CEO

631 36 16
                                    

Scena 9
_________

16.47, ufficio di Yuta
_________________________

Yuta era chinato sulla sua scrivania, sepolto sotto due metri di fogli, che doveva firmare. Quello era ciò che comportava l'essere CEO di un'importante azienda manifatturiera. Yuta non aveva chiesto quella vita, nossignore. Gli era stata data, e sebbene fosse grato di essere cresciuto nelle migliori scuole e nei migliori vicinati, era stanco. Stanco di dover sempre essere il migliore. Una cosa che Yuta e Sicheng avevano in comune era l'amore per i loro genitori morti, e Yuta avrebbe fatto di tutto per riaverli indietro. Erano deceduti in un un incidente quando lui aveva sedici anni, lasciandolo con l'azienda e nessun tipo di esperienza. Yuta non se la sarebbe mai potuta prendere con loro, non sapevano che quella macchina stesse arrivando né si aspettavano che lui avrebbe ereditato l'azienda così presto. Il padre di Yuta aveva programmaato di iniziare ad istruirlo quell'anno, ma sfortunatamente non aveva potuto.

Data la giovane età di Yuta, Irene ne aveva preso la piena custodia. Non avevano nessun legame sanguigno, per nulla, ma lui stava uscendo con sua figlia e non aveva nessun'altra famiglia che volesse prenderlo. Aveva sempre sospettato che Irene avesse accettato di prenderlo solo per la sua ricchezza, ma era troppo grato alla donna per menzionarlo. E Irene lo aveva decisamente sfruttato a suo vantaggio.

Lentamente ma sicuramente, Yuta aveva sviluppato la stessa codipendenza che Sicheng aveva con suo fratello, con lei. Lo faceva costantemente sentire in colpa per aver preso le sue cose o essersi preso cura di lei. Nei giorni in cui provava ad uscire con i suoi amici, lei fingeva di essere malata e diceva cose tipo "Va' pure, io starò semplicemente qui, da sola" Yuta era sempre stato segretamente arrabbiato del fatto che sua figlia potesse uscire ogni sabato, mentre lui era bloccato lì, con quella signora irritabile, ma si sentiva in debito.

Mentre i ragazzi crescevano, Irene premeva sempre di più perché i due avessero un bambino. A Yuta l'idea non piaceva per nulla, ma sentiva che se si fosse rifiutato sarebbe stato cacciato. Non capiva perché volesse così tanto che avessero un figlio, ma quando crebbe realizzò quali fossero le sue intenzioni. Se i due avessero avuto un figlio, questi avrebbe ovviamente ereditato i soldi di Yuta, stessa cosa se avesse forzato i due a sposarsi. In ogni caso, Irene ne avrebbe tratto beneficio.

Sfortunatamente per Yuta, tuttavia, la sua ex moglie era felicissima al pensiero di avere un bambino. Negli anni le parole della madre l'avevano trasformata nella casalinga perfetta. Ma non era ciò che Yuta voleva.

Yuta voleva qualcuno di indipendente e avventuroso. Qualcuno che potesse stare al passo con la sua vita frenetica e amarlo comunque, nonostante tutto. Qualcuno con una passione che loro avrebbero perseguito, non importava cosa avesse detto la società. Yuta aveva bisogno di un Sicheng, mentre invece era bloccato con una Sarah.

Sarah. Il nome gli lasciò l'amaro in bocca. Ricordava ancora il giorno in cui lui e Sarah avevano fatto sesso, e aveva lasciato una brutta immagine nella sua mente. Era stato impacciato e disagevole, non era stato ricco di amore o desiderio, almeno non per lui. Per lei doveva esserlo stato, perché aveva chiesto a Irene di farli sposare. La faccia di Irene era stata felicissima quando lei lo chiese, era sembrata quasi identica alla sua giovane figlia.

Yuta non sapeva cosa fare in quella situazione. Era completamente intrappolato, ma il bambino che cresceva nella pancia della sua fidanzata lo aveva fatto restare con lei.

Yuta aveva provato molte cose essendo uno degli adolescenti più ricchi del mondo, ma quando nacque Rin, provò il sentimento più meraviglioso dell'universo: essere padre. Si pose come obbiettivo l'essere il padre che il suo non era mai stato. Quando aveva tenuto Rin per la prima volta, il suo cuore era impazzito e gli occhi si erano fatti lucidi. Era suo figlio, suo figlio, e nulla lo avrebbe mai cambiato.

Yuta era rimasto in ospedale per giorni, ma, a quel punto, Sarah aveva raggiunto il suo massimo livello di depressione. Non riusciva nemmeno a guardare suo figlio, e ciò rendeva Yuta arrabbiato, no, furioso. Tutto il lavoro che aveva fatto, solo per portare Yuta a quel punto, e ora non voleva nemmeno guardare il risultato. Aveva perso molto del rispetto per sua moglie, quel giorno, così tanto da non poter essere riguadagnato. Ma Yuta si era promesso di essere abbastanza. Avrebbe lavorato per entrambi e si sarebbe assicurato che Rin avesse tutto l'amore del mondo. Lo avrebbe protetto con la vita, lo amava in un modo che non credeva nemmeno possibile.

Cresceva Rin, cresceva la distanza di Sarah, e cresceva la forza di Yuta. Aveva imparato a difendersi da Irene, e aveva comprato la sua casa, lontano da lei, e vi aveva portato sua moglie e suo figlio. Non era felice del suo matrimonio, ma ciò non significava che non si preoccupasse della ragazza, e sperava di poter provare e farla felice. Il suo piano non riuscì, e un giorno, dopo lavoro, tornò a casa e sentì le grida terrificanti di Rin dal piano di sopra.

Anche Sarah stava urlando, agitando un coltello in aria. Yuta era incerto su come affrontare la situazione, finché Sarah sollevò una mano per colpire suo figlio. Tutto il buon senso fu perduto e Yuta corse a prendere il suo bambino tra le sue braccia, e sentì il coltello entrare nella pancia da cui era nato Rin. Yuta aveva fatto una scelta, una scelta che ogni padre avrebbe preso facilmente. Aveva scelto Rin, al posto di Sarah.

Arrivarono i paramedici e le luci erano accecanti. Non era una scena a cui un innocente bimbo di un anno avrebbe dovuto testimoniare. L'immagine era fissa nella mente del bambino come con la colla, seguendolo negli anni della sua infanzia. Nonostante la giovane età, Rin aveva molte speranze, paure e sogni. Si svegliava ogni notte, vedendo l'immagine di sua madre un'altra volta. Ovviamente non aveva capito cosa fosse successo, ma tutto il sangue, e le urla e tutte le luci lo spaventavano, lo terrorizzavano.

Per questo Rin era tanto spaventato quando aveva visto le cicatrici sulle braccia di Sicheng. Le aveva riconosciute, e non voleva vedere Sicheng nello stesso modo in cui vedeva sua madre. Sicheng lo teneva al sicuro, Sicheng aveva colorato con lui, aveva guardato i cartoni e gli aveva fatto i maccheroni al formaggio, e Rin non voleva perdere tutto quello. Alla sua età, l'amore era sparso in giro come una bella parola, senza un vero significato, ma per Rin era un dato di fatto amare suo padre più di ogni altra cosa. L'amore per suo padre era diverso dall'amore per i suoi pupazzetti, era una genuina sensazione di sicurezza che solo i genitori possono darti. Rin aveva iniziato a provare lo stesso amore per Sicheng, quindi la sua mente l'aveva automaticamente collegato col modo in cui mamme e papà dovrebbero amare i loro figli. Sicheng lo amava come tutte le mamme dei suoi amici li amavano, quindi chiamare mamma Sicheng veniva naturale per lui, e sorprendentemente anche per Sicheng.

Rin era felice di avere finalmente una bella famiglia.

Yuta era felice di avere finalmente un partner giocherellone che lo supportasse.

E Sicheng stava aspettando che Yuta diventasse uomo e gli chiedesse di uscire.

SPAZIO ME :D

Continuo ad aggiornare e a finire i capitoli pronti ma HEY, succede :)

Daddy's babysitter - Yuwin [!TRADUZIONE!]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora