimo fosse il vicinato. Era stato molto attento a dove andava e con chi si aggregava da quando aveva scoperto del passato di Sicheng, il giorno del suo sedicesimo compleanno. Sua mamma lo aveva fatto sedere sul letto, gli aveva passato il procione, e gli aveva raccontato la storia della sua vita, e di come Rin l'aveva cambiata.

Era stato un mini festival di singhiozzi, per farla breve.

"Rin" lo chiamò Haru. Il ragazzo rispose con borbottio sordo "Avanti, puoi farcela"

Rin scosse la testa, la voce che tremava e gli occhi si riempirono nuovamente di lacrime "Non penso di poterlo fare" riuscì appena a sussurrare. Riusciva a vedere i suoi amici seduti nel locale attraverso la finestra, ridendo e chiacchierando. Però sapeva che ognuno di loro stesse combattendo con le lacrime, nonostante i sorrisi. Un braccio di Jisung era stretto protettivamente attorno alla vita di Chenle, con il ragazzo naturalmente rumoroso che si muoveva sulla sedia sgangherata del bar.

Jeno e Jaemin avevano le mani intrecciate sotto il tavolo, scambiandosi dolci sorrisi e baci delicati. Rin si era abituato alle effusioni in pubblico, per cui non badò tanto alle coppie. Ciò che catturò la sua attenzione fu Donghyuck, l'ingessatura appoggiata sulla sedia dove solitamente sedeva Mark. I due erano stati uniti fin da piccoli, e anche se Rin non sapeva cosa fossero le anime gemelle allora, credeva che fossero decisamente fatti l'uno per l'altro.

Ma ora Donghyuck era seduto da solo, la sua metà mancava. Rin guardò alla propria destra e vide Haru in tutta la sua gloria. Non era mai stato più grato di avere il suo ragazzo al suo fianco.

"Ti amo" disse, ad alta voce ed in pubblico per la prima volta in tre anni.
Haru arrossì violentemente, guardandosi attorno a disagio, prima di rispondere.

"Ti amo anch'io"

Rin prese un respiro profondo, lasciando che la sensazione di relax si diffondesse per il suo corpo e calmasse i nervi, prima di aprire la porta. Le campanelle tintinnarono sopra le loro teste, annunciando il loro arrivo. Donghyuck, che non aveva nessuno con cui parlare oltre Renjun, alzò lo sguardo per primo, le lacrime gli riempirono gli occhi nell'attimo in cui fece contatto visivo con Rin. I due erano sempre stati estremamente vicini, quasi come migliori amici-anime gemelle, e Rin provava dolore fisico nel vedere Donghyuck piangere disperatamente davanti a lui. Hyuck voleva alzarsi, correre dal suo amico, ma non poteva col gesso pesante attorno alla sua gamba e la sensazione di malessere allo stomaco.

"Donghyuck" disse Rin, le labbra e le mani che tremavano. Donghyuck annuì, e il ragazzo corse da lui, stringendolo in un abbraccio. Lacrime bagnarono la felpa di Rin e sgorgarono dai suoi stessi occhi, come un giorno di pioggia, sporadiche e pesanti. Gli altri ragazzi poterono solo guardare, lasciando scendere le loro lacrime in silenzio.

Ricordò a Rin di quando erano più piccoli, di come avrebbero pianto fino a finire le lacrime dopo essersi feriti le ginocchia, o quando il loro giocattolo preferito veniva buttato perché rotto. In un modo strano e deprimente, la situazione era simile. Solo che ora la ferita era un incidente d'auto, e il giocattolo Mark Lee, fidanzato, migliore amico.

"È passato un po' di tempo" commentò Jisung, quando le lacrime erano diminuite a piccoli gocciolii. Jaemin emise una risata che suonò spaventosamente come un singhiozzo, cosa che probabilmente era.

"Mi dispiace così tanto" sussurrò Donghyuck, asciugandosi le lacrime dalle guance paffute. Il gruppo lo guardò in confusione, non capendo perché il ragazzo piangente dovesse scusarsi. Haru era seduto accanto a lui, accarezzandogli la schiena in circolo. Rin ammirava Haru per la sua compassione, e tutti potevano vedere come i suoi occhi prendessero la forma di un cuore quando il ragazzo era nei paraggi. Haru non era mai stato molto vicino agli amici di Rin, ma non aveva esitato un secondo a confortarli.

"Per cosa?" chiese incredulo Jaemin.

"L'ho ucciso io" singhiozzò Donghyuck, nascondendo il viso nella spalla di Haru.

"Stai scherzando?" urlò Jaemin, sbattendo una mano sul tavolo, cosa che Jeno non apprezzò, perché la sua stessa mano finì sbattuta. "Non pensare nemmeno per un secondo, Donghyuck, che sia stata colpa tua. Sono stati gli altri guidatori."

"Ma io lo stavo distraendo, e se non lo stessi facendo magari avrebbe visto-" balbettò.

"No! L'abbiamo perso, ok? L'abbiamo perso perché alcune persone non sanno come cazzo guidare!" strillò Jaemin, le lacrime cadevano sul suo viso e sul tavolo. Il bar era quasi vuoto, ma le poche persone ancora lì li stavano guardando preoccupati. Tutto d'un tratto, il ragazzo collassò, cadendo a terra, in una raffica di lacrime e imprecazioni. Jeno cadde con lui, cullando Jaemin tra le sue braccia e passandogli le mani tra i capelli.

"Dio, siamo un disastro" sospirò Chenle, nascondendo il viso tra le mani. "Non vi vedo da ancora prima che succedesse. Quanto è passato, due, tre mesi? Sono cresciuto con voi ragazzi. Abbiamo avuto i nostri primo baci, primi balli, primi fidanzati e giocattoli e cuori spezzati, ma adesso riusciamo a malapena a guardarci in faccia. Cosa ci è successo?" chiese Chenle, guardando tra il cerchio di amici, aspettando una risposta che nessuno di loro aveva.

"Mark ci amava, no, ci ama ancora, tantissimo, Donghyuck più degli altri, ma è praticamente la stessa cosa. Il suo cuore si spezzerebbe se ci vedesse. Ci sedevamo sempre nella cucina di Rin, a colorare per ore, mentre Sicheng faceva i mac 'n cheese. Yuta ci portava fuori e ci stracciava letteralmente in una partita di calcio, per poi farci un discorso d'incoraggiamento sul fatto che vincere non è tutto. Ci abbracciavamo senza paura di ciò che la gente avrebbe detto, perché ci era stato insegnato così. Dovremmo crescere insieme quando capita qualcosa di brutto, e allora perché ci siamo allontanati?"

"Non succederà, non più" disse Rin, sporgendo il mignolino "E dobbiamo prometterlo". I ragazzi annuirono, allacciando ognuno il proprio dito attorno a quello di Rin. Lui guardò i suoi amici, non solo guardandoli, ma capendoli, e realizzò che non avrebbe potuto chiedere di meglio. Il posto in cui Mark sedeva e dove la sua stessa mano si sarebbe unita al gruppo ora era vuoto e freddo, ma potevano superarlo.

Erano fiduciosi, erano ottimisti, erano i Dreamies, e niente avrebbe mai potuto cambiarlo.


SPAZIO ME :')

sTo PiAnGeNdO wHeLp

Daddy's babysitter - Yuwin [!TRADUZIONE!]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora