9 anni

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Scena 15
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Casa Nakamoto
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"Papà, non posso farcela" piagnucolò Rin, mentre agitava nervosamente le mani. I suoi capelli neri erano cresciuti in morbide onde, e ormai coprivano i suoi occhi frenetici.

"Sì che puoi. Diventa uomo e trovatene uno" Yuta gli fece scherzosamente un occhiolino, e Rin gemette infastidito. Le sue guance avevano una spolverata di lentiggini, e di rosa, dato il commento sconveniente di suo padre.

"Mamma, un vero consiglio?" chiese, girandosi verso Sicheng, che stava leggendo tranquillamente, ascoltando il momento di follia in corso. Le gambe erano graziosamente nascoste sotto di lui, sul divano, mentre girava un'altra pagina.

"Tesoro, ti piace questo ragazzo da quando avevi cinque anni. So che è un cliché, ma sii te stesso. Si è ovviamente innamorato di te, anche nel complesso periodo della pubertà. È sostanzialmente impossibile che lo spaventi" Rin annuì, calmando le sue mani tremanti.

"Grazie, mammina" Sicheng rimase sorpreso quando Rin si chinò sul divano, abbracciandolo. Era passato un bel po' dall'ultima volta in cui aveva mostrato dell'affetto per i suoi genitori. Non che fosse intenzionale, ma era stato davvero impegnato tra la scuola e la sua cotta, Haru.

"Ragazzi, significate il mondo per me" sussurrò Rin, stringendo Sicheng. Quest'ultimo incolpò il nervoso per il suo primo appuntamento per questo improvviso affetto, ma nel profondo sapeva che Rin era in cerca di conforto. Crescendo tendeva a farlo. Si innervosiva per una certa situazione e rilassava grazie ad un abbraccio o ad un contatto con qualcosa di speciale. Sicheng lo aveva trovato a giocare inconsciamente con l'Orpcione, seduto in mezzo a pile di compiti sul suo letto, oppure quando stavano aspettando l'approvazione per l'adozione di Rin parte di Sicheng.

"Tu significhi l'universo per me" bisbigliò Sicheng. "Ora vai a divertirti, e trovati un fidanzato" allontanò Rin, riprendendo il suo romanzo di Stephen King, e combattendo contro le lacrime che premevano per scendere. Yuta diede il pugno a suo figlio, prima di accompagnarlo fuori dalla porta.

"Usate le protezioni!" gli urlò. Sicheng gli colpì un braccio, accigliandosi per quanto suo marito fosse immaturo.

"Yuta, ha quattordici anni, Gesù Cristo"

"E? Non si dovrebbero usare a tutte le età?"

Sicheng roteò gli occhi.

"Sai cosa intendevo"

La stanza divenne silenziosa, e Sicheng si immerse di nuovo nel mondo di Pet Semetary. Yuta si stufò di guardare Sicheng leggere, era ovviamente bello, ma era agitato e doveva scaricare la sua energia. Agendo puramente d'impulso gli rubò il libro, non aspettandosi il pericoloso inseguimento che avvenne subito dopo. Yuta corse oltre il tavolo da pranzo, per i corridoi, e atterrò sul divano con un tonfo. Sicheng sopra di lui, cercando ancora di prendere il libro, appena fuori dalla sua portata.

"Sembra stranamente familiare, non trovi?" ansimò Yuta. Sicheng guardò la loro posizione, stava cavalcando Yuta sul divano, seduto proprio sul suo punto sensibile. Sorrise al ricordo di quando finì in quell'esatta posizione la prima volta, per poi tossire nervosamente.

"Uh, sì, sì lo sembra"

Yuta sorrise alla naturale stupidità di suo marito.

"Carino" fece, come se stesse parlando ad un bambino. Sicheng lo guardò disgustato.

"Mi devo lavare quella parola di dosso" si alzò, spolverandosi gli skinny jeans. "Se mi rovini il libro, ti strappo i capelli" lo minacciò, prima di dirigersi verso il bagno. Yuta sentì l'acqua aprirsi e la sua noia tornare. Si guardò attorno per la grande stanza, analizzando ogni dettaglio della casa familiare. Non l'avrebbe mai paragonata a quella vecchia, no di certo, ma portava ancora ricordi che tutti loro custodivano. Guardò in cucina, ricordando quando il piccolo Rin gli aveva fatto la corona di fiori più brutta del mondo, ma per lui era stata bellissima. Percorse il corridoio, fermandosi sulla porta della sua camera da letto, fissando il posto in cui aveva chiesto a Sicheng di sposarlo, tatuaggio a forma di dinosauro e tutto.
Continuò per la sua strada, l'acqua della doccia l'unico suono udibile in casa, fin quando si fermò davanti allo sala da ballo di Sicheng, il luogo in cui si era innamorato ancora di più di lui. Si allontanò dai ricordi, fermandosi solo quando raggiunse la fine del corridoio, dove erano presenti ricordi più speciali di qualsiasi stanza.

Yuta studiò il corridoio ormai pieno, ammirando tutte le nuove foto che erano state aggiunte. Quella di quando erano andati a sciare e Sicheng era caduto dallo skilift. Il tredicesimo compleanno di Rin, il suo viso coperto di torta e un paio di amorevoli labbra sulla sua guancia, che non appartenevano a nessun altro se non ad Haru. I fogli dell'adozione di Sicheng erano fieramente incorniciati sul muro, i nomi intatti e non cancellati. Yuta sospirò contento, mentre tutti i bei ricordi tornavano a galla.

"Il muro è interessante?" chiese Sicheng, appoggiandosi al muro e guardando verso Yuta. Era bello come il giorno in cui si erano incontrati. I suoi capelli neri erano ancora scuri come la notte, senza un capello grigio che spuntasse, nessuna ruga che rovinasse i suoi lineamenti perfetti, e il suo corpo era quello di un ballerino professionista.
Dopo essersi laureato al college, aveva aperto il suo studio di danza in città. Al momento insegnava a sei ragazzi, i quali, diceva, erano disperatamente innamorati uno dell'altro. Qualche volta tornava a casa delirando sugli sviluppi della relazione dei ChenSung o su Jeno e Jaemin. Yuta non aveva nemmeno idea di chi fossero quelle persone, ma ascoltava con interesse e dava anche qualche consiglio.

"Fa malissimo cazzo" imprecò Sicheng, guardando la foto sugli sci. Yuta rise e lo prese per un braccio, tirandolo più vicino. Sicheng sussultò. Anche se i tagli erano diventati cicatrici, i ricordi bruciavano vividi nella sua mente.

"Scusa, amore" si scusò Yuta, notando il disagio di Sicheng. Annuì, cercando di tirare indietro il braccio.

"Sai che amo te e tutte le tue cicatrici, vero?" iniziò Yuta, passando gentilmente il pollice sulle linee bianche. Sicheng si calmò vedendo qualcuno che non fosse disgustato da ciò che aveva fatto. "A nessuno piace la normalità, e queste sono ciò che ti rende unico e speciale. Non saresti Sicheng senza tutto quello che ti è successo, quindi devi esserne fiero. Sii fiero del fatto che hai combattuto e vinto la depressione. Nessuno riesce ad uscire dalla guerra senza ferite, ma almeno riesce a farcela."

Sicheng annuì e permise a Yuta di intrecciare le loro dita. Tornarono a guardare le immagini che riempivano il muro, ricordando, ognuno da una prospettiva diversa, ma condividendo la stessa quantità d'amore per tutte le persone nelle foto. Sicheng, Yuta e Rin erano una famiglia, legalmente e mentalmente, e non avevano bisogno di fogli per dirlo.

Gli occhi di Sicheng catturarono una fotografia nascosta nell'ombra di un grande ritratto. Era di Rin, ogni anno da quando era arrivato Sicheng, nel giorno del suo compleanno. Aveva sempre lo stesso sciocco sorriso, lo stesso cuore d'oro, e la stessa adorabile inconsapevolezza del mondo che lo circondava. Ma ogni anno, le foto diventavano più grandi, venivano più persone, più amici di Rin, e Sicheng finalmente realizzò quanto fossero andati avanti. Da un disastroso quarto compleanno, al più recente quattordicesimo compleanno.

"Ce l'abbiamo fatta, non è vero?" chiese Sicheng, con un sorriso.

"Sì, ce l'abbiamo fatta."

SPAZIO ME :(

Bimbi questo era l'ultimo capitolo

Ora restano solo alcuni speciali

Mi mancherà questa storia
E mi mancheranno i commentini carini

Piango :(

Daddy's babysitter - Yuwin [!TRADUZIONE!]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora